Lettura d'Insieme
The Grisha Trilogy di Leigh Bardugo
Cover USA |
The Grisha Trilogy -anche nota come Shadow
and Bone Trilogy- è una trilogia fantasy con target young adult scritta da Leigh
Bardugo e pubblicata tra il 2012 e il 2014. Con questa serie viene creato il
Grishaverse, nel quale sono ambientati diversi altri romanzi dell'autrice.
La serie è ambientata principalmente nel
regno di Ravka, da anni in guerra con le nazioni vicine e divisa a metà dalla
pericolosa Shadow Fold; a dare manforte all'esercito regolare è presente una
seconda armata composta dai Grisha, dotati di poteri speciali e soggetti a
forti discriminazioni. La cartografa Alina Starkov scopre inaspettatamente di
essere una Grisha, in particolare la sola a poter evocare la luce che potrebbe
distruggere la Fold e riunire il Paese.
Questa serie mi è abbastanza piaciuta, ma
alcuni aspetti non mi hanno convinta del tutto, e sono qui per elencare pro e
contro alla lettura della serie.
Attenzione: da qui in poi ci saranno
SPOILER!
PRO
1.
ALINA (E MAL)
Dopo un inizio incerto e zeppo di stereotipi,
Alina si rialza e dimostra di poter essere una valida protagonista, trovando un
equilibro nel suo ruolo di guida a dispetto dei molti, ragionevoli dubbi che la
mettono in difficoltà.
«I prayed he
was right, that I wasn't just another leather taking their loyalty and repaying
them with useless, honorable death.»
È particolarmente
interessante leggere della sua presa di coscienza e dell'accettazione per i
poteri che si trova a dover gestire; inizialmente ne è turbata, poi sempre più
attratta e fino all'ultimo si rimane in dubbio se riuscirà a gestire tutto
questo o meno.
«"Age
and birth right don't matter to the Grisha. All they care about is power. I'm
the only Grisha to ever wear two amplifiers. And I'm the only Grisha alive
powerful enough to take on the Darkling or his shadow soldiers. No
one else can do what I can."»
Da "Shadow and Bone" a "Ruin
and Rising", Alina compie un arco evolutivo molto importante e decisivo
per il compito che è chiamata a svolgere: impara ad essere più determinata
nelle scelte delle quali si prende la responsabilità e a dirigere il suo gruppo
senza imporsi in modo aggressivo o autoritario, riuscendo a mantenere in parte
lo spirito genuino degli inizi.
«"When
the time comes", Mal asked, "can you bring the firebird down?"
Yes. I was done
with hesitation. [...] I'd simply grown ruthless enough or selfish enough to
take another creature's life. But I missed the girl who had shown the stag
mercy, who had been strong enough to turn away from the lure of power, who had
believed in something more.»
Sebbene venga criticata da molti, io trovo molto
credibile e ben scritta la sua relazione con Mal. La preoccupazione di lui
quando la vede sempre più bramosa di potere lo rende simpatetico, quindi il
loro allontanamento in "Siege and Storm" ha delle basi valide.
«"You wanted
to wear the second amplifier. You have it. You want to go to Os Alta? Fine,
we'll go. You say you need the firebird. I'll find a way to get it for you. But
when all this is over, Alina, I wonder if you'll still want me."»
Grazie a dei
confronti i due si chiariranno e Mal arriverà pian piano a comprendere ed
accettare la natura di Alina, rivelandosi per quello che era fin dal principio:
l'unico interesse amoroso degno di tale nome e compatibile caratterialmente con
lei.
«"I
wasn't afraid of you, Alina. I was afraid of losing you. The girl you were
becoming didn't need me anymore, but she's who you were always meant to
be."
"Power
hungry? Ruthless?"
"Strong."
He looked away. "Luminous. And maybe a little ruthless too. [...]"»
Forse non saranno la coppia più facile della
serie, ma sono indubbiamente quella più approfondita ed interessante. E
l'epilogo dipinge in modo perfetto il loro rapporto, con piccoli momenti di
sconforto che non vanno ad intaccare una meritata felicità.
2.
GENYA SAFIN
Già nel primo libro individuai in Genya il
mio personaggio preferito, in particolare per la sua estraneità al resto dei
Grisha e la straziante storia personale. Nonostante condividano la medesima
professione, la Bardugo è stata inclemente con questo personaggio, facendola
soffrire in alcuni dei momenti più bui della serie; Genya riesce comunque a
farsi forza e trasforma in armi quelle che all'esterno appaiono come debolezze.
