Le storie (non) finite
Recensione a "La storia infinita" di Michael Ende
TITOLO: La storia infinita
AUTORE: Michael Ende
TITOLO ORIGINALE: Die unendliche Geschichte
TRADUTTORE: Amina Pandolfi
TRADUTTORE: Amina Pandolfi
EDITORE: TEA
COLLANA: I Grandi
PAGINE: 440
COMMENTO
Secondo Lord Acton «Il potere tende a corrompere, e il potere assoluto tende a corrompere in modo assoluto.» Potrà sembrare una citazione un po' pesante per introdurre il commento ad un libro scritto per bambini e ragazzi, ma durante la lettura mi è tornata alla mente e l'ho trovata perfetta, perché ne "La storia infinita", una delle tematiche trattate in maniera più rilevante è proprio il potere, ed il suo abuso.
La storia inizia però da premesse ben più semplici e serene, che rendono purtroppo la prima metà del romanzo particolarmente noiosa. Tutto comincia con Bastiano Baldassarre Bucci, un ragazzino timido, impacciato e (ovviamente) vittima prediletta dei bulli a scuola; non sembra possedere rimarchevoli qualità, a suo stesso avviso, ma ha dalla sua una sconfinata fantasia, che gli permette di inventare storie incredibili.
Proprio la fantasia gli permetterà di essere scelto come il salvatore di Fantàsia, il magico mondo che Bastiano scopre tra le pagine di un libro rubato nel negozio del signor Coriandoli; per metà romanzo noi assistiamo appunto alla lettura del libro da parte del protagonista, che ne rimane incredibilmente colpito, affezionandosi molto all'eroico Atreiu. Diversi segni ci fanno però capire che il destino di Bastiano è diventare parte attiva nel libro; si dovrà arrivare purtroppo al punto in cui l'Infanta Imperatrice, sovrana di Fantàsia, invoca il suo nome perché ciò accada.
Trovando infine il coraggio, grande assente nella sua giovane vita, Bastiano accetta il suo compito e salva Fantàsia dal Nulla che la stava letteralmente divorando. A questo punto mi aspettavo un altro elenco noioso delle gloriose avventure del protagonista, come prima con Atreiu, ma è proprio qui che arriva l'inatteso plot-twist, una vera scossa che rimescola tutte le carte in tavola.
Al lettore sembra infatti sbagliato che Bastiano ottenga tutto senza sforzo, semplicemente esprimendo dei desideri: infatti non è così. Il protagonista deve sacrificare di volta in volta i suoi ricordi del mondo degli uomini per vedere esaudite le sue volontà, anche quelle inconsce; si arriva così alla più inaspettata svolta: Bastiano viene ammaliato dalla strega Xayde e dalle sue lusinghe e, non ricordando più nulla della sua "vita precedente", decide si sfidare le leggi di Fantàsia, proclamandosi Imperatore.
Così quello che prima era l'eroe acclamato dalle folle, diventa in breve il tiranno da destituire.
È davvero un peccato che il meglio del libro sia confinato negli ultimi capitoli: ciò costringe il lettore (specie se maturo) a farsi coraggio per proseguire nella lettura. Ad appesantire la narrazione sono soprattutto la lentezza con cui si svolgono diversi eventi, la presenza di elenchi lunghi ed inutili, nonché le tante storie che l'autore inizia per poi troncare di netto, ripetendo che verranno narrate un'altra volta.
A rendere il romanzo degno di menzione e di certo un ottimo classico per ragazzi, sono l'eccezionale fantasia di Ende nelle descrizioni, specie per la Città degli Imperatori, oltre ai dettagli con cui riesce astutamente a depistare il lettore, ingannandolo sul corso che prenderanno gli eventi.
Vorrei infine segnalare le modalità assolutamente geniali con cui Ende riesce a creare un romanzo nel romanzo, senza che nulla risulti forzato. E nel mentre a strapparci qualche lacrimuccia.
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Secondo Lord Acton «Il potere tende a corrompere, e il potere assoluto tende a corrompere in modo assoluto.» Potrà sembrare una citazione un po' pesante per introdurre il commento ad un libro scritto per bambini e ragazzi, ma durante la lettura mi è tornata alla mente e l'ho trovata perfetta, perché ne "La storia infinita", una delle tematiche trattate in maniera più rilevante è proprio il potere, ed il suo abuso.
La storia inizia però da premesse ben più semplici e serene, che rendono purtroppo la prima metà del romanzo particolarmente noiosa. Tutto comincia con Bastiano Baldassarre Bucci, un ragazzino timido, impacciato e (ovviamente) vittima prediletta dei bulli a scuola; non sembra possedere rimarchevoli qualità, a suo stesso avviso, ma ha dalla sua una sconfinata fantasia, che gli permette di inventare storie incredibili.
Proprio la fantasia gli permetterà di essere scelto come il salvatore di Fantàsia, il magico mondo che Bastiano scopre tra le pagine di un libro rubato nel negozio del signor Coriandoli; per metà romanzo noi assistiamo appunto alla lettura del libro da parte del protagonista, che ne rimane incredibilmente colpito, affezionandosi molto all'eroico Atreiu. Diversi segni ci fanno però capire che il destino di Bastiano è diventare parte attiva nel libro; si dovrà arrivare purtroppo al punto in cui l'Infanta Imperatrice, sovrana di Fantàsia, invoca il suo nome perché ciò accada.
Trovando infine il coraggio, grande assente nella sua giovane vita, Bastiano accetta il suo compito e salva Fantàsia dal Nulla che la stava letteralmente divorando. A questo punto mi aspettavo un altro elenco noioso delle gloriose avventure del protagonista, come prima con Atreiu, ma è proprio qui che arriva l'inatteso plot-twist, una vera scossa che rimescola tutte le carte in tavola.
Al lettore sembra infatti sbagliato che Bastiano ottenga tutto senza sforzo, semplicemente esprimendo dei desideri: infatti non è così. Il protagonista deve sacrificare di volta in volta i suoi ricordi del mondo degli uomini per vedere esaudite le sue volontà, anche quelle inconsce; si arriva così alla più inaspettata svolta: Bastiano viene ammaliato dalla strega Xayde e dalle sue lusinghe e, non ricordando più nulla della sua "vita precedente", decide si sfidare le leggi di Fantàsia, proclamandosi Imperatore.
Così quello che prima era l'eroe acclamato dalle folle, diventa in breve il tiranno da destituire.
È davvero un peccato che il meglio del libro sia confinato negli ultimi capitoli: ciò costringe il lettore (specie se maturo) a farsi coraggio per proseguire nella lettura. Ad appesantire la narrazione sono soprattutto la lentezza con cui si svolgono diversi eventi, la presenza di elenchi lunghi ed inutili, nonché le tante storie che l'autore inizia per poi troncare di netto, ripetendo che verranno narrate un'altra volta.
A rendere il romanzo degno di menzione e di certo un ottimo classico per ragazzi, sono l'eccezionale fantasia di Ende nelle descrizioni, specie per la Città degli Imperatori, oltre ai dettagli con cui riesce astutamente a depistare il lettore, ingannandolo sul corso che prenderanno gli eventi.
Vorrei infine segnalare le modalità assolutamente geniali con cui Ende riesce a creare un romanzo nel romanzo, senza che nulla risulti forzato. E nel mentre a strapparci qualche lacrimuccia.
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