Sarah è una mamma pancina?
Recensione a "La gemella silenziosa" di Sean K. Tremayne
LA SCHEDA TECNICA
TITOLO: La gemella silenziosa
AUTORE: Sean K. Tremayne
TITOLO ORIGINALE: The Ice Twins
TRADUTTORE: Claudia Marseguerra
EDITORE: Garzanti
COLLANA: Like
PAGINE: 300
TRADUTTORE: Claudia Marseguerra
EDITORE: Garzanti
COLLANA: Like
PAGINE: 300
IL COMMENTO
È credibile
che un autore di romance non conosca “Le pagine della nostra vita” di Sparks?
oppure uno di romanzi fantasy non abbia mai letto la trilogia de Il Signore degli
Anelli di Tolkien? Certo, non ci si può aspettare dagli scrittori una
conoscenza enciclopedica del proprio genere letterario di riferimento, ma
dovrebbero avere almeno un’infarinatura generale sugli autori e sulle opere più
note.
E invece no!
Perché il caro Tremayne (nulla da partire con la matrigna di cenerentola,
tranquilli) sembra non aver mail sentito parlate de “La cruna dell’ago” di Ken
Follett (QUI la recensione), romanzo pluripremiato, inserito tra i cento volumi
più venduti della Storia nella classifica stilata dal sito ranker.com e
diventato anche un film di successo. La versione dell’ignoranza è quindi quella
a cui scelgo di credere, perché l’alternativa sarebbe il plagio più sfacciato.
Sin dai primi
capitoli si notano delle evidenti analogia nelle trame dei due volumi: in
seguito ad un tragico incidente la famiglia protagonista de “La gemella
silenziosa”, i londinesi Moorcroft, decide di cominciare una nuova vita
trasferendosi in un piccola isola scozzese ccon tanto di faro, il cui nome significa
“isola del tuono”; qui la vita non è affatto facile e i due coniugi anziché
riavvicinarsi vedono logorarsi ulteriormente il loro rapporto, per giungere
infine ad una fortuita tempesta che impedisce di raggiungere la terraferma e
prepara lo scenario ideale per delle sconvolgenti rivelazioni.
Notate qualche
somiglianza? Ne “La cruna dell’ago”, tra i protagonisti c’era una coppia dalla
storia analoga, che viveva appunto su un’isoletta farodotata chiamata “isola
della tempesta”. Per fortuna, lo spunto di base si sviluppa poi in un’altra
direzione.
Ma iniziamo
dal principio: Angus e Sarah, marito e moglie, sono reduci dalla morte di
Lydia, una delle loro figliolette gemelle, caduta da una terrazza nella casa
dei nonni; poco tempo dopo Gus perde anche il posto di lavoro perché lo porta a
picchiare selvaggiamente un suo superiore, così la coppia decide di vendere la
bella casa londinese e di trasferirsi in un cottage malmesso sull’isola di
Torran, lasciate loro in eredità dalla nonna di Angus. Ad essere più turbata
dalla tragedia è però la gemella superstite, Kirstie, che già alla sua prima
apparizione manifesta dei comportamenti molto strani. La bambina afferma di
essere in realtà Lydia, scambiata per la gemella perché perfettamente identiche
e abbigliate allo stesso modo il giorno dell’incidente; in un secondo momento
la si vede parlare e giovare con la “sorella”, oltre a riferirsi spesso a se
stessa usando il plurale o confondendo la propria identità con quella della
piccola defunta.
E già qui
iniziano i problemi, perché ogni persona normale avrebbe come minimo portato la
bambina da un bravo psichiatra infantile; se non i genitori, per lo meno i
nonni, gli amici o la scuola si dovrebbero attivare in una situazione di questo
tipo: non siamo in un romanzo di fantascienza! O forse sì, dal momento che la
segretaria della scuola (dove siano preside ed insegnanti non è dato sapere)
come risposta agli assurdi comportamenti di Kirstie/Lydia decide di lasciarla a
casa per una settimana, e “poi si vedrà”.
Sarah ed Angus
si trovano in una situazione delicata anche nel loro rapporto come coppia, e la
trama ha in serbo parecchi colpi di scena, conditi da tradimenti e sensi di
colpa a volontà. Si capisce ben presto che la loro relazione è sempre stata
borderline, tra passione e violenza, anche a causa dei rispettivi trascorsi
familiari.
Proprio i
padri aggressivi ed alcolizzati sono uno dei cliché che affollano il romanzo,
elementi già visti ma sempre validi nei thriller; l’idea di sviluppare il
mistero principale sullo scambio tra due gemelle monozigote ha già parecchi
precedenti, come pure la distruzione del mito riguardo l’innocenza nei bambini
e la presenza di due voci narranti in contraddizione -tipo “L’amore bugiardo”
di Gillian Flynn (QUI la recensione).
L’aspetto che
più mi ha infastidito durante la lettura è stato proprio l’alternarsi dei POV
di Angus e Sarah. Nulla di sbagliato nelll’idea in se quanto nel passare dalla
prima persona al presente (lei) alla terza persona al passato (lui).
Sinceramente, preferisco una maggiore uniformità, inoltre nei capitoli POV di
Sarah ci sono inspiegabilmente dei pensieri virgolettati nel testo: perché
inserire tra virgolette questo tipo di narrazione che è per antonomasia la
trascrizione di un flusso di coscienza rimane un mistero.
I protagonisti
sono nel complesso ben sviluppati e l’autore analizza con attenzione le loro
emozioni, soprattutto nel personaggio di Sarah. La brevità del romanzo
penalizza invece i comprimari che sembrano spesso dimenticati tra i vari
capitoli: Josh e Molly, amici dei Moorcroft, e i genitori di Sarah compaiono
solo quando la trama lo richiede, in modo tutt’altro che naturale.
Ma qualcosa di
positivo nel libro c’è. Personalmente ho apprezzato molto le dettagliate
descrizioni del suggestivo paesaggio scozzese, diviso tra il mare impetuoso e
le stoiche montagne. Ottime anche l’alternanza tra dei momenti carichi di
tensione e scene di calma quasi placida, mix che riesce a mantenere viva l’attenzione
del lettore, nonché la sua curiosità per scoprire i segreti celati da ogni
personaggio.
DOVE COMPRARE QUESTO LIBRO
Nessun commento:
Posta un commento