venerdì 28 gennaio 2022

"La valle delle bambole" di Jacqueline Susann

La Valle delle BamboleLa Valle delle Bambole by Jacqueline Susann
My rating: 1 of 5 stars

"Poi sentì l'effetto! Oh, Dio! Era prodigioso! Tutto il suo corpo era privo di peso… si sentiva la testa pesante, eppure leggera come l'aria. Stava per addormentarsi… dormire… oh, quella meravigliosa pillola rossa"


APPROVATO DA CRUDELIA DE MON

Nel corso della Storia sono stati pubblicati miliardi di libri, ma ben pochi sono riusciti ad arrivare fino ai giorni nostri per essere ancora stampati e letti. "La valle delle bambole" ha la pretesa di poter rientrare nell'immediato futuro tra questi classici della letteratura, ma personalmente mi auguro che le cose vadano diversamente: non solo perché lo stile di Susann è privo della personalità necessaria a superare la prova del tempo, ma soprattutto per la superficialità con cui vengono affrontate tematiche molto serie, ricorrendo ad un linguaggio già di per se offensivo e ormai -fortunatamente- superato.
Eppure questo romanzo viene tutt'ora pubblicato in nuove edizioni! e credo che la ragione di ciò risieda nel suo supposto avanguardismo. Ho notato che diversi recensori dalla mentalità affine a Lord Henry Wotton tendono ad elogiarlo per aver affrontato degli argomenti che all'epoca erano ancora un tabù; purtroppo io non sono dello stesso avviso, perché parlare di un tema in modo negativo e insultante non aiuta a cancellare un ingiusto tabù, ma serve solo ad aumentare la curiosità attorno al libro.
Ma vediamo brevemente la trama. La narrazione copre una ventina d'anni a cavallo tra la fine della Seconda Guerra Mondiale e la metà degli anni Sessanta, con alcuni periodi sviscerati a fondo e alcuni completamente ignorati grazie a numerosi balzi temporali; la storia ruota attorno ad Anne Welles (a differenza di quanto promette la sinossi, Neely e Jennifer sono più che altro delle coprotagoniste), una giovane donna appena trasferitasi a New York con l'obiettivo di lasciarsi alle spalle la grigia vita della cittadina in cui è cresciuta. Così parte una storia dal ritmo narrativo frenetico, che rende molto difficile entrare in sintonia con i personaggi; l'autrice sembra inoltre scordarsi completamente di alcune sottotrame, come la terribile vendetta promessa da Allen di cui non si saprà mai nulla.
Di base, il romanzo vorrebbe raccontare il desiderio di emergere nel mondo dello spettacolo ed ottenere un'esistenza agiata, una strada che porta però i personaggi ad avvicinarsi alle cosiddette "bambole", pillole colorate con cui curare l'insonnia o lo stress, che causano facilmente una dipendenza. Quello dell'assuefazione da medicinali è forse l'unico aspetto trattato in modo consapevole e approfondito, oltre alla parte ambientata all'interno della casa di cura, che però penso di aver apprezzato solo perché mi ha ricordato l'amatissimo "Ladra" di Sarah Waters.
Passando ai (molti!) difetti, voglio tornare brevemente sullo stile: come ho già detto è alquanto sciapo oltre a risultare molto soapoperistico, povero di descrizioni e fin troppo ricco di dialoghi fatti da soli botta e risposta; dialoghi che tra l'altro suonano spesso artefatti, oltre che farciti da dozzine e dozzine di termini denigratori nei confronti delle minoranze (donne, omosessuali, persone in sovrappeso, ebrei) che secondo alcuni Susann ha contribuito invece ad emancipare!
E arriviamo ai due elementi che mi hanno davvero snervato durante questa lettura: personaggi e tematiche. I primi sono generalmente piatti e stereotipati, oltre ad essere tanto numerosi da risultare a tratti intercambiabili, soprattutto per quanto riguarda quelli secondari. Ho letteralmente detestato seguire le loro vicende perché sono tutti delle persone orribili; lungi da me volere un cast di eroi senza macchia, ma qui abbiamo solo l'imbarazzo nel dover stabilire chi sia il più spregevole, o quello che in un mondo normale sconterebbe più anni in carcere! E poi c'è Anne che ovviamente è una santa, e in quanto tale del tutto priva di dignità.
E concludiamo con i temi del romanzo, a parte quello della dipendenza. Come accennato, il libro ha la pretesa di sdoganare argomenti scabrosi per gli anni Sessanta, ma lo fa in maniera mortificante se non perfino triggerante: ad esempio, vengono menzionate decine di personaggi gay ma unicamente per essere insultati a caso, oppure le protagoniste dicono di volersi realizzare lavorativamente però nessuna si sente davvero felice senza un marito (che possa permettersi delle pellicce di visone, beninteso!) e dei figli. Forse sembrerò un'insensibile che non riesce ad empatizzare con il dramma dei personaggi, ma penso che qui sia da biasimare invece l'autrice per aver lucrato su problemi seri affrontandoli con un tono superficiale, degno di una commediucola.
La ciliegina sulla torta? il tema della guerra (e delle sue conseguenze) promesso nella sinossi copre circa due paginette nel romanzo, poi nessuno ne parla più. Molto verosimile, soprattutto visto il clima politico che si respirava negli anni in cui è ambientato.

