venerdì 21 febbraio 2020

La storia può essere cambiata? - Recensione a "The Jane Austen Project" di Kathleen A. Flynn

«Her early death has longly tormented her biographers and her fans ... it was why I was here»

La storia può essere cambiata?

Recensione a "The Jane Austen Project" di Kathleen A. Flynn


LA SCHEDA TECNICA

TITOLO: The Jane Austen Project
AUTORE: Kathleen A. Flynn
TITOLO ORIGINALE: -
TRADUTTORE: -
EDITORE: Harper Collins Publishers
COLLANA: Harper Perennial
PAGINE: 370
VOTO: 5 stelline

IL COMMENTO
 
  "The Jane Austen Project" presenta una sapiente combinazione di fantascienza, ambientazione storica e slow-burn romance; il romanzo fornisce anche una serie di interessanti informazioni sulla vita, i rapporti familiari e le amicizie di Jane Austen, quindi è consigliato innanzitutto ai fan di questa autrice. E poi a tutti gli altri!
  La storia parte con l'arrivo di Rachel e Liam nell'Inghilterra del 1815, in particolare nella campagna poco lontano la città di Londra. I due si presentano come fratello e sorella, eredi di un proprietario terriero nelle Indie Occidentali, ma in realtà provengono da un futuro distopico; si tratta in realtà di un tipo abbastanza leggero di distopia, simile a quella de "L'uomo che voleva essere colpevole" di Henrik Stangerup (QUI la recensione): dopo un evento apocalittico, l'umanità si è dovuta adattare alla nuova situazione e l'Inghilterra è riuscita a prendere il controllo di molte nazioni, ricreando quello che un tempo era il suo impero, ma senza arrivare ad una vera dittatura. Questo aspetto ed alcune affermazioni portano alla mente "La fattoria degli animali" di George Orwell (QUI la recensione) e la frase iconica sull'uguaglianza tra gli animali:

«"We are all British now." That was the official line what everyone said after the Die-off and all that had followed. [...] "But some are more British than others."»

Il loro è anche un mondo parecchio evoluto dal punto di vista tecnologico, tanto che il cibo non deriva alle coltivazioni o dagli allevamenti ma viene sintetizzato in laboratorio,

«Our own world was vegan for necessity, food the product of technology, not nature.»

ed è anche stata creata una macchina del tempo, utilizzata proprio dai due protagonisti per questa missione volta a recuperare un manoscritto inedito di Jane Austen.
  Con questa premessa c'era il rischio concreto di ottenere una storia dai risvolti decisamente trash, ma un po' come per "Lui è tornato" di Timur Vermes (QUI la recensione) questo pericolo viene evitato abilmente grazie ad uno sviluppo della trama attento e sempre puntuale, nonostante un'evidente lentezza che potrebbe scoraggiare alcuni lettori.
  La storia ci viene narrata in prima persona da Rachel, ed è molto coinvolgente grazie al suo tono spontaneo ed ironico,

«He'd be terrible in bed. I put my odds of sleeping with him before the mission had ended at 70 percent.»

ma anche per la contrapposizione tra il suo essere una donna in carriera (in particolare, una dottoressa che ha preso parte a molte missioni in zone pericolose) nel suo tempo e il trovarsi ora relegata in un ruolo passivo nel quale la sua attività principale è cucire camicie per il "fratello".

«As Dr. Rachel Katzman, there were a million things I would have loved to ask her about [...] As Miss Mary Ravenswood, I sat with my hands folded, all my words dried up.»

  Pur rimanendo in secondo piano rispetto a Rachel, Liam si dimostra un ottimo personaggio anche se difficile da leggere: il suo passato come attore gli permette infatti a interpretare dei ruoli anche nelle relazioni interpersonali,

«[...] I saw he had assumed yet another persona for the occasion, and was determined not to be intimidated.»

e solo andando avanti con la trama sarà possibile per Rachel -e per i lettori con lei- comprendere meglio il suo vero carattere.
  Trovo che anche le figure storiche introdotte in questa storia sia state scritte in modo credibile; è evidente che l'autrice si è impegnata soprattutto per la caratterizzazione di Jane Austen in modo da tradurre il suo acume letterario in un personaggio tridimensionale.
Cover cinese
  In tutto il romanzo, la Flynn sfrutta il punto di vista di Rachel per riflettere sulla condizione delle donne ad inizio Ottocento; la protagonista si trova ben presto a ragionare in modo diverso in quest'epoca,

«But how ghastly to be a woman here, I thought, as I realized that even I, who should know better, was thinking of them only in reference to men: those they would marry, or those they might wish to.»

e capisce la propria situazione di svantaggio nei confronti del collega Liam, che tutti i loro nuovi conoscenti consultano per primo ed ascoltano con rispetto. Pur ponendosi quesiti come questo:

«Yet intelligent, energetic women had to exist in the same proportion in every era; [...]. How did they manage it, how did so few go insane?»

la protagonista non si lascia plasmare dalla realtà che la circonda e, anche una volta tornata nel suo tempo, rimane fermamente decisa sulle sue posizioni e non si lascia persuadere a seguire serenamente quello che le viene consigliato in quanto parte della società.
  Rachel è un'ottima voce narrante, e il fatto che sia una donna adulta rende più chiaro ed apprezzabile il suo modo di vedere la vita: avendo ormai un certo bagaglio di esperienze, è disillusa e nelle relazioni non cerca l'amore,

«I like having sex, preferably with men, thug I don't rule women out. No one needs to be tied up or spanked, and no one needs to be in love.»

inoltre, per quanto ci rimugini sopra, capisce di dover affrontare i suoi problemi parlando in modo sincero con gli altri e risolvendo così le situazioni di attrito.
  In un periodo in cui mi trovo troppo spesso a leggere di protagoniste molto più infantili di quanto la loro età anagrafica suggerirebbe, Rachel è stata per me una vera sorpresa: spero di trovare altre donne indipendenti ed oneste come lei nella letteratura contemporanea.

DOVE COMPRARE QUESTO LIBRO

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