Il twist (comico) che non ti aspetti
Recensione a "Premiata Ditta Sorelle Ficcadenti" di Andrea Vitali
LA SCHEDA TECNICA
TITOLO: Premiata Ditta Sorelle Ficcadenti
AUTORE: Andrea Vitali
TITOLO ORIGINALE: -
TRADUTTORE: -
EDITORE: Rizzoli
COLLANA: Vintage Gold
PAGINE: 450
TRADUTTORE: -
EDITORE: Rizzoli
COLLANA: Vintage Gold
PAGINE: 450
IL COMMENTO
Mentre su un
ramo del Lago di Como Manzoni immaginava il coronarsi del sogno d’amore tra
Renzo e Lucia, su quello accanto Vitali mette in scena una storia di tutt’altro
genere, senza farsi però mancare intrecci romantici, prepotenti signorotti,
perpetue impiccione e preti restii a celebrare matrimoni.
Il romanzo è
ambientato negli anni ’10 a Bellano, città natale dell’autore stesso, dove la
tranquillità non viene turbata tanto dagli eventi mastodontici della Prima
Guerra Mondiale, quanto da un fatto all’apparenza di poco conto: in paese
giungono le Sorelle Ficcadenti ed aprono la loro merceria.
L’arrivo della
seducente Giovenca e della ripugnante Zemia crea problemi innanzitutto ai due
bottegai del paese, che tentano di ogni modo di bloccare sul nascere questo
pericoloso concorrente. I guai più grossi riguardano però il piano
sentimentale, infatti Geremia -da tutti additato come un povero stolto- perde
la testa per Giovenca, inconsapevole di essere diventato parte di un piano ben
più grande di lui; e ben più grande di quanto il lettore possa inizialmente
immaginale.
A complicare
ulteriormente la situazione si aggiungono un gran numero di personaggi più o
meno importanti, come la madre di Geremia, Stampina, sempre in pena per il
figlio, o il Notaro, Editto Giovio, emblema del rozzo arricchito che è certo di
poter acquistare classe e fascino con il denaro.
Dell’evento scatenante,
la trama di espande, complessa eppur ben articolata, in due filoni principali:
nel presente seguiamo le vicende delle sorelle Ficcadenti a Bellano, mentre nel
passato l’autore ripercorre la bizzarra storia della Premiata Ditta, esponendo
con cura ma anche in modo sorprendere tutti gli eventi che hanno portato
Giovenca e Zemia ad avviare la merceria. Per mantenere il lettore sempre
attento, i fatti sono riportati in tanti piccoli flashback, che si alternano
alla narrazione al presente da un terzo del libro fino alla fine.
L’aspetto più
peculiare dell’intreccio narrativo sta nell’abilità dell’autore di spingere il
lettore verso una soluzione per i molti misteri, per poi ribaltare
completamente le carte in tavola all’ultimo, specialmente nell’imprevedibile
finale.
Così descritto,
questo romanzo parrebbe quasi un thriller, ma in realtà è ostico assegnargli un
solo genere; infatti il tono leggero e spesso comico, caratteristico
soprattutto della prima metà del libro, cede a poco a poco il posto a delle
atmosfere decisamente noir e a dei misteri tipici del giallo.
I personaggi
creati da Vitali, seppur vittime della sua comicità parodistica, sono perfetti
per la storia senza risultare stereotipati. Va segnalato però che a tratti
sembrano essere davvero troppi perché il lettore possa ricordarsene, anche a
causa degli strani nomi, che l’autore assegna perfino alle comparse.
Un altro
elemento a mio avviso esagerato è l’ampio utilizzo di termini o intere frasi in
dialetto che, mancando spesso una pronta traduzione, potrebbero rendere
difficile la piena comprensione di alcune scene.
A stupirmi in
modo davvero positivo è stato in gran parte il realismo che impregna l’intero
romanzo; in special modo nel finale, è chiaro che non basta essere tra i buoni
per ottenere il proprio lieto fine. E proprio come accade nella realtà,
individui dalla dubbia morale possono essere raggiunti dal giusto castigo, come
pure scamparlo senza rischio alcuno.
Degno della
mia lode anche lo stile, che intreccia indiscriminatamente pensieri e dialoghi
nella parte descrittiva; particolare anche la presenza di molti proverbi
popolari e di frasi spezzate con i verbi quasi nascosti nel testo.
Per quanto
riguarda la struttura del romanzo, i capitoli sono senza eccezione brevi, a
volte brevissimi, come dei paragrafi.
Da segnalare l’evidente omaggio al “Don
Camillo” di Guareschi, specie per la presenza di un prete tanto invischiato
nelle vite dei suoi parrocchiani, ma anche per l’ironia sottile eppure
abbondante che impregna l’intero volume e tutti i suoi personaggi.DOVE COMPRARE QUESTO LIBRO
LA VIGNETTA
Si sa per cosa sono famose le Perpetue...