Wrap-Up - Letture di febbaio 2020
Come promesso nella
TBR, le letture di febbraio sono state interamente incentrate sulla figura
storica e sulle opere di Jane Austen. A conti fatti, quale libro posso
consigliare a chi -come me- è suo fan? Spoiler: pochi!
Per inaugurare il
mese dedicato a Jane Austen non
potevo che affrontare il suo ultimo romanzo completo -nonché l'ultimo ancora da
leggere- "Persuasione".
Pur non scalzando il mio preferito "Emma" (QUI la recensione), devo
ammettere che si è rivelato una delle sue opere migliori, aggiudicandosi
ovviamente cinque stelline piene. Trovare
QUI la mia recensione dettagliata per la rubrica Un classico al mese.
Sono passata poi ad
un retelling in chiave moderna della storia di "Orgoglio e
pregiudizio" con "The Secret
Diary of Lizzie Bennet", scritto a quattro mani da Bernie Su e Kate Rorick. Questo meta-romanzo è collegato alla fortunata
web-series "The Lizzie Bennet Diaries" della quale va a riempire i
momenti offline, ossia narra le scene in cui i personaggi non stanno vloggando,
come pure le riflessioni personali della protagonista.
In questa versione
del capolavoro austeniano Lizzie è una studentessa di scienze della
comunicazione, preoccupata per i troppi debiti universitari e con una famiglia
decisamente invadente. L'arrivo nel vicinato del futuro dottore Bing Lee mette
in agitazione sua madre, che già lo vede maritato ad una delle tre figlie (qui
Mary è relegata al ruolo di cugina emo, mentre la povera Kitty viene
trasformata direttamente nel gatto di casa!). La storia segue a grandi linee il
romanzo a cui si ispira, narrando però ogni avvenimento in chiave
contemporanea; per fare un esempio -senza spoiler- quando Lizzie e Caroline
passeggiano per la stanza parlando con Darcy, la scena viene giustificata dal
fatto che Caroline abbia un bracciale fitness con il promemoria di fare
movimento.
In generale penso che
questi adattamenti siano brillanti: sebbene alcuni abbiamo stravolto la storia,
in particolare sul finale, ho trovato queste variazioni un cambiamento
imprescindibile per un romanzo ambientato ai giorni nostri. Dall'altro lato le
forzature per mantenere la storia sui binari originali mi hanno infastidita
perché vanno a rendere inverosimili i personaggi, e penso soprattutto a Mrs.
Bennet che già in "Orgoglio e pregiudizio" era fastidiosa e qui si
comporta da vera mentecatta.
Ho apprezzato molto i
temi che vengono affrontati, seppur in modo affatto pesante, come i rischi
della fama online o la difficoltà a lasciare il nido familiare ed acquistare
l'indipendenza nel mondo d'oggi. Il romanzo va così a rendere ancor più
completa e godibile la storia raccontata nella web-series.
Il mio voto è di quattro stelline.
Basata su
"Orgoglio e pregiudizio" è anche la terza lettura del mese, "Longbourn House" di Jo Baker, per la quale ho scritto una
recensione completa che potete trovare QUI. Su questo titolo di genere
prevalentemente storico avevo delle aspettative abbastanza alte, che purtroppo
non ho visto confermare, tanto da assegnare alla fine solo due stelline.
La situazione non è
certo migliorata con la lettura successiva; pur non aspettandomi nulla di ché
da "Tutta colpa di Mr Darcy"
di Shannon Hale, questo romanzo dal
ritmo a dir poco frenetico è riuscito a disattendere anche le mie bassissime
pretese.
La storia vede come
protagonista la trentenne newyorkese Jane Hayes che si spaccia per una grande
appassionata di Jane Austen, mentre in realtà è soltanto ossessionata
dall'interpretazione di Colin Firth nel ruolo di Mr Darcy nella miniserie BBC
anni Novanta. Grazie al lascito di una ricca prozia, Jane potrà trascorrere tre
settimane di vacanza a Pembrook Park, una tenuta inglese dove viene allestito
un parco a tema per chi vuole -e può permettersi- di vivere un'avventura in
stile Regency.
Sorvolando sul fatto
che questo luogo è in sostanza un'agenzia di escort in costume d'epoca, con una
proprietaria che tiene un comportamento decisamente anti-economico (a
prescindere dallo status sociale, non credo sia una buona idea insultare i
propri clienti, soprattutto ai tempi di Trip Advisor e simili!), questo romanzo
è tra i pochi a poter vantare un adattamento cinematografico migliore della
versione cartacea. Il film infatti riesce a strappare qualche risata, mentre queste
battute non sfigurerebbero in una puntata di Colorado.
Che dire poi della
drammatizzazione di ogni sciocchezza, dei riferimenti ad altri autori (stuprare
la Austen non ti bastava, Shannon?), dell'aggressione a sfondo sessuale fatta
passare come una ragazzata o delle continue contraddizioni della protagonista?
E lo stile, pur non essendo pretenzioso, non è da meno: i pensieri vengono
mescolati in modo casuale alla narrazione in terza persona ed i pochi momenti
(forse) interessanti vengono solo raccontati a posteriori.
Il titolo originale
poi mi lascia ancor adesso perplessa, perché "Austenland" non è il
vero nome del parco ma la protagonista insiste a chiamarlo così, sia tra sé che
con gli altri. Per lo meno in Italia si è optato per un titolo più coerente, ma
è il solo aspetto positivo in un'edizione troppo costosa e con una traduzione
da rivedere: cari traduttori, smettetela di mischiare il Lei e il Voi nelle
stesse frasi!
Il mio voto è di una stellina.