«As I
approached with my armed escort, Genya let her shawl drop away, and the guards
flanking me stopped short. She rolled her remaining eye and gave a catlike
hiss. [...]
"Too much?" she asked.»
Il suo addio con Alina è indubbiamente il più
toccante di cui leggiamo alla fine di "Ruin and Rising": sono due
giovani donne provate molto dalla vita, che riescono comunque a farsi forza e
diventare vere amiche.
«"Alina",
she said, "I'm not sure they'll follow me."
"You make them follow you." I touched her
shoulder. "Brave and unbreakable."»
Ho trovato poi tenerissimo il suo rapporto con David,
che nel primo libro sembrava inserito un po' a forza ma pian piano assume una
sua dimensione e l'inaspettata chimica tra i due è palese.
«"It's
some kind of cured resin, but it's been reinforced with... carbon fibers? [...]
More flexible!" David said in near ecstasy.
"What
can I say?" asked Genya drily. "He's a
passionate man."»
È importante il
supporto di lui specialmente nel momento del confronto con il Re, al quale
Genya vorrebbe inizialmente sottrarsi, per poi uscirne come vincitrice
incontrastata.
3.
SISTEMA MAGICO
In questo caso mi devo accodare a quanti
prima di me hanno -giustamente- tessuto le lodi del sistema magico ideato dalla
Bardugo. Pur basato su una logica inversa rispetto alla norma, visto che i
Grisha diventano sempre più forti, longevi e belli tanto più usano i loro
poteri,
«"Using
our power makes us stronger. It feeds us instead of consuming us. Most Grisha
live long lives. [...] The length of a Grisha's life is proportional to his or
her power. The greater the power, the longer the life. And when that power is
amplified..."»
Cover israeliane |
questo sistema magico
ha molti aspetti interessanti, come l'utilizzo degli amplifiers e la
spiegazione quasi scientifica per le magie operate dai Grisha,
«Everything
in the world could be broken down into the same small parts. [...] Grisha steel
wasn't endowed with magic, but by the skill of Fabrikators, who did not need
heat or crude tools to manipulate metal.»
che ben si coniuga
con il mondo in cui sono ambientate le vicende, a cavallo tra antiche credenze
e un futuro più tecnologico.
4.
UN FANTASY "DIVERSO"
E ora parliamo proprio del Grishaverse, anche
se la serie si ambienta quasi esclusivamente nel regno di Ravka. A differenza
del fantasy-medio, questo universo non richiama nettamente al classico
Medioevo, ma direziona la sua attenzione ad est pescando a piene mani dalla
tradizione popolare Russia e -più genericamente- dell'Est Europa, dalla quale
deriva ad esempio la forte venerazione nei confronti dei Santi.
«There were
hundreds of Saints, one for every tiny village and back water in Ravka.»
Ovviamente ciò è
possibile perché l'autrice ha unito i poteri reali dei Grisha alle
superstizioni e alle credenze contadine; abbiamo quindi scene in cui Alina
viene esposta come una martire vivente e adorata da chi spera di ottenere
risposta alle proprie preghiere,
«They begged
for me to bless them, to cure them, but I could only summon llight, wave, let
them touch my hand. It was all part of Nikolai's show.»
ma anche momenti in
cui le persone comuni aggrediscono i Grisha, spaventate dalla loro magia.
Il lato più interessante di questo mondo è
dato però dalla mescolanza di tante etnie diverse e dalla sua dinamicità. Per
tornare al fantasy-medio, di solito abbiamo dei mondi che per centinaia di anni
rimangono sempre nella stessa situazione dal punto di vista politico, sociale,
economico o tecnologico; il Grishaverse invece è un luogo di cambiamento e
spesso nel testo ci si riferisce all'avanzare impellente della modernità,
«"The
world is changing, Alina. Muskets and rifle are just the beginning. I've seen
the weapons they're developing in Kerch and Fjerda. The age of Grisha power is
coming to an end."»
data da invenzioni
come le navi volanti o le armi da fuoco, che rendono questa serie molto vicina
alla cultura steampunk.
5.
SCARDINARE I CLICHÉ
La Bardugo ha profuso in grande impegno nella
demolizione dei tropi più caratteristici per il target YA; o meglio, questi
cliché sono presenti ma vengono spiegati in modo razionale oppure rovesciati.