Voto effettivo: una stellina e mezza

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lunedì 24 gennaio 2022

"Città di ossa" di Cassandra Clare

Città di ossa (Shadowhunters, #1)Città di ossa by Cassandra Clare
My rating: 2 of 5 stars

"Combattere tutta la vita e poi dover continuare a farlo anche da morti … Ora capiva perché la chiamavano Città Silente: i suoi unici abitanti erano i Fratelli Silenti e i morti ai quali i Fratelli facevano la guardia"


PENSAVO PEGGIO (IN SENSO BUONO, PERÒ)

Come la serie The Witcher mi ha tenuto compagnia durante il 2021, così i primi libri dell'universo narrativo Shadowhunters saranno una parte consistente nelle mie letture per quest'anno. Premetto che, pur non essendomi mai interessata a questa serie a causa delle abominevoli cover nostrane, conosco già la storia per aver sito la serie TV di qualche anno fa; e questo è forse il motivo per cui i colpi di scena mi sono risultati tanto prevedibili. Avevo però sentito che erano state apportate diverse modifiche nell'adattamento, quindi spero ancora che i seguiti mi sapranno sorprendere.
L'intreccio narrativo si sviluppa in modo davvero rapido, senza tempi morti (al massimo ci sono scene fini a se stesse), e segue le avventure dell'adolescente Clarissa "Clary" Fray, aka la classica protagonista YA: si sente diversa dagli altri, è bellissima ma non lo sa, ha un amico del cuore che le muore dietro e detesta qualunque personaggio femminile venga anche solo menzionato di striscio nel testo. L'estate della nostra eroina viene stravolta quando scopre l'esistenza del Mondo Nascosto, popolato da ogni sorta di creatura fantastica, ma soprattutto quando questi esseri attaccano la sua casa e rapiscono la madre; da qui parte la missione di Clary per salvare la donna, missione nella quale avrà il supporto di un gruppo di giovani Shadowhunters, l'equivalente della polizia in questo mondo sovrannaturale.
Ammetto di aver affrontato questa lettura in un'ottica prevenuta, ed ero già pronta a maledire la me stessa del passato per aver acquistato i libri; inaspettatamente, sono però riuscita a trovare qualcosa di positivo in "Città di ossa". Innanzitutto approvo in pieno la scelta di raccontare la storia in terza persona, perché rimanere prigionieri nella testa di Clary sarebbe stato un incubo; la narrazione ha poi un ritmo tale che risulta impossibile annoiarsi, inoltre abbiamo alcuni personaggi parecchio interessanti anche se marginali (in particolare ho apprezzato Raphael, Alec e Magnus) e un world building che mi ha incuriosita molto: non vedo l'ora di esplorarlo maggiormente nei seguiti! Ho anche trovato la parte romance meno predominante di quanto mi aspettassi; e sì, c'è un mezzo-quadrilatero scemo, Clary è davvero urticante e il capitolo conclusivo è di pessimo gusto vista la direzione presa dalla trama, ma per lo meno non è questo il fulcro della storia.
E ora passiamo ai tasti dolenti, che non sono pochi anche tenendo a mente la data di pubblicazione. Come già accennato, abbiamo una protagonista a dir poco fastidiosa oltre che del tutto incoscien... cioè, coraggiosa! e il resto del cast ricalca dei ruoli abbastanza stereotipati quindi (a parte le eccezioni già menzionate) non mi ha colpita particolarmente. Ci sono poi delle incongruenze a livello narrativo -ad esempio, Simon che dice di voler passare in serata e poi si presenta a casa di Clary dopo dieci minuti- che si potevano sistemare con una semplice rilettura; altre inconsistenze sono invece un po' più problematiche: l'immotivata presenza di Simon alla festa, l'ignoranza dei giovani Shadowhunters sul passato della loro stessa organizzazione, oppure le tempistiche incomprensibili nei piani dell'antagonista.
Il vero problema di questo libro è però lo stile di Clare, della quale avevo letto fin'ora solo la serie Magisterium, che però rientra nel target middle grade ed è stata scritta assieme ad un'altra autrice. La prosa non ha nulla di personale, se si escludono le metafore banali oppure nonsense ed i riferimenti al mondo dell'arte che dovrebbero convincerci della grande passione di Clary; il testo è inoltre farcito da pesanti infodump, che sembrano vere e proprie lezioni non richieste sul world building, e dagli ingenui tentativi dell'autrice di creare tensione ed atmosfera, purtroppo senza risultato. Però bisogna ammettere che si percepisce il suo desiderio di non prendersi troppo sul serio, cosa che ha spinto anche me ad essere più tollerante nella valutazione.

