«In all fairness, her plan to get into the citadel had worked. It was getting out again that had proved to be the problem»
Cosa diamine c'era in fondo al lago?
Recensione a "Beneath the Citadel" di Destiny Soria
TITOLO: Beneath the Citadel
AUTORE: Destiny Soria
TITOLO ORIGINALE: -TRADUTTORE: -
EDITORE: Harry N. Abrams, Inc.
COLLANA: Amulet Books
PAGINE: 470
VOTO: 4 stelline e mezza
IL COMMENTO
"Beneath the Citadel" è un romanzo
per ragazzi di genere fantasy dai toni molto avventurosi, pur mantenendo un
ritmo non fastidiosamente frenetico; il testo comprende anche una generosa
componente di romanzo di formazione, che permette al lettore di entrare in
empatia con i protagonisti della storia, nonostante siano relativamente
numerosi.
La vicenda si
sviluppa in una manciata di giorni e vede come teatro la città fittizia di
Eldra, dove governa da svariati decenni il cosiddetto alto concilio, organo
elettivo che si avvale dei servigi di persone dotate per la divinazione al fine
di mantenere il controllo -e la fiducia- della popolazione. Da qualche tempo
però in città avvengono degli strani casi di malesseri che spesso portano le
persone a vegetare in uno stato semi-comatoso; il gruppo dei giovani
protagonisti è determinato a scoprire cosa si celi dietro questi episodi,
sperando così di smascherare anche la corruzione nella quale prospera il
concilio,
«Now
the prophecies were twisted to justify the council's seizing land and raising
taxes on the lower wards to fund their lifestyles [...].»
ai danni della popolazione, che si trova in balia
delle profezie infallibili enunciate secoli prima dagli elder seers.
Oltre a questi
antichi veggenti, ormai più simili a delle figure leggendari che a persone
vere, il sistema magico ideato dalla Soria comprende altre categorie: abbiamo i
diviners -capaci di predire il futuro prossimo osservando le rune o le foglie
di tea-, mentre rooks e sentients possiedono dei poteri legati alla lettura dei
ricordi passati. A queste figure si affiancano poi gli alchemists e il
Blacksmith (che crea un legame tra persone e materiali), le cui abilità sono
però legale più alla scienza che alla pura magia. Nel complesso, trovo che
l'autrice abbia saputo gestire molto bene il fattore fantastico, circoscrivendo
i poteri di ognuno e sfruttandoli soprattutto per creare degli ottimi colpi di
scena.
I personaggi
sono un altro aspetto positivo della narrazione, soprattutto per la varietà di
minoranze che vanno a rappresentare: nonostante ci troviamo in un mondo di
fantasia, per esempio, la descrizione del loro aspetto ricorda quello di etnie
molto diverse; abbiamo anche diverse fisicità, orientamenti sessuali (in
particolare, vorrei far presente quello asessuale, che non compare spesso negli
YA) e disabilità, sia fisiche che psicologiche. È evidente l'impegno della
Soria nel dar voce all'artropatia che affligge Newt, per cui il ragazzo capisce
di aver compromesso la sua salute per raggiungere delle capacità ginniche di
quel livello,
«[...]
while he could bend his body in fantastic fashion, it came at a price. He'd
never told them that one day he might finally break, irrevocably, and that this
thought haunted his nightmares.»
come anche agli attacchi di panico della flemmatica
Alys, che ricoprono un ruolo chiave nella trama, senza risultare però dei meri
espedienti narrativi.
«She
was afraid to open her eyes because sometimes in the middle of the maelstrom
everything was hazy and dreamlike, and what if one day she couldn't find her
way back to the waking world?»
Tra i protagonisti, un posto d'onore è
riservato a Cassa -diminutivo di Cassandra, un nome perfetto in un romanzo dove
si parla di profezie-, figlia dei capi della ribellione che anni prima metteva
in grosse difficoltà il concilio. La ragazza fatica a farsi apprezzare dal
lettore, soprattutto per una testardaggine snervante, che trova però ragion
d'essere più avanti nella storia; a mio avviso, proprio questa sua peculiarità
la rende il personaggio più riuscito, in un gruppo che comprende comunque dei
caratteri sempre molto credibili.
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Cover audiolibro |
Gli altri quindi non sono da meno: in particolare,
ho apprezzato lo spazio che la pianificatrice Vesper riesce a conquistarsi
nella parte finale del volume,
«Vesper
had never held so much of another person before. Her focus was starting to
fray. Her heart was hammering in her ears.»
e la
presa di coscienza della già citata Alys, che fino all'ultimo si sente
inadeguata per il ruolo di diviner del gruppo e compie quindi un arco narrativo
realistico, con dei momenti di sconforto o di gioia che la rendono simpatetica.
«Why
did every challenge have to feel like the first she'd ever faced, while Cassa
and Evander and Newt always grew sharper, stronger, braver? [...] She could
never be any of those things. She could never be. She could never. She could.»
Per gli antagonisti è necessario fare invece
una distinzione. Da un lato abbiamo l'alto cancelliere Dane e un secondo
personaggio (non lo nomino direttamente per evitare uno spoiler gratuito) che
devo ammettere di aver trovato ben scritti e dotati di motivazioni e
personalità; d'altra parte, i membri dell'alto concilio vengono descritti più
volte ma non riescono a rimanere impressi nella mente dei personaggi,
«They
had always been a vague, collective enemy. More a personification of hundreds
of years of secrecy and corruption than four living, breathing human beings.»
e
neppure dei lettori, per la loro caratterizzazione scontata.
Altri elementi migliorabili sono lo stile
troppo semplice scelto dall'autrice e l'inserimento un po' forzato di scene
romantiche che, seppur gradevoli nel complesso della storia d'amore, la
presentano erroneamente come un insta-love.
«He
took the hand and stood up, and for a split second, with their hands still
clasped, their eyes met, and Newt could sense the world around them in perfect
clarity [...].»
Per
contro, la Soria ribalta abilmente altri cliché tipici della letteratura per
ragazzi, riuscendo nel contempo ad affrontare delle tematiche relativamente
mature, come la presa di responsabilità per le proprie azioni, perfetta per un
mondo fantastico basato su delle profezie che sembrano ridurre la capacità
decisionale degli individui.
A dispetto di una perplessità iniziale,
approvo anche la struttura dei capitoli: temevo si creasse del distacco, invece
l'idea di scrivere a parte i flashback risulta ottima per evitare un'eccessiva
confusione dei POV dei vari personaggi.
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