«Alla squadra era assegnato il nome in codice Gazze Ladre ... ricordava la leggenda della gazza ladra di Reims»
Diamo l'invasione in mano a Ruby
Recensione a "Le Gazze Ladre" di Ken Follett
TITOLO: Le Gazze Ladre
AUTORE: Kenneth M. Follett
TITOLO ORIGINALE: JackwaysTRADUTTORE: Annamaria Raffo
EDITORE: Mondadori
COLLANA: Oscar Edizione speciale
PAGINE: 580
VOTO: 3 stelline
IL COMMENTO
"Le Gazze Ladre" è un romanzo in
bilico tra il genere storico e quello d'azione: in particolare abbiamo come ambientazione
la Francia dei giorni immediatamente precedenti allo Sbarco degli Alleati, unita
ad una storia di spionaggio militare tipica di molte narrazioni di Follett.
Con uno
sviluppo incredibilmente lento, rispetto a ciò che viene promesso nella sinossi
in quarta di copertina, la trama segue la missione organizzata dall'agente
britannico Felicity "Flick" Clairet per distruggere il centro per lo
smistamento delle comunicazioni dell'esercito tedesco in tutto il territorio
occupato. Dopo un primo fallimento con una squadra di membri della Resistenza
locale, la donna pianifica un nuovo attacco mettendo insieme un gruppo al
femminile, con l'obiettivo di infiltrarsi fingendosi donne delle pulizie.
Ovviamente la loro missione è ostacolata dall'immancabile soldato tedesco
cattivo, ossia il brillante -ed incompreso dai suoi superiori- Dieter Franck.
Manca solo il
buono e spesso inutile militare alleato, terzo elemento caratteristico della
bibliografia follettiana; per qualche capitolo ho sperato che l'autore avesse
deciso di fare uno strappo alla sua stessa regola, quando ecco entrare in scena
il maggiore Paul Chancellor, che una volta tanto non è inglese bensì americano,
anche se per il resto il suo ruolo rimane immutato.
Proprio da
Paul voglio partire per parlare di una delle maggiori problematiche del
romanzo; mi riferisco genericamente alla poca verosimiglianza, e più in
particolare di come si creino delle relazioni molto profonde (almeno a parole)
nell'arco dei pochissimi giorni in cui si sviluppa la storia. Ad esempio, per
far evolvere in fretta il rapporto tra Paul e Flick -completi estranei
all'inizio della narrazione- Follett prima punta su riflessioni sensuali per
nulla adatte al contesto,
«[Flick] sosteneva la propria tesi
agitando l'indice con aria bellicosa. Tuttavia c'era in lei qualcosa di
incantevole. Paul si chiese come sarebbe stato stringere fra le braccia e
accarezzare il suo corpo snello.»
e dopo pochi capitoli già inizia a parlare di amore tra
i due. Qualcosa di analogo, anche se meno fastidioso, succede a due delle
coppie secondarie.
La gestione della relazione tra i due
protagonisti è problematica anche per l'eccessiva insistenza di lui, che in
alcuni punti sembra voler forzare la sua volontà,
«Lei non rispose, e continuò a
fissarlo con quell'espressione enigmatica, per metà triste e per metà
divertita. Paul PRESE IL SUO SILENZIO COME UN CONSENSO e la baciò.»
e non
tanto perché l'attrazione che prova sia troppo forte, quando perché l'autore
non poteva permettersi di tirare la faccenda troppo per le lunghe.
Personalmente avrei preferito che lasciasse la loro storia in sospeso per poi
darne una conclusione più realistica nell'epilogo.
L'eccessiva
rapidità con cui si avvicendano le scene porta anche a degli sviluppi
eccessivamente convenienti per l'economia della storia, sia dalla parte dei
"buoni",
«"Non è che per caso conosci
una donna esperta di telefonia che parli francese, vero?"
Lui si fermò di colpo. "Be'...
in un certo senso... sì."»
sia
da quella degli antagonisti. Questo si può vedere bene nella scena in cui le
Gazze devono effettuare le esercitazioni di lancio ed incontrano pochissime
difficoltà, mentre i paracadutisti seguono normalmente una formazione ben più
lunga e complessa.
D'altro canto, il ritmo veloce aiuta
indubbiamente a rendere scorrevole la lettura, cosa alla quale contribuisce
anche il tono molto leggero ed irriverente dei personaggi; peccato che alcune
volte si esageri un po' troppo, arrivando a piazzare battute di dubbio gusto
«Cercò di liquidare la cosa con un
commento leggero. "Un corpo così perfetto non può subire danni."»
anche
in momenti violenti e tragici, annullando purtroppo il fattore emotivo nel
lettore.
![]() |
Cover francese |
I personaggi sono l'elemento su cui Follett
si è concentrato maggiormente, non sempre con risultati soddisfacenti; mi sento
comunque di promuovere Flick, che riesce a dimostrarsi una'eroina credibile,
dimostrando emozioni umane ben riconoscibili,
«[...] ma l'indomani quel ragazzo
avrebbe potuto essere morto e non se la sentì di essere così crudele. "Ne
sono lusingata" disse, invece, cercando di mantenere un tono amabile e
leggero.»
infatti
i capitoli dal suo punto di vista sono stati i miei preferiti, mentre alzavo
gli occhi al cielo ogni volta che arrivava l'immancabile POV di Dieter. Molto
gradevoli anche le altre Gazze, in particolare la sagace Ruby: sarebbe potuta
essere un'ottima scelta come protagonista alternativa.
Mi sento di promuovere senza dubbi anche la
grande attenzione alla fedeltà storica degli eventi narrati, dai più piccoli
dettagli
«Mentre si rasava accese la radio,
sintonizzava su una stazione tedesca. Apprese che il primo scontro in assoluto
tra le truppe corazzate nel teatro del Pacifico si era svolto il giorno prima
sull'isola di Biak.»
ai
grandi avvenimenti perché, come al solito, i personaggi fittizi si trovano ad
interagire con vere figure storiche e -ovviamente- a compiere azioni vitali per
le sorti del conflitto mondiale.
Mantengo una grossa riserva sulla
rappresentazione LGBT+ perché credo sia stata fatta in modo sommario: abbiamo
la ragazza lesbica che deve per forza essere mascolina ed irruenta, il
personaggio bisessuale promiscuo ed provocante con tutti e diversi gay al
limite dello stereotipato,
«"Ciao Markie" lo salutò
un cameriere, posandogli una mano sulla spalla e lanciando un'occhiata ostile a
Flick.»
Tutto
questo si fa ancora più evidente e fastidioso quando viene introdotto un personaggio
sul quale lo stesso autore non ha lei idee troppo chiare, tanto da descriverlo
nell'ordine come una drag queen, un travestito e un transessuale, senza capire
di far riferimento a tre categorie ben distinte.
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