Voto effettivo: due stelline e mezza

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mercoledì 19 gennaio 2022

"The Wicker King" di K. Ancrum

The Wicker KingThe Wicker King by K. Ancrum
My rating: 5 of 5 stars

"This "world" wasn't real. But it was real for Jack, so that made it real for him. This was a decision. August was choosing this … He would pull them both out of the deep with his bare hands"


PALESE CASO DI COVER BUY (A LIETO FINE)

Fin dalla prima volta in cui ho visto in giro l'edizione cartacea mi sono innamorata della cover e del formato di "The Wicker King"; si è rivelato un caso di cover buy a lieto fine, perché questo romanzo ha saputo conquistarmi, con la sua commistione di generi diversi e la capacità di affrontare problemi quotidiani e concreti sfruttando delle metafore fantastiche, un po' come succede ne "La soglia" di Le Guin.
A dispetto del livello di difficoltà medio-basso della lingua, la lettura potrebbe risultare in parte ostica perché l'autrice opta per una narrazione non sempre lineare; ciononostante proverò a scrivere una sinossi chiara e coerente. Al centro della vicenda ci sono August Bateman e Jack Rossi, due studenti liceali all'apparenza agli antipodi: il primo ha un piccolo gruppo di amici e vive in un contesto sociale difficile, il secondo è la stella locale del rugby ed è nato in una famiglia facoltosa; eppure sono amici da una vita, sempre pronti a sostenersi a vicenda. La loro amicizia viene messa in discussione non solo dalle convenzioni sociali ma anche dalle misteriose visioni che iniziano a tormentare Jack, costringendo entrambi ad intraprendere una missione al confine tra sanità mentale e realtà all'apparenza impossibili.
Ancrum opta per dei capitoli brevissimi che raccontano quasi sempre una singola scena, addirittura limitandosi ai soli dialoghi, senza fornire un contesto chiaro da subito al lettore. Questo rende ovviamente la lettura poco immediata, eppure risulta idoneo al tono della storia e al carattere dei personaggi; in sostanza, non si rischia di perdere il filo logico, solo di andare avanti di un paio di righe prima di avere chiari ambiente e personaggi. Parlo subito dell'altro piccolo difetto di questo romanzo, ossia la caratterizzazione stereotipata dei personaggi secondari che, soprattutto nella prima parte, vengono descritti e si comportano come delle macchiette; personalmente, la reputo una scelta comunque in linea con la limitatezza della loro funzione all'interno della narrazione.
Con i protagonisti è tutta un'altra storia: Ancrum si impegna evidentemente ad analizzarli a fondo e con grande cura, rendendoli davvero credibili come adolescenti sia nelle azioni che nel modo di riflettere; in questo è aiutata dalla struttura stessa della vicenda, che spinge il lettore ad empatizzare con loro. Aver scritto tanto bene i personaggi di August e Jack contribuisce anche a rendere valida la parte romance, che si concretizza in un friends to lovers capace di conquistarmi: la loro relazione viene sviluppata nel corso dell'intero romanzo, ma già dalle prime pagine possiamo percepire l'ottima chimica tra i ragazzi.
Il lato migliore della loro storia è che l'autrice non cerca di strumentalizzare le tematiche per renderla più romantica. Il libro va infatti ad affrontare svariati temi, in primis quello della salute mentale degli adolescenti, mettendo in chiaro anche gli errori che commettono i protagonisti ed i problemi di fondo del loro rapporto. Penso che Ancrum sia stata molto chiara nel suo intento di dar voce ai problemi dei ragazzi, ponendo la luce su come sia necessario chiedere e fornire supporto, ed abbia dimostrato una grande sensibilità, oltre alla sua bravura come scrittrice.
Mi sentirei ingiusta se non spendessi qualche riga per parlare del formato grafico, uno degli aspetti più originali ed interessanti del libro. Oltre ai capitoli che raccontano la storia in pagine dall'aspetto diverso a simboleggiare la psiche dei protagonisti, il romanzo è arricchito da fotografie, appunti e documenti, perfino playlist dedicate ai vari personaggi e ricette! questo rende ovviamente la lettura più particolare, direi quasi interattiva.

