Prova d'inciviltà umana
Recensione a "Cecità" di José Saramago
LA SCHEDA TECNICA
TITOLO: Cecità
AUTORE: José Saramago
TITOLO ORIGINALE: Ensaio Sobre a Cagueira
TRADUTTORE: Rita Desti
EDITORE: Feltrinelli
COLLANA: Universale Economica
PAGINE: 280
TRADUTTORE: Rita Desti
EDITORE: Feltrinelli
COLLANA: Universale Economica
PAGINE: 280
IL COMMENTO
DOVE COMPRARE QUESTO LIBRO
LA VIGNETTA
Cambiargli posto sarà una buona idea?
È raro trovare una copertina capace di
illustrare in pieno il contenuto di un romanzo, così da catturare già da
lontano il potenziale lettore, farlo avvicinare allo scaffale per la curiosità
ed infine accompagnarlo nella lettura. Molti romanzi presentano copertine
anonime o per nulla pertinenti alla storia, soprattutto se si tratta di volumi
tradotti, ma la Feltrinelli ha fatto centro con “Cecità”.
Pur essendo molto semplice e delicata, la
copertina rappresenta alla perfezione la storia che attende il lettore qualche
foglio più in là; il bianco un po’ sporco di fondo per la vista annullata delle
persone affette dal mal bianco, le figure nere in fila indiana a raffigurare
gli anonimi protagonisti e la donna alla testa della fila altri non è se non la
più sventurata tra tutti: l’unica dotata della vista in un mondo da incubo
abitato da soli ciechi.
Il capolavoro di Saramago presenta una trama
quasi fantascientifica, non fosse che il raziocinio viene ben presto messo da
parte, sia dall’autore sia dai suoi personaggi. In un paese senza nome, un uomo
diventa improvvisamente cieco e, in poco tempo, questa “malattia” contagia
tutti coloro che gli stanno vicini, diffondendosi ovunque con un effetto
domino. Come detto, non viene dato molto spazio ai tentativi di studiare le
origini di questa strana epidemia, se non le ricerche fatte da un oculista nei
primi capitoli.
Se da un lato la scienza sembra inerte, non
lo è almeno in un primo momento il governo, che subito tenta di arginare il
problema rinchiudendo in un manicomio tutti i contagiati ed i potenziali tali.
Qui si (ri)trovano a convivere forzatamente i protagonisti, rimanendo comunque
celati alla vista del lettore, che su questo aspetto è cieco quanto loro: di
nessuno sappiamo infatti il nome né l’aspetto, se non per qualche dettaglio
marginale, e abbiamo giusto un paio di informazioni riguardo il loro passato.
Pur privato dei dati basici sui protagonisti,
che è costretto ad identificare con appellativi come “la ragazza con gli
occhiali scuri” o “il vecchio con la benda nera”, il lettore finisce per
affezionarsi a loro e a preoccuparsi per la loro sorte.
La decisione del governo ha conseguenze
estreme: ormai abbandonati a se stessi, i ciechi danno vita ad una società
primitiva in cui ognuno si preoccupa innanzitutto del proprio benessere, mentre
si vanno perdendo prima la razionalità e poi le relazioni. In questo neonato
stato nello stato, si evidenziano due estremi: da un lato chi tenta di imporre
un dominio tirannico, dall’altro l’affettuoso rapporto tra una giovane ragazza
ed un bambino rimasto orfano a causa della cecità.
Proprio questa cecità permette di analizzare
gli aspetti peggiori di un’umanità mutilata in una sua abilità imprescindibile:
si perdono igiene e decoro, e neppure il lato “positivo”, ossia l’impossibilità
di vedere direttamente fino a quali bassezze si può arrivare, riesce a dare un
po’ di calore al bianco abbacinante. A mio avviso poi, la cecità è perfetta per
l’ambientazione contemporanea, ma poteva essere rimpiazzata da un’antica peste
o da una futuristica apocalisse zombie.
Per quanto riguarda lo stile, devo confessare
che questo è il mio primo approccio a questo autore e mi ci è voluto qualche
capitolo per apprezzare la particolare narrazione; Saramago utilizza
esclusivamente il discorso indiretto libero ed è spesso necessario rileggere le
battute dei personaggi per comprenderle al meglio. Altra particolarità di
questo romanzo è la presenza di moltissimi proverbi nel testo e la narrazione
che ricorda una cronaca in diretta commentata.
I temi trattati da Saramago sono vari e
spaziano dalla riflessione sui sentimenti umani, ai limiti della civiltà
contemporanea, a riferimenti religiosi: da un certo punto di vista, quanto
accade ai protagonisti e agli altri ciechi potrebbe essere interpretato come
una prova alla quale un Dio rapido all’ira ha scelto di sottoporre l’intera
umanità, con il conseguente, irrimediabile fallimento di quest’ultima.
Ovviamente, Dio è facile anche al perdono, ma
questo non riesce a cancellare dalla nostra mente il messaggio di fondo: sono
proprio gli elementi che ci definiscono come esseri civili a poter diventare il
principio della nostra rovina.DOVE COMPRARE QUESTO LIBRO
LA VIGNETTA
Cambiargli posto sarà una buona idea?