«Not everyone has to be the guy who saves the world. Most people just have to live their lives the best they can»
Di tutto, ma poco
Recensione a "The Rest of Us Just Live Here" di Patrick Ness
TITOLO: The Rest of Us Just Live Here
AUTORE: Patrick Ness
TITOLO ORIGINALE: -TRADUTTORE: -
EDITORE: Harper Collins Publishers
COLLANA: HarperTeen
PAGINE: 320
VOTO: 3 stelline e mezza
"The Rest of Us Just Live Here" è un romanzo di
formazione che prende di mira gli stereotipi del genere hurban fantasy mettendo
al centro della narrazione i personaggi che solitamente si trovano sullo
sfondo, mentre gli eroi (qui chiamati genericamente "indie kids") sono
impegnati a salvare il mondo da minacce aliene e soprannaturali.
«He
doesn't see us-the indie kids never really see us, not even when we're sitting
next to them in class [...].»
La trama segue
le ultime settimane di liceo per quattro amici, mentre la sottotrama fantasy ci
narra dell'invasione ad opera dei malvagi Immortals; a differenza di ciò che mi
sarei aspettata, le vite dei protagonisti si trovano spesso influenzate
dall'altra storyline, dimostrando come spesso nelle storie fantastiche (siano
essere raccontate nei libri o mostrate nei film e nelle serie TV) si tenda a
dimenticare le morti o gli incidenti collaterali alle persone comuni.
Voce narrante
della storia è il diciassettenne Michael "Mike" Mitchell, affetto da
una forte ansia che sfocia in comportamenti ossessivi compulsivi: si trova
bloccato in loop insensati a causa della tensione causata dalla prospettiva di
dover lasciare ciò che conosce in termini di persone e luoghi per cominciare il
percorso universitario. Sono rimasta positivamente colpita dal modo in cui la
sua condizione viene affrontata, sia da lui che chiede aiuto agli amici e alla
famiglia,
«"I
know", I say. "I've been getting stuck in these kind of...loops
lately and it's getting harder and harder to get out of them."
"Even
when it's hurting you?"
"Even
when I know it's stupid. [...] actually makes it worse."»
sia dalla madre che subito decide di mandarlo da un
professionista fidato, sia dal medico che affianca alla terapia dei medicinali.
Allo stesso modo, il disturbo alimentare della sorella "Melinda" Mel
non viene trattato in modo superficiale, e risulta molto positivo per il target
di riferimento come lei cerchi il supporto del fratello anziché nascondergli il
problema.
Uno degli
aspetti più positivo del romanzo è dato proprio dal modo diretto con cui
vengono rappresentate molte minoranze e diversità, normalizzandole in modo
educativo:
«Funny
how you can forget that every family isn't like yours.»
Oltre ai due fratelli abbiamo Jared -ebreo e
dichiaratamente gay- che vive solo con il padre, ed Henna -metà finlandese e
metà afroamericana- impegnata a superare il lutto per la "scomparsa"
del fratello. Nel complesso il gruppo dei protagonisti è davvero gradevole:
mostrano un'ottima affinità tra loro e la comprensione reciproca gli permette
di affrontare tutte le problematiche al meglio, anche nell'ottica del difficile
mondo scolastico statunitense che viene spesso deriso da Mike.
«We're
all college prep, so most of the hard work had to be done early enough to prove
to colleges we'd be worth indebting ourselves forever to them.»
![]() |
Cover bulgara |
L'ironia del narratore riesce ad arricchire
una narrazione altrimenti davvero piatta a livello stilistico, dal momento che
le descrizione dei luoghi sono del tutto assenti e quelle dei personaggi
abbastanza scarne; il sarcasmo con cui Mike si prende gioco di molte situazione
paradossali, come la superficialità delle istituzioni religiose,
«There's
a bunch of huge churches clustered together, trying to blend in with all the
family-themed restaurants, because salvation is as easy as chicken wings, I
guess.»
strappa
un sorriso ed invita il giovane (in teoria) lettore a farsi qualche domanda
sulla società in cui vive. Il senso dell'umorismo dell'autore si palesa anche
nei brevi paragrafi a inizio capitolo in cui si riassumono in poche parole gli
eventi riguardanti gli indie kids e la loro missione; Ness ne approfitta anche
per deridere i molti cliché del genere hurban fantasy in particolare, e di gran
parte della narrativa per ragazzi degli ultimi anni in generale:
«[...]
then he tells her she's beautiful in her own special way and that's when she
knows she can trust him; [...]»
Questo romanzo viene in parte sminuito da un
finale molto conveniente, che chiude in modo affrettato le diverse sottotrame;
positivo invece che si lasci aperta la vicenda principale, dal momento che
riguarda le vite stesse dei protagonisti. Un altro elemento fastidioso è il
tentativo di questi ultimi di fermare gli Immortals, seppur in modo blando,
perché il lettore è portato a considerare poco quell'aspetto della storia e si
confonde su a chi spetti combattere gli invasori.
Un aspetto non troppo negato a mio avviso, ma
sicuramente da bocciare per chi ama stupirsi mentre legge un romanzo è
l'eccessiva anticipazione degli eventi data dalla sovrapposizione tra la storia
di Mike e amici e quella degli indie kids. Personalmente trovo ben più
discutibile l'eccessivo numero di tematiche che l'autore inserisce nel testo,
con il risultato che la maggior parte vengono affrontate solo in modo molto
superficiale, come l'alcolismo nel caso del padre di Mel e Mike o lo stress nei
bambini che, come la piccola Meredith, si trovano con un gran numero di impegni
e attività extrascolastiche a causa delle ambizioni esagerate dei genitori.
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