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mercoledì 12 gennaio 2022

"A Summoning of Demons" di Cate Glass

A Summoning of Demons (Chimera, #3)A Summoning of Demons by Cate Glass
My rating: 4 of 5 stars

"Demons. That was a word I and everyone in the Costa Drago tossed about as we did the names of gods and heroes we no longer believed in"


QUESTO MATRIMONIO NON S’HA DA FARE

In base alle informazioni disponibili online e a quanto dice la sinossi in quarta di copertina, sapevo che questo sarebbe stato l'ultimo romanzo della serie; sono quindi rimasta molto stupita di ritrovarmi con un libro tanto breve, nel quale dovevano essere condensate una nuova missione del gruppo Chimera, la risoluzione della sottotrama di Teo introdotta nel secondo volume ed una conclusione soddisfacente per le storie personali del protagonisti. A lettura ultimata, mi auguro onestamente che l'autrice stia lavorando ad altri romanzi ambientati in questo mondo, perché molti quesiti rimangono senza risposta e la narrazione stessa ci spinge a pensare che questo non sarà l'epilogo per Romy e la sua banda di maghi.
A onor del vero, bisogna dire che Glass cerca di collegare il più possibile le diverse storyline, ed in parte ci riesce: ad esempio, l'incarico ricevuto dallo Shadow Lord si scopre connesso alla storia di Teo e ad una minaccia più grande per gli abitanti della Costa Drago. La vicenda comincia un paio di mesi dopo la conclusione de "A Conjuring of Assassins" con i nostri protagonisti che devono studiare un piano dalle tempistiche davvero stringenti: l'obiettivo è impedire l'imminente matrimonio tra il figlio del direttore della Philosophic Academie e la figlioccia (mi rifiuto di chiamarla vicino-figlia!) del Padroné, combinato dalle famiglie degli sposi. Come i volumi precedenti, l'atmosfera della storia risulta cozy e non spinge mai il lettore a temere per le sorti dei personaggi, però ci sono più scene d'azione ed i pericoli vengono affrontati con minore tranquillità.
Nonostante le molte linee narrative rimaste aperte, sia da questo libro che dai precedenti, devo dire di aver trovato come sempre ben studiate le azioni del team, nel piano generale ma anche nelle singole trovate che escogitano per raggiungere il loro obiettivo; altro motivo per cui mi spiace che questa sia la loro ultima avventura. Qui vediamo anche il gruppo diventare veramente una famiglia, non solo degli emarginati che il rischio di essere accusati di stregoneria ha spinto ad avvicinarsi.
Romy si conferma un'ottima protagonista e un POV soddisfacente da seguire per le sue idee brillanti e la capacità di analizzare le situazioni per trovare la miglior soluzione, tenendo presente le tante variabili. In questo libro troviamo anche un importante focus sulla crescita di Neri -forse il personaggio che più si evolve all'interno della serie- ed il suo rapporto con la sorella: Romy capisce finalmente di poter riporre fiducia in lui ed arriva a trattarlo come un adulto, senza doversi sempre preoccupare per la sua avventatezza. Penso che questo sviluppo sia il miglior indicatore di una conclusione della serie, visto con quale evento era iniziato il primo libro.
Per quanto riguarda i misteri sul passato dei diversi personaggi, riceviamo alcuni risposte che ho trovato assolutamente convincenti, ma anche qui mancano tanti tasselli per completare il puzzle. Questo mi porta ad ipotizzare che lasciare dei misteri irrisolti fosse proprio l'intento dell'autrice; però personalmente preferisco ottenere delle risposte almeno alle storyline principali quando termino la lettura di una serie.
Tutto questo non rende comunque la trilogia meno degna di attenzione, soprattutto considerato quanto sia under hypata! Per i lettori nostrani c'è l'ulteriore incentivo di potersi sganasciare con i termini in fanta-italiano, che sono pronta a scommettere siano opera di quella meraviglia tecnologica nota ai più come Google Translate.

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venerdì 7 gennaio 2022

"La macchia umana" di Philip Roth

La macchia umana (The American Trilogy, #3)La macchia umana by Philip Roth
My rating: 4 of 5 stars

"Quella che inganna è una cosa che non c'è, ed è questo che mi ha sempre attirato, l'enigmatico quid che lui tiