Cronaca di un'esecuzione annunciata
Recensione a "Il miglio verde" di Stephen King
LA SCHEDA TECNICA
TITOLO: Il miglio verde
AUTORE: Stephen King
TITOLO ORIGINALE: The Green Mile
TRADUTTORE: Tullio Dogner
EDITORE: Sperling & Kupfer
COLLANA: Pickwick
PAGINE: 560
TRADUTTORE: Tullio Dogner
EDITORE: Sperling & Kupfer
COLLANA: Pickwick
PAGINE: 560
IL COMMENTO
Se questo fosse un fumetto di supereroi, il gigantesco John Coffey con i suoi misteriosi poteri sarebbe di certo il coraggioso eroe protagonista, pronto a salvare gli indifesi abitanti di una metropoli. “Il miglio verde” è invece un romanzo in grado di raccontare il lato peggiore dell’umanità, e di trasformare un potenziale eroe in un essere tormentato non solo da coloro che tenta di aiutare, ma anche dalle sue stesse abilità.
L’ambientazione da sola conferisce alla
storia un’atmosfera cupa e angosciante: siamo in un penitenziario statunitense
negli anni ’30, per la precisione nell’ala destinata ai prigionieri in attesa
della pena capitale. L’autore gioca sulla continua tensione dal momento che tra
i protagonisti ci sono appunto alcuni condannati a morte, e per il loro destino
non ci sono più garanzie che per quello delle guardie di sorveglianza. Tra
queste troviamo la voce narrante degli eventi, il capocerbero Paul Edgecombe
che, una volta anziano decide di raccontare la storia di uno straordinario
detenuto, ossia proprio il gigante John Coffey.
La vicenda si svolge quindi su due piani
temporali: da un lato troviamo Paul nella casa di riposo, deciso dopo molti
anni a mettere nero su bianco gli incredibili eventi avvenuti nel penitenziario
nell’autunno 1932; dall’altro lato abbiamo un Paul decisamente più giovane che,
affiancato da un affiatato gruppo di fedeli guardi (nonché fidati amici), si
impegna ad accompagnare nel modo migliore i condannati verso Old Sparky, come
viene affettuosamente chiamata la sedia elettrica.
La trama si focalizza in special modo sulla
detenzione di Del un vecchio cajun che riesce ad ammaestrare il topo noto come
signor Jingles, Wharton un emule di Billy the Kid folle e privo di rimorsi, e
il già menzionato Coffey. Sebbene tutti gli eventi siano narrati dal punto di
vista di Paul, a mio avviso è John Coffey il vero protagonista, pur con la sua
silenziosa presenza.
Sebbene presentino in molti casi degli
atteggiamenti peculiari, tutti i personaggi risultano credibili e ridimensionabili.
King riesce a mantenere sempre la verosimiglianza dei personaggi, in
particolare quando delinea la figura dell’anziano Paul e il suo caratteristico
ripetersi creando un po’ di confusione nella time-line; nonostante ciò, l’ex
guardia riesce a mantenersi lucido anche mentre racconta scene a dir poco
sovrannaturali, capaci di far perdere il lume della ragione a chiunque.
Nella commovente parte finale, King concede
al lettore una rapida occhiata al destino dei personaggi, e da’ nuovamente
prova della sua abilità nel genere thriller con alcuni colpi di scena da
maestro.
Tra i personaggi è però d’obbligo annoverare
anche il signor Jingles e Old Sparky; seppur non siano delle persone in senso
stretto, Paul parla di loro con tanto affetto e tanta umanità da creare
l’illusione che possano esserlo, anche perché viene concesso ad entrambi molto
spazio nella storia, a volte con capitoli interamente dedicati.
La particolare struttura del romanzo ha una
sua storia (ben illustrata dallo stesso King nell’introduzione) e deriva dai
grandi classici ottocenteschi che venivano pubblicati in modo frammentario, su
riviste od opuscoli; all’epoca della prima edizioni, “Il miglio verde” venne
appunto diviso in sei parti, ognuna con un piccolo cliffhanger finale.
Questa scelta, che ha le sue origini in
particolare nei capolavori di Dickens (citato non a caso nel romanzo),
compromette però la lettura una volta unificato il volume: il riepilogo di Paul
all’inizio di ogni parte è utile per una lettura spezzettata, ma non per una
continuata, dove risulta quasi pedante. Inoltre nella prima parte non è
presente alcuna suspense sul finale e il tutto risulta essere quasi una lunga
introduzione.
Ottimi i brevi extra in cui King parla
dell’ispirazione per il romanzo e di alcuni delle scelte narrative: da leggere
assolutamente.
DOVE COMPRARE QUESTO LIBRO
LA VIGNETTA
Mi stanno tacchinando!
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