martedì 10 dicembre 2024

"Labirinti" di Franck Thilliez

LabirintiLabirinti by Franck Thilliez
My rating: 4 of 5 stars

"Proseguì, entrò nell'ultima stanza. Anche lì si dispiegava il labirinto. Come un fungo della casa gigante, aveva colonizzato ogni centimetro di muro della stanza. Lysine si sentiva sempre più oppressa nonostante la luce che filtrava dalla finestra lercia. Stava respirando troppo in fretta e faceva troppo rumore"


PIÙ UNA MATRIOSKA CHE UN LABIRINTO

Nel 2023 "Il manoscritto" era riuscito a stupirmi ed intrattenermi, ma questa primavera "C'era due volte" non è stato in grado di replicare la magia del primo libro, per quanto rimanga un titolo apprezzabile sotto diversi aspetti. Per capire se la serie stesse davvero prendendo una brutta china, ho deciso di recuperare entro l'anno "Labirinti", un capitolo conclusivo in cui ritornano con ancor più forza tutti gli elementi caratteristici della trilogia: persone affette da amnesia, ragazzine rapite, bande di criminali sociopatici e forze dell'ordine non proprio competenti.

La prima scena è ambientata all'interno di un ospedale, dov'è stata ricoverata una donna non ancora identificata dopo che le autorità l'hanno trovata sulla scena di un delitto bizzarro. Veniamo subito introdotti alla prospettiva della poliziotta Camille Nijnski, che interroga il dottor Marc Fibonacci a riguardo; l'uomo spiega che la paziente ha perso la memoria, ma non prima di avergli confidato tutto. Per illustrare al meglio gli eventi, si passa alla narrazione alternata di tre storie: quella della giornalista freelance Lysine, della psichiatra elettroipersensibile Véra e dell'adolescente rapita Julie. A queste si aggiungiono poi altre figure femminili, ed ovviamente ritorna anche lo scrittore Caleb Traskman.

Il tutto si delinea all'interno di una struttura narrativa solida e mai noiosa: il rapido passaggio da un POV all'altro potrebbe lasciare frustrati a volte -quando si è in prossimità di una rivelazione importante, ad esempio- ma permette al volume di mantenere un ritmo ed un dinamismo eccellenti. Il lettore viene letteralmente trascinato verso un finale sorprendente ma non incredibile; e lo dico in senso positivo, perché gli indizi nel corso della lettura vengono forniti, quindi per quanto ci si muova in un contesto inusuale i colpi di scena non sono mai campati per aria. Tutto considerato, mi è sembrata una conclusione soddisfacente anche nell'ottica della serie, perché mantiene una nota agrodolce in linea con le vicende raccontate.

Come già accennato, nel volume abbondano i rimandi ai due capitoli precedenti, che per quanto possa sembrare un escamotage paraculo è una decisione autoriale valida e coerente, tesa a tracciare un filo conduttore all'interno della trilogia, elemento che personalmente ho molto apprezzato. Allo stesso modo mi è piaciuta la scelta di presentare ai lettori parecchi quesiti di tipo etico e morale, primo fra tutti la legittimità del delitto con cui si apre la storia, che in un primo momento sembra il risultato del raptus di una squilibrata per poi assumere i contorni di una vendetta forse più che giusta.

La presenza di questi livelli introspettivi è resa possibile grazie all'approfondimento psicologico relativo non tanto ai singoli caratteri quanto ad un'analisi più ampia della mente umana e dei suoi meccanismi. Purtroppo questo svilisce i personaggi, che non vengono caratterizzati in modo adeguato ma rimangono un'incarnazione della loro condizione psicologica, la quale ne influenza la personalità nonché qualunque azione compiano. Sembra un paradosso, ma per quanto la condizione mentale dei personaggi sia attenta e rilevante, non sono riuscita ad individuare carisma o emotività in nessuno di loro, e questo mi ha tenuto distaccata dalle vicende pur reputando intrigante l'intreccio.

Tra i punti a sfavore del romanzo troviamo inoltre l'elemento horror, un po' eccessivo e ridondante a mio avviso: personalmente non mi faccio alcun problema con le scene splatter, però leggerne così tante le priva di rilevanza ed impatto. In modo simile, penso che il caro Franck si sia giocato una buona fetta della tensione a causa della premessa iniziale, perché anticipando la conclusione ha reso impossibile per il lettore preoccuparsi della sorte di alcuni personaggi. Non ho gradito poi le numerose convenienze di trama, sicuramente utili a far progredire la storia, ma al contempo capaci di depotenziarne la credibilità.

