«Lo aveva lasciato per compiacere altre persone. Era stato l'effetto di una persuasione forzata»
Un classico al mese
"Persuasione" di Jane Austen
LA SCHEDA TECNICA
TITOLO: Persuasione
AUTORE: Jane Austen
TITOLO ORIGINALE: Persuasion
TRADUTTORE: Fiorenza Fantaccini
EDITORE: Newton Compton
COLLANA: I Minimammut
PAGINE: 210
VOTO: 5 stelline
TRADUTTORE: Fiorenza Fantaccini
EDITORE: Newton Compton
COLLANA: I Minimammut
PAGINE: 210
VOTO: 5 stelline
"Persuasione" è l'ultima opera
completa di Jane Austen e, come i suoi altri romanzi, sfrutta la facciata del
romance per affrontare in chiave satirica temi a lei cari; in particolare,
questo titolo calca molto sulle disparità sociali e sull'ottusa limitatezza
della vecchia nobiltà che considera inferiore ogni altra categoria, per quanto
onorevole nei fatti,
«"Anzitutto, [la carriera in
marina] è un mezzo che permette a persone di oscuri natali di raggiungere una
immeritata distinzione, innalzando degli individui a degli onori che i loro
padri e i loro nonni mai s'erano sognati [...]"»
In questo aspetto, il più frivolo si dimostra
indubbiamente Sir Walter Elliot, padre della protagonista del romanzo Anne;
anni prima dell'inizio del romanzo, era stata proprio l'opposizione del padre
-unita alla persuasione esercitata dall'amica Lady Russell- a convincere la
ragazza a rompere il fidanzamento con il Capitano Wentworth, considerato troppo
umile per poter ambire alla mano della figlia di un baronetto.
Nel presente troviamo una situazione quasi
rovesciata: la famiglia Elliot è in gravi difficoltà finanziarie, tanto da
dover affittare l'antica dimora, mentre il caso porta Anne a rincontrarsi con
Wentworth, ora arricchito grazie all'impegno nella marina militare. Anche
grazie alla temporanea separazione dal padre e da Lady Russell, la protagonista
trova il coraggio di ribellarsi alle imposizioni esterne ed iniziare a decidere
con la propria testa cosa la renda veramente felice,
«"Mr. Elliot è una persona
estremamente piacevole, per molti aspetti ho grande stima di lui", disse
Anne; "ma non siamo fatti l'uno per l'altra".[...]»
Anne è senza dubbio il personaggio meglio
caratterizzato del romanzo. All'inizio la vediamo sempre pacata e remissiva,
pronta a chinare il capo quando non viene ascoltata dalla sua famiglia;
«Lo scopo di Anne era di non essere
d'intralcio a nessuno, [...].»
il suo arco narrativo
copre l'intera trama e risulta molto realistico per merito dei suoi stessi
tentennamenti: più volte la vediamo incerta e preoccupata delle reazioni
altrui, e solo al termine del romanzo riesce ad acquistare la legittima
indipendenza, assieme ad una ritrovata bellezza fisica che gli anni precedenti
avevano a poco a poco annichilito.
Il Capitano Wentworth in un primo momento
sembra uno dei tanti eroi austeniani, ma nella seconda parte si riscatta ammettendo
di aver commesso degli sbagli dettati dal troppo orgoglio; risulta nel
complesso molto più gradevole di tanti protagonisti maschili infallibili.
Sono rimasta favorevolmente colpita anche da
Mrs. Croft, sia per la sua indole decisa sia per le riflessioni fortemente
femministe,
«"Ma odio sentirti parlare in
questo modo, come un raffinato gentiluomo, e come se le donne fossero tutte
delle signore raffinate invece di creature raziocinanti."»
Molto positivo
soprattutto il suo rapporto con l'Ammiraglio, che la supporta in modo istintivo
e con il quale sembra avere una perfetta sintonia. Tutto considerato, approvo
anche Lady Russell che potrebbe essere scambiata per l'antagonista della
storia, ma in realtà è la sola ad avere davvero a cuore il benessere di Anne.
Non possono poi mancare i personaggi comici
con le loro piccole contraddizioni, come la sorella minore di Anne, Mary:
«"[le sorelle Musgrove] non si
prendono mai il disturbo di deviare dai loro percorsi consueti".
"Forse le vedrai prima di sera.
È ancora presto".
"Non sento mai la loro
mancanza, te lo assicuro"»
Queste battute
alleggeriscono i toni del romanzo, e vengono utilizzate sia per divertire sia
per mettere in evidenza le tematiche di questo titolo. L'importanza data da Sir
Walter ai titoli nobiliari si rispecchia così nella sua ossessione per
l'avvenenza fisica, tanto da spingerlo a frequentare soltanto persone che
superano i suoi rigidi criteri estetici:
«Mr. Elliot era molto più gradevole
della maggior parte degli uomini, e [Sir Walter] non aveva alcuna obiezione a
farsi vedere ovunque insieme a lui.»
Per alcune sue caratteristiche, come la
lunghezza inusuale, i dialoghi solo accennati e le molte scene raccontate a
posteriori, questo romanzo viene a volte considerato un incompiuto. A mio
parere, forse la Austen voleva lavorarci ancora un po', ma questo non toglie
che ci abbia donato una storia dai messaggi prepotentemente moderni; ad esempio
possiamo prendere questa affermazione di Anne, secondo la quale:
«"Se una ragazza preferisce un
altro uomo, è giusto che lo abbia".»
o anche il suo
dialogo finale con il Capitano Harville, costellato da tante piccole perle che
da sole valgono questa lettura.
L'edizione non è tra le peggiori che la
Newton Compton abbia mai sfornato, ma ho notato la presenza di vari refusi;
nulla di grave se in un paio di occasioni Anne diventa Anna, ma mi ha sinceramente
divertito che abbiano trasformato Sir Walter Scott in un ultra centenario,
indicando il 1711 come data di nascita del celebre poeta.
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