Ad esempio, Alina scopre quasi adulta i suoi
poteri in circostanze fortuite, ma questo viene chiarito quando alla fine di
"Shadow and Bone" si scopre che ha celato involontariamente le sue
capacità per non essere separata da Mal. Sempre parlando della protagonista,
all'inizio ci viene descritta come sciapa e banale nell'aspetto esteriore, e
questo si capirà poi essere collegato proprio alla soppressione dei poteri.
Un altro tropo è quello degli amanti
contrastati, che qui trova riscontro concreto nella situazione particolare in
cui si trova la protagonista, per cui deve mettere da parte l'amore
nell'interesse di un bene più grande. Per il classico cast composto soltanto da
adolescenti invece la soluzione è valida (come già accennato, i Grisha
invecchiano lentamente per merito della magia esercitata) ma viene applicata
maldestramente, perché alla fine i personaggi continuano a comportarsi da
ragazzini. Tra l'altro -in base alla Wikia dedicata alla serie- SONO dei
ragazzini... ma apprezzo comunque lo sforzo.
E apprezzo ancor di più che l'autrice non
abbia romanticizzato troppo il rapporto tra Alina e il Darkling, e anche qui
alcuni fastidiosi cliché vengono stoppati sul nascere.
«"You
might make me a better man."
"And
you might make me a monster."»
CONTRO
1. ALINA IN "SHADOW AND BONE"
Prima ne ho parlato in toni elogiativi, e ora devo
demolirla. Come da titolo, mi riferisco solo a come Alina viene raccontata in
"Shadow and Bone" dove è specialissima già dalla prima pagina del
prologo.
«The girl
was different, and she knew it.»
Ovviamente rimane
sconvolta quando scopre di non essere una ragazza ordinaria, ma la prescelta
per gestire il potere di Sun Summoner, e noi poveri lettori ci dobbiamo sorbire
pagine su pagine in cui si lamenta di come sia troppo banale per essere una
Grisha.
«"Do I
look like a Grisha to you?", Grisha were beautiful. They didn't have
spotty skin and dull brown hair and scrawny arms.[...]»
Molto peggio sono però i momenti in cui si dedica con
passione allo slutshaming nei confronti di ogni singolo personaggio femminile
che abbia la sciagura di incrociare il suo cammino o -colpa ben più grave- di
posare gli occhi sul suo "amico" Mal.
«"If it's
that tracker, tell him to come inside and keep me warm."
"If he
want to catch tsifil, I'm sure
you'll be his first stop", I said sweetly, and lippe out into the night.»
Come per la generalità delle altre protagoniste YA, per
Alina la bellezza è qualcosa da guardare con diffidenza, perché chi è bello
esteriormente non può che rivelarsi una persona malvagia,
«The Queen
was beautiful, with glossy blond hair in a perfect coiffure, her delicate
features cold and lovely. [...] I wonder just how much work Genya had done on
her.»
di conseguenza, la
vediamo valutare gli altri basandosi solo sul loro aspetto per l'intero primo
romanzo.
Per fortuna, poi è migliorata!
2.
GUERRA
Mi riferisco al conflitto tra Ravka e le
nazioni vicine, Fjerda e Shu Han, che si può ridurre ad un singolo aggettivo:
infantile. Per motivi di trama infatti, sembra che dalla fine del primo
capitolo la guerra venga interrotta e nominata ogni tanto solo per abitudine, a
dispetto dei tanti morti di cui la Bardugo non si stanca di ricordarci.
«It took us
far too long to get out of the cemetery. The rows of crypts stretched on and
on, cold testimony to the generations Ravka had been at war.»
Più in generale, le interazioni tra gli Stati rasentano
la stupidità a livello politico e strategico: per esempio, è inspiegabile
perché nessuno dei due attacchi Ravka quando in "Ruin and Rising" la
nazione è più divisa che mai, o per quale ragione si ostinino a non sfruttare i
poteri dei Grisha anche solo come loro schiavi invece di ucciderli a caso.
Diciamo che non si arriva ai livelli di The
Lunar Chronicles (analizzo QUI l'intera serie) ma sembra essere inevitabile per
i romanzi YA dipingere i giochi di potere come qualcosa di banale e libero da
vincoli logici.
3.
BELLEZZA
Capisco che la Bardugo abbia lavorato come
truccatrice, quindi sia naturalmente attenta al fattore estetico, ma ciò non
giustifica la bonanza del suo intero cast; perfino Alina che all'inizio viene
presentata come banalotta poi si trasforma in una specie di mix tra una Santa
cristiana ed Elsa in Frozen II.
