giovedì 19 giugno 2025

"Protocollo Uchronia" di Nikolas Dau Bennasib

Protocollo UchroniaProtocollo Uchronia by Nikolas Dau Bennasib
My rating: 3 of 5 stars

"Il casco era già stato testato e approvato. Avrebbe funzionato anche su di lui. Doveva funzionare ... Il logo dell'albero e le venature dell'intero casco si illuminarono di rosso cremisi. Sullo schermo apparve un selciato che si inoltrava tra antichi templi romani"


IL PROSSIMO PASSO DELL'EVOLUZIONE SARÀ... GOKU?!?

Nell'ultimo anno sono incappata in modo più o meno accidentale in diversi testi SFF italiani che hanno catturato la mia curiosità. E quindi, dopo essere stata per decenni ingannevolmente convinta che Troisi e Randall fossero (ahinoi!) le uniche esponenti del fantasy nostrano, ho deciso di fare un tentativo con Lumien, una CE poco più che neonata ed estremamente attraente sul versante estetico. Tra le loro pubblicazioni ho selezionato un paio di serie, ed eccomi ora a parlare di "Protocollo Uchronia", una lettura un po' lontana dal mio palato poco avvezzo alla fantascienza ma fornita di uno spunto speculativo intrigante.

Spiegare nel dettaglio la trama comporta un altissimo rischio di spoiler, quindi mi limito a far presente che vengono alternate tre narrazioni collocate in diversi punti del tempo e dello spazio, ma accomunate ed influenzate dall'invenzione di una avveniristica console chiamata Zoe. Questo dispositivo compie dei veri prodigi tecnologici, trasportando i videogiocatori all'interno di una realtà virtuale che ha ben poco da invidiare a quella concreta. Gli sviluppatori della Zoe sembrano però coinvolti anche in esperimenti discutibili, e potenzialmente in una catastrofe digitale che ha portato al tracollo della società civile sul finire del nostro secolo.

Se questo sunto vi pare confuso e ricco di elementi disarmonici, chiaramente non avete ancora letto il libro! a tutto questo si sommano infatti moltissime diatribe religiose, complotti internazionali, vicende private e sale q.b. Da un lato questo pastiche permette al lettore di scoprire la storia un poco alla volta, individuando pian piano i collegamenti tra personaggi che in un primo momento sembrerebbero del tutto estranei gli uni agli altri; dal lato opposto questo accumulo di idee risulta eccessivo, soprattutto tenendo in considerazione la brevità del testo. È questa la causa dietro il principale difetto del romanzo.

Troppe nozioni da fornire al lettore e poco spazio a disposizione portano infatti l'autore a ricorre ad una quantità esagerata di spiegoni, e non uso il termine in senso iperbolico: ci sono letteralmente dei dialoghi in cui i personaggi si scambiano informazioni che già possiedono a solo beneficio di chi legge, oltre ad altre in cui qualcuno mima ignoranza o ingenuità inverosimili per forzare un altro carattere a raccontare avvenimenti passati oppure determinate regole. La limitatezza della narrazione incide logicamente anche sulla definizione delle personalità, tanto che i personaggi secondari sembrano quasi delle comparse impersonali.

Per quanto riguarda i protagonisti invece un minimo di approfondimento è presente, specialmente in relazione alle loro motivazioni. In questo caso entrano però in gioco delle antipatie personali: la dottoressa Rebecca du Puit mi è sembrata odiosa (e forse proprio così doveva essere) e per nulla coerente nel suo percorso -anche a causa delle enormi ellissi temporali-, mentre il comandante Klaus Röist è stato ben presto screditato ai miei occhi dall'archetipo del fridging, che mi è venuto a noia qualche centinaio di libri fa. Tra l'altro questo trope non sono viene dipinto in una chiave manipolatoria, ma in generale è trattato con una terrificante indelicatezza; e me ne stupisco poco dal momento che l'autore ha scelto solo beta reader maschi.

Rispetto alle vicende di Rebecca e Klaus, ho trovato molto più interessante seguire Adam ed Eve; neppure loro dimostrano un acume degno di nota, però la particolarità della loro missione rende maggiormente stimolante la lettura, oltre a portare su carta un focus affascinante sulla guerra civile romana del 306, e la conclusione migliore delle diverse linee di trama. Oltre a quelli già menzionati, mi sento di includere tra i pregi anche le riflessioni che il testo intende ispirare (sul piano della morale personale, dell'etica aziendale e della responsabilità religiosa) e l'originalità dell'idea alla base, sommata ad uno sviluppo affatto banale che, in un periodo di letture grossomodo prevedibili, è stata una piacevole ventata d'aria fresca.

Lo stesso non posso dire della prosa di Dau Bennasib, che presenta una quantità importante di ingenuità stilistiche. In primo luogo è presente un ricorso eccessivo e fastidioso al telling, sia per spiegare il passato dei personaggi che per colmare i tanti salti temporali; sono poi presenti parecchie descrizioni di azioni fuori luogo o semplicemente illogiche, in particolare durante i dialoghi, nei quali i protagonisti compiono movimenti innaturali giusto per dare l'illusione di una scena complessa. Il testo è inoltre appesantito da manierismi anacronistici e da precisazioni non sempre necessarie, il tutto per evidenziare che il caro Nikolas ha studiato e ci tiene a farcelo notare... Peccato che risulti ben più facile notare i numerosi refusi! Un ulteriore demerito riguarda la componente sci-fi, che a tratti dà un senso di confusione e perfino di contraddizione, però molto probabilmente si tratta di un problema mio: preferirei sempre ottenere delle spiegazioni esaustive al massimo.