Voto effettivo: quattro stelline e mezza

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giovedì 5 dicembre 2024

"Desdemona and the Deep" di C.S.E. Cooney

Desdemona and the DeepDesdemona and the Deep by C.S.E. Cooney
My rating: 3 of 5 stars

"Crowning its sculpted white curls was a towering tangle of antler horns. Tier upon tier burst from its skull like the chandelier in H.H.'s hunting lodge, a great circle of elk, whitetail, and mule deer antlers that dominated the ceiling. It was the Antler Crown"


PIÙ FIABA CHE FANTASY

Ho deciso scientemente di iniziare un'altra storia sulle fatine appena terminata la lettura de "Il principe crudele"? assolutamente no. Eppure eccomi approdata a "Desdemona and the Deep", un romanzo breve dai toni fortemente fiabeschi ispirato al folklore britannico in generale ed al poema "Goblin Market" di Rossetti in particolare. E forse il suo più grosso limite è proprio la brevità del testo: so per certo che l'autrice ha imbastito in seguito una serie di racconti e novelle attorno al mondo fantasy in cui è ambientata questa narrazione, ma avrei preferito di gran lunga una storia corposa e solida seppure singola.

L'universo narrativo immaginato da Cooney si compone di tre realtà poste idealmente l'una sopra l'altra: nel livello più alto troviamo il mondo degli esseri umani detto Athe, quello centrale è occupato dal Valwode delle creature gentili (molto simili ai membri del Piccolo Popolo), mentre l'ultimo livello è abitato dai goblin del regno delle ossa Bana. Questi ultimi sono governati da Erl-Lord Kalos Kantzaros, che tempo addietro ha stretto un patto con Harlan Hunt "H.H." Mannering; secondo questo accordo l'uomo può chiedere qualunque prodigio al re dei Kobolds, fintantoché compensa con una congrua offerta. Quando la figlia Desdemona "Desi" scopre che il padre si è arricchito immolando le vite dei suoi stessi minatori, decide di scendere nel mondi sottostanti per annullare il sacrificio.

Parte così un'avventura fantasy che in realtà a ben poco di avventuroso; la maggior parte del testo è dedicata alle descrizioni dettagliate e fantasiose del world building, che si pone in questo modo come principale pregio del titolo, nella sua compente fantastica ma anche in quella mortale. A differenza del solito ho infatti apprezzato la scelta di creare una realtà alternativa anche per le scene più quotidiane, perché in un testo tanto stringato sarebbe stato impossibile esplorare al meglio le conseguenze della magia nel nostro mondo. Al fianco dell'ambientazione troviamo ovviamente l'estetica, che è molto particolare e ricercata: principalmente gotica, con qualche tocco di grottesco che ben si accosta ad una fiaba oscura.

Così come ho apprezzato un livello mortale più contenuto, mi ha convinto l'utilizzo limitato ma puntuale della magia. Di mio ho già un debole per i patti di stampo faustiano, ma qui troviamo addirittura una versione rovesciata, dove è il diavolo tentatore di turno a volersi svincolare. Anche gli altri elementi fantastici sono interessanti e per nulla scontati: metamorfosi complete, abiti dalle capacità paranormali e rituali onirici rendono il testo -già graziato dai dialoghi estremamente brillanti- intrigante ed immersivo. Con qualche piccola riserva, potremmo includere anche le tematiche tra i punti di favore del volume; non posso dirmi convinta al cento per cento del modo in cui vengono sviluppate (specialmente pensando all'epilogo), ma ho senza dubbio apprezzato la scelta dell'autrice di contestualizzare ed attualizzare temi come l'emancipazione femminile ed i diritti individuali.

La rappresentazione LGBT+ risulta essere un altro elemento in forse, infatti mi è piaciuto vederla presente e soprattutto presente in modo naturale, ma reputo che la cara Claire abbia puntato parecchio sulla quantità e ben poco sull'effettivo approfondimento: non è necessario intavolare un saggio sociologico ogni volta che si mette in scena un personaggio queer, ma neppure far spuntare relazioni poliamorose a casaccio mi sembra una buona idea, soprattutto se l'obiettivo è dimostrare che sono valide e stabili tanto quanto quelle monogame.

Come accennato, la brevità del libro limita molto lo sviluppo dell'intreccio, e la decisione di dare spazio a descrizioni assortire peggiora ancor di più la situazione. La trama risulta così estremamente scarna e semplicistica: tutto ciò che la protagonista riesce a fare è di una facilità imbarazzante, e non dà di certo l'idea di un'avventura vera, quanto piuttosto di un percorso preimpostato sul quale lei si trova catapultata volente o nolente. Il ritmo inoltre è parecchio rapido, e per questo il lettore non ha modo di affezionarsi ai personaggi o di preoccuparsi per le loro problematiche. A farne maggiormente le spese è Desdemona stessa, le cui azioni (quando volontarie) sembrano casuali e sciocche; nel finale l'autrice prova a darle una motivazione più profonda, ma non è sufficiente per cancellare le sue uscite retoriche e la frivolezza generale.

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