Cover vietnamiti |
Ma non basta essere belli, bisogna anche
parlare in continuazione della propria -o della altrui- bellezza:
«"I saw
the prince when I was in Os Alta", said Ekaterina. "He's not bad looking."
"Not
bad looking?" said another voice. "He's damnably
handsome."»
E non c'è nulla di
sbagliato in ciò, se non fosse che si crea una fastidiosa ridondanza e alcuni
personaggi in particolare risultano un po' superficiali, come Zoya e Nikolai, a
causa dei quali io tremo al pensiero che siano stati scelti come protagonisti
della recente Nikolai Duology: già immagino dialoghi interminabili fatti solo
da complimenti reciproci e battutine argute.
4.
FRASI QUOTABILI
E passiamo ora ai dialoghi e, nel dettaglio, alle
frasi sagaci. Qui potrei citarvi un qualunque dialogo in cui partecipino
Nikolai, il Darkling, Zoya o -dopo metà serie- Alina. Ovviamente le frasi sono
meravigliose e perfette per essere quotate, ma quantomeno inverosimili in uno
scambio di battute naturale e spontaneo.
Invece di fare migliaia di esempi, mi limito
a citare questo botta e risposta tra Alina e il Darkling, nel quale i due
esprimono tutta la loro capacità dialettica, lui con fare da seduttore e lei
come la ragazzina che deve rispondere sempre a tono per dimostrare qualcosa.
«"I've
been waiting for you a long time, Alina", he said. "You and I are
going to change the world."
I laughed
nervously. "I'm not the world-changing type."»
Come detto, quello che più mi infastidisce sono la poca
verosimiglianza e le reazioni sempre esagerate a queste affermazioni. Un
esempio ottimo si ha nella scena in cui Genya accusa il Re e, ad una sua frase,
lui rimane sconvolto;
«She leaned
in and whispered something to him. The King paled, and I saw real fear in his
eyes.»
ma quando, dopo un
paio di pagine, scopriamo cosa lei gli abbia effettivamente detto,
«"What
did you whisper?" I asked quietly. "To the King."
[...] I am
not ruined. I am ruination.»
risulta evidente come
il comportamento del sovrano sia quanto mai fuori luogo: io sarei scoppiata a
ridere per una frase così pretenziosa e sopra le righe.
5.
HARRY POTTER E IL MAGO NERO
E per concludere parliamo di plagi. O, a
voler essere generosi e ben pensanti, a pesanti citazioni.
La saga potteriana viene alla mente più volte
durante la lettura, specialmente quando scopriamo che Alina deve radunare tre
amplifiers per sfruttare al massimo il suo potere diventando quasi onnipotente,
così come i tre Doni della Morte dovrebbero rendere il loro vero possessore
Padrone della Morte, appunto. La connessione tra Alina e il Darkling poi
ricorda parecchio quella tra Harry e Voldemort,
«It had
strengthened the bond between us, living him access to my mind as the collar
had given him access to my power.»
considerando anche
che, dopo lo scontro diretto in "Siege and Storm", lei impara a
controllare le ombre -potere di lui- allo stesso modo in cui Harry acquisisce
la capacità di parlare il serpentese dopo l'attacco di Voldemort all'inizio
della saga.
Ma questa trilogia mi ha ricordato un altra
serie -che all'epoca avevo tacciato proprio di ispirarsi spudorata ad Harry
Potter- ossia Il mago nero di Trudi Canavan. In particolare ne "La
Corporazione del maghi" (QUI la recensione) abbiamo una protagonista
plebea che scopre di essere una maga dotata e viene portata nella scuola in cui
imparerà a controllare i suoi poteri; qui comanda un tizio vestito sempre di
nero, temuto (più che rispettato) da tutti,
«"Quiet."
The Darkling barely seemed to raise his voice, but the command sliced through
the crowd and silence fell.»
unico a saper
utilizzare un tipo di magia proibito e potente. Se vi servono ulteriori prove,
sappiate che anche nel mondo della Canavan i maghi si specializzano in una
particolare branca dividendosi tra Guaritori (Corporalki), Alchimisti
(Materialki) e Guerrieri (Etherealki).
Non dirò mai più che la Canavan peccava di
banalità, promesso.
- "Shadow and Bone": 2 stelline e mezza
- "Siege and Storm": 3 stelline
- "Ruin and Rising": 3 stelline e mezza
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