«Her early death has longly tormented her biographers and her fans ... it was why I was here»
La storia può essere cambiata?
Recensione a "The Jane Austen Project" di Kathleen A. Flynn
TITOLO: The Jane Austen Project
AUTORE: Kathleen A. Flynn
TITOLO ORIGINALE: -TRADUTTORE: -
EDITORE: Harper Collins Publishers
COLLANA: Harper Perennial
PAGINE: 370
VOTO: 5 stelline
"The
Jane Austen Project" presenta una sapiente combinazione di fantascienza,
ambientazione storica e slow-burn romance; il romanzo fornisce anche una serie
di interessanti informazioni sulla vita, i rapporti familiari e le amicizie di
Jane Austen, quindi è consigliato innanzitutto ai fan di questa autrice. E poi
a tutti gli altri!
La storia
parte con l'arrivo di Rachel e Liam nell'Inghilterra del 1815, in particolare
nella campagna poco lontano la città di Londra. I due si presentano come
fratello e sorella, eredi di un proprietario terriero nelle Indie Occidentali,
ma in realtà provengono da un futuro distopico; si tratta in realtà di un tipo
abbastanza leggero di distopia, simile a quella de "L'uomo che voleva
essere colpevole" di Henrik Stangerup (QUI la recensione): dopo un evento
apocalittico, l'umanità si è dovuta adattare alla nuova situazione e
l'Inghilterra è riuscita a prendere il controllo di molte nazioni, ricreando
quello che un tempo era il suo impero, ma senza arrivare ad una vera dittatura.
Questo aspetto ed alcune affermazioni portano alla mente "La fattoria
degli animali" di George Orwell (QUI la recensione) e la frase iconica
sull'uguaglianza tra gli animali:
«"We are all British now."
That was the official line what everyone said after the Die-off and all that
had followed. [...] "But some are more British than others."»
Il loro è anche un mondo parecchio evoluto dal punto
di vista tecnologico, tanto che il cibo non deriva alle coltivazioni o dagli
allevamenti ma viene sintetizzato in laboratorio,
«Our own world was vegan for
necessity, food the product of technology, not nature.»
ed
è anche stata creata una macchina del tempo, utilizzata proprio dai due
protagonisti per questa missione volta a recuperare un manoscritto inedito di
Jane Austen.
Con questa premessa c'era il rischio concreto
di ottenere una storia dai risvolti decisamente trash, ma un po' come per
"Lui è tornato" di Timur Vermes (QUI la recensione) questo pericolo
viene evitato abilmente grazie ad uno sviluppo della trama attento e sempre puntuale,
nonostante un'evidente lentezza che potrebbe scoraggiare alcuni lettori.
La storia ci viene narrata in prima persona
da Rachel, ed è molto coinvolgente grazie al suo tono spontaneo ed ironico,
«He'd be terrible in bed. I put my
odds of sleeping with him before the mission had ended at 70 percent.»
ma
anche per la contrapposizione tra il suo essere una donna in carriera (in
particolare, una dottoressa che ha preso parte a molte missioni in zone
pericolose) nel suo tempo e il trovarsi ora relegata in un ruolo passivo nel
quale la sua attività principale è cucire camicie per il "fratello".
«As Dr. Rachel Katzman, there were a
million things I would have loved to ask her about [...] As Miss Mary
Ravenswood, I sat with my hands folded, all my words dried up.»
Pur rimanendo in secondo piano rispetto a
Rachel, Liam si dimostra un ottimo personaggio anche se difficile da leggere:
il suo passato come attore gli permette infatti a interpretare dei ruoli anche
nelle relazioni interpersonali,
«[...] I saw he had assumed yet
another persona for the occasion, and was determined not to be intimidated.»
e
solo andando avanti con la trama sarà possibile per Rachel -e per i lettori con
lei- comprendere meglio il suo vero carattere.
Trovo che anche le figure storiche introdotte
in questa storia sia state scritte in modo credibile; è evidente che l'autrice
si è impegnata soprattutto per la caratterizzazione di Jane Austen in modo da
tradurre il suo acume letterario in un personaggio tridimensionale.
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Cover cinese |
«But how ghastly to be a woman here,
I thought, as I realized that even I, who should know better, was thinking of
them only in reference to men: those they would marry, or those they might wish
to.»
e
capisce la propria situazione di svantaggio nei confronti del collega Liam, che
tutti i loro nuovi conoscenti consultano per primo ed ascoltano con rispetto.
Pur ponendosi quesiti come questo:
«Yet intelligent, energetic women
had to exist in the same proportion in every era; [...]. How did they manage
it, how did so few go insane?»
la
protagonista non si lascia plasmare dalla realtà che la circonda e, anche una
volta tornata nel suo tempo, rimane fermamente decisa sulle sue posizioni e non
si lascia persuadere a seguire serenamente quello che le viene consigliato in
quanto parte della società.
Rachel è un'ottima voce narrante, e il fatto
che sia una donna adulta rende più chiaro ed apprezzabile il suo modo di vedere
la vita: avendo ormai un certo bagaglio di esperienze, è disillusa e nelle
relazioni non cerca l'amore,
«I like having sex, preferably with
men, thug I don't rule women out. No one needs to be tied up or spanked, and no
one needs to be in love.»
inoltre,
per quanto ci rimugini sopra, capisce di dover affrontare i suoi problemi
parlando in modo sincero con gli altri e risolvendo così le situazioni di
attrito.
In un periodo in cui mi trovo troppo spesso a
leggere di protagoniste molto più infantili di quanto la loro età anagrafica
suggerirebbe, Rachel è stata per me una vera sorpresa: spero di trovare altre
donne indipendenti ed oneste come lei nella letteratura contemporanea.
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