Sono poi
fortunatamente riuscita a risollevare la media del mese, arrestando la discesa
nei voti negativi con le ben cinque
stelline assegnate a "The Jane
Austen Project" di Kathleen A.
Flynn. Per avere maggiori dettagli potete andare QUI e scoprire di più su
questo romanzo multi-genere incentrato su una missione per recuperare il
manoscritto perduto de "I Watson".
E proprio su questo
romanzo incompiuto della Austen si basa "I Watson e Emma Watson" di Joan Aiken, che si prefigge di continuare e dare un epilogo a
quest'opera monca. Sono rimasta turbata dalla scelta della TEA di inserire
all'inizio il testo austeniano, seguito dal romanzo della Aiken: da un lato è
stato piacevole ed utile rileggere il lavoro della Austen, dall'altro tutte le
informazioni vengono comunque ribadite -a volte usando le stesse parole- e lo
stacco (leggasi, scivolone) di stile tra le due autrici diventa ancor più
evidente, anche perché la Aiken si è messa di impegno per stravolgere la storia
originale ed inserire una sfilza di nuovi personaggi in un cast già ricco.
La storia è quella
dei fratelli Watson, con il padre malato e i vecchi rancori che vengono
facilmente a galla; il punto di vista spetta alla figlia minore, Emma, da poco
tornata alla casa paterna dopo aver trascorso l'adolescenza presso una ricca
zia. Da qui la Aiken prende le redini della trama con un solo obiettivo in
mente: fornire a tutti i Watson un partner entro la fine del romanzo, non
importa quanti deus ex machina devono saltar fuori per rendere questo
possibile.
Voler completare
un'opera della Austen è di certo un fine ambizioso, e purtroppo questa
scrittrice non si dimostra all'altezza della (auto) sfida. La sua storia è
arricchita da un numero spropositato di sottotrame che rendono il ritmo troppo
veloce, tanto che alcuni passaggi tra una scena e l'altra sembrano essere stati
tagliati, per non parlare dei quesiti disseminati lungo il romanzo e privi di
una risoluzione, come le due luci che Emma vede a Clissock dalla finestra della
camera... sapremo mai chi si è incontrato nel bosco?
Divisi in modo netto
tra buoni e cattivi (come la stessa Aiken ci ricorda marcatamente ogni due
pagine), i personaggi sono incapaci di trasmettere emozioni e si relazionano
tra di loro con dei dialoghi davvero goffi ed innaturali. In generale lo stile
è fastidioso ed infantile, specialmente nelle descrizioni dei personaggi;
aggiungiamoci poi una sovrabbondanza di puntini di sospensione e aggettivi
inseriti a gruppi di tre o più, in alcuni casi senza logica (ad esempio, dire
"più alto e meno basso" è decisamente superfluo).
Anche la traduzione
mi ha fatto storcere il naso, specie perché ci si ostina a tradurre il verbo
cry solo come gridare. Ne consegue un libro in cui i personaggi sembrano
costantemente incazzati. Un po' come i lettori.
Il mio voto è di una stellina e mezza.
Ho concluso questo
mese di letture dedicate a Jane Austen con un romanzo che, pur con i suoi
difetti, ha riequilibrato in parte la media dei voti (ultimamente sono
parecchio critica, lo so).
Forse più noto per il
suo adattamento cinematografico, "Jane
Austen Book Club" di Karen J.
Fowler parte già svantaggiato per il suo titolo fuorviante; sì, c'è un club
del libro che analizza di volta in volta i romanzi principali della Austen, ma la
sua opera ha un ruolo abbastanza marginale nella storia che si focalizza invece
sulle vite dei singoli membri di questo gruppo. Il risultato è un romanzo che
sembra piuttosto una raccolta di novelle, anche perché è del tutto assente una
trama verticale: dopo lo spunto iniziale -Jocelyn fonda il club per distrarre
l'amica di sempre Sylvia dalla separazione con il marito- la storia si arena
completamente, salvo un rapido salto in avanti nell'epilogo che cerca di dare a
(quasi) tutti i personaggi un lieto fine.
Essendo un titolo
character-driven, ci si aspetterebbe dei personaggi ben delineati, mentre la
Fowler racconta tante storia tutte fin troppo simili tra loro (famiglie
d'origine problematiche, dubbi sentimentali, lavoro noioso o precario) ed anche
i caratteri dei protagonisti hanno molti tratti in comune, come l'insofferenza
o la tendenza ad evitare il dialogo. Per contro, quando sono riuniti assieme
agli incontri del club, sembra di trovarsi di fronte ad un surrogato di
famiglia, per merito specialmente della curiosa narrazione in prima persona
plurale.
Il testo è suddiviso
in modo che ogni capitolo ruoti attorno ad un romanzo e ad un personaggio
(soprattutto); l'ho trovata una buona scelta, seppur con il deficit di ottenere
dei capitoli parecchio lunghi. Bocciato invece l'alternarsi continuo di scene
al passato e al presente per gli sbalzi troppo frequenti e repentini che a
volte fanno perdere il filo logico.
A fine volume è
presente una sezione di contenuti extra: i riassunti dei romanzi asuteniani
sono frettolosi ed imprecisi, le opinioni dei critici interessanti seppur
eccessive, mentre ho apprezzato le domande dei personaggi che sfondano la
quarta parete e vogliono dar vita ad un club del libro sul club del libro.
Il mio voto è di tre stelline.
DOVE COMPRARE QUESTI LIBRI
- "The Secret Diary of Lizzie Bennet" di Bernie Su e Kate Rorick
- "Tutta colta di Mr Darcy" di Shannon Hale
- "I Watson e Emma Watson" di Joan Aiken
- "Jane Austen Book Club" di Karen J. Fowler
Nessun commento:
Posta un commento