«Si sistemarono in un abbraccio, come se non volesse dire niente, come se fosse facile ... come se fosse la cosa più naturale del mondo»
In tempo di guerra e in tempo di pace
Recensione a "Turno di notte" di Sarah Waters
TITOLO: Turno di notte
AUTORE: Sarah Waters
TITOLO ORIGINALE: The Night WatchTRADUTTORE: Giancarlo Dell'Acqua
EDITORE: TEA
COLLANA: Le rose TEA
PAGINE: 410
VOTO: 5 stelline
IL COMMENTO
"Turno di notte" è un romanzo storico
ambientato nella Londra degli anni Quaranta, sia durante il Secondo Conflitto
Mondiale, sia nel periodo immediatamente successivo, mentre la città e i suoi
abitanti ancora faticavano a ritornare alla vita di tutti i giorni. Il volume
si focalizza principalmente sulle donne che durante la guerra hanno svolto un
ruolo chiave per mantenere attivi dei servizi essenziali alla cittadinanza e
ora sentono di avere perso un'occasione, pur nella drammaticità di quanto erano
chiamate ad affrontate in alcuni casi.
«Aveva lavorato al ministero
dell'Alimentazione [...] "Si aveva l'impressione di fare qualcosa di...
importante. Mi piaceva. Anche se in realtà io battevo solo a macchina..."»
Il romanzo
segue i punti di vista di quattro personaggi: l'autista di ambulanze Kay,
l'operaio Duncan, le agenti matrimoniali Helen e Vivien "Viv"; il
volume presenta una struttura inusuale, con la sua divisione in tre parti,
ognuna collocata cronologicamente tre anni prima della precedente. Nonostante
questa scelta nessuna rivelazione viene anticipata, anzi si crea una piacevole
curiosità per sapere quali eventi abbiano portato a determinate situazioni, ad
esempio sappiamo fin da subito che Helen ha da tempo una relazione con la
scrittrice Julia, ma solo tornando indietro possiamo scoprire come si sono
conosciute ed innamorate.
Un ruolo
fondamentale nel romanzo è rappresentato dall'ambientazione: la Waters si è
evidentemente cimentata in un grandissimo lavoro di ricerca per rendere
autentica la componente storica del titolo, puntando l'attenzione anche ai più
piccoli dettagli;
«In cielo c'erano quattro o cinque
pallini di sbarramento che sembravano gonfiarsi e sgonfiarsi nel loro movimento
rotatorio.»
lo stesso impegno è stato profuso per rendere vivida
l'atmosfera della Londra distrutta dalle bombe tedesche, con i cittadini
costretti a tenersi sempre pronti a scappare nei rifugi sotterranei.
«[...] le strade vittoriane
bombardate lasciavano il posto a rosse ville edoardiane, che a loro volta lo
lasciavano a linde casette simili a bungalow e prefabbricati. Era come tornare
indietro nel tempo [...].»
L'aspetto meglio riuscito del romanzo sono a
mio avviso i suoi personaggi, e non solo i quattro protagonisti ma anche alcuni
dei brillanti comprimari come il carismatico Fraser e la spigliata Mickey.
L'autrice ci presenta una carrellata di personaggi credibili, che anche nei
momenti peggiori non cedono alla tentazione di voler essere accattivanti a
tutti i costi, anzi li si apprezza proprio per le loro debolezze come Kay
quando si permette finalmente di dimostrare la sua ansia per l'impegno
estenuante al quale è sottoposta.
«Stette bene per alcuni istanti. Ma
poi il whisky cominciò a ondeggiare nel bicchiere quando se lo portava alle
labbra e la sigaretta a spargere cenere sulle nocche. Aveva cominciato a
tremare. Succedeva, ogni tanto.»
La bravura della Waters nel caratterizzare i
suoi protagonisti è dimostrata dal fatto che, pur avendo preferito gli altri,
sono riuscita ad apprezzare anche Helen: la sua gelosia nei confronti di Julia
risulta spesso eccessiva, rasentando una possessività tossica,
«Se le era immaginate come tante
dita sudice che consumavano l'effigie su una moneta a forza di strofinarla; o
come uccelli litigiosi che beccavano Julia, portandosela via pezzo a pezzo...»
ma
d'altro canto la società non permette alle due donne di ufficializzare il
proprio amore, quindi il lettore è portato se non ad approvare per lo meno a
comprendere quanto debba essere frustrante per loro vivere una relazione
"a metà", quasi come fossero delle criminali.
![]() |
Cover svedese |
L'autrice racconta infatti di diversi
personaggi LGBT+, elemento che -assieme all'ambientazione scelta- mi ha
ricordato "Le gazze ladre" di Ken Follett (QUI la recensione) letto
qualche mese fa; ma pur essendo un aspetto comune ai due romanzi, la
rappresentazione di diversi orientamenti ed identità sessuali in questo caso è
tratta con un'attenzione che non ha alcun paragone con il romanzo di Follett.
Lo vediamo bene quando Kay passeggia per strada e si deve sforzare di recitare
il ruolo del "ragazzo" o "figliuolo" di turno,
«La cosa migliore era comportarsi
sfacciatamente, rovesciare la testa all'indietro, camminare con aria spavalda,
trasformarsi insomma in un "personaggio". Talvolta era stancante e
basta, quando non se ne aveva l'energia.»
per
non essere costretta ad omologarsi in una società che fatica ad accettarla
negli anni della pace, mentre la tollerava con sufficienza durante la guerra.
E proprio la guerra è l'altro tema centrale
della narrazione, anche se non viene affrontata sul piano macroscopico delle
grandi battaglie: del conflitto non vediamo un singolo colpo di fucile, ma ci
vengono mostrati con crudezza i suoi effetti sui civili sempre angosciati dagli
allarmi notturni e sui soldati lontani dal fronte, reclutati da giovanissimi
per combattere a nome di ideali e territori non loro, in un susseguirsi di
perdite per entrambe le parti.
«"Strano lavoro, vero? Polvere
da tutte le parti. Non come l'altra guerra, che era tutto fango. Viene da
chiedersi come sarà la prossima. Cenere, suppongo..."»
Come si sarà ben capito, ho apprezzato
moltissimo questo romanzo, e se dovessi individuare dei difetti potrei citare solo
la poca incisività del titolo -che, pur essendo abbastanza adatto, a mio avviso
non trasmette appieno il contenuto del volume- ed il senso di incompletezza che
si percepisce alla fine della prima e della seconda parte, perché si vorrebbe
rimanere ancora in compagnia dei personaggi in quei momenti delle loro storie.
Da ultimo, vorrei segnalare anche l'ottimo
lavoro svolto dal traduttore che ha curato la pubblicazione italiana di Ponte alle Grazie (in questo caso, in edizione TEA) per aver inserito molte note,
indispensabili per comprendere appieno i riferimenti culturali che la Waters ha
disseminato nel romanzo.
Nessun commento:
Posta un commento