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giovedì 12 giugno 2025

"Obsidio" di Amie Kaufman e Jay Kristoff

Obsidio (The Illuminae Files, #3)Obsidio by Amie Kaufman
My rating: 1 of 5 stars

"Tutto ciò che ho visto. Tutte le navi che sono stato. Mi hanno portato qui. Mi distendo nel sistema, mi allungo nei suoi circuiti mentre mi risveglio, una sensazione fin troppo familiare e fin troppo terrificante ... questa nave sembra un sudario. Un sudario di nome Churchill"


IL NAZISTA SCESO DALL'ASTRONAVE DEL SAPONE

Continua il mio rapporto conflittuale con il target YA, o forse sarebbe più corretto dire peggiora! perché se all'inizio la serie The Illuminae Files mi aveva incantato con la sua favolosa estetica -sommata alla mia poca familiarità con il genere sci-fi e ad alcuni spunti interessanti nell'intreccio-, durante la lettura di "Obsidio" ogni velo di illusione è tragicamente crollato. Tanto che nella mia memoria questa trilogia rimarrà impressa come un terribile caso di occasione sprecata, con ogni probabilità.

Mentre il processo alla corporation Beitech Industries continua, conosciamo l'ultima coppia protagonista: l'aspirante farmacista reinventatasi forzatamente infermiera Asha "Ash" Grant e lo Specialista Rhys Lindstrom, dipendente proprio del famigerato ramo acquisizioni della Beitech. I due si trovano sul pianeta Kerenza IV ma su fronti opposti, perché lei è affiliata alla resistenza composta dai civili superstiti mentre lui è al fianco degli invasori. La coppia deve però cedere una buona metà del volume ai protagonisti dei capitoli precedenti, con i quali collaborano per smascherare le malefatte della multiplanetaria più crudele e stupida di sempre.

Il fatto che io non sia riuscita a rimanere seria neppure il tempo di riassumere la trama la dice lunga! purtroppo questo libro ha riproposto tutti i difetti dei suoi predecessori, ampliandoli ed aggiungendone di nuovi. Tra questi c'è appunto la scelta di dare davvero poco spazio ai nuovi personaggi, creando uno sbilanciamento dalle spiacevoli conseguenze; ad esempio la difficoltà di apprezzare la romance tra i due -comunque fondata su delle basi molto traballanti- o di ispirare un minimo di empatia. Sfido qualunque lettore a commuoversi per delle vicende che, per quanto tragiche appaiano su carta, riguardano sempre e soltanto caratteri secondari nella migliore delle ipotesi o molto più spesso comparse mai menzionate prima. E già il formato in cui viene veicolata la storia crea un distacco emotivo non indifferente...

Sorvolando sulle mie solite lamentele (sì, l'umorismo rimane quello di un ragazzino delle medie, ma ormai non me ne stupisco più!), il difetto principale di quest'ultimo libro si trova nell'intreccio. Per quanto riguarda i vecchi protagonisti, la loro storyline pare composta unicamente da tediosi contrattempi volti a ritardare lo scontatissimo finale; nel frattempo con Asha e Rhys rivediamo delle dinamiche già sfruttate nei primi volumi: in generale sono presenti diverse ripetizioni, specialmente legate ai per nulla stupefacenti voltafaccia dei personaggi, e questo rende ancora più noiosa una lettura già di per sé prevedibile. Un altro elemento che mi ha dato noia è l'idiozia degli adulti, in precedenza utilizzata per depotenziare gli antagonisti ma qui applicata senza criterio su chiunque abbia più di vent'anni; il tutto per far sembrare brillanti gli adolescenti più edgy dell'universo.

Ora il mio lato critico mi spingerebbe a trattare anche gli aspetti positivi -a parte la sempre lodevole componente visiva-, ma ho notato che ognuno di essi presentava un risvolto spiacevole. Ad esempio, mi piaceva l'idea di una protagonista meno esagerata come Asha, peccato per la sua storia d'amore sconclusionata e per la piattezza del suo carattere. È stato carino anche ritrovare AIDAN, ma la svolta data al suo rapporto con Kady è parecchio inquietante, specie perché è il solo personaggio che non si esprime come un bambinetto e sembra pertanto l'unico vero adulto della serie: in quest'ottica, la sua ossessione verso la ragazza risulta decisamente creepy.

Ci sarebbero poi stati degli spunti niente male sui quali lavorare, se gli autori non avessero lo sghiribizzo di voler far (una patetica) ironia su tutto. La storia di Ben Garver aveva del potenziale finché non hanno stravolto la sua caratterizzazione off-page, l'accenno sulla moralità poteva fornire riflessioni interessanti non fosse stato relegato ad un misero paragrafo, e la spiegazione del formato multimediatico sarebbe stata convincente non avessero deciso di includere delle informazioni -vedasi la backstory del militare malvagio amante degli animali?!?- impossibili da provare. Ma ovviamente al processo tutto si risolve a tarallucci e vino! e gli unici a pagare davvero siamo noi lettori.

Voto effettivo: una stellina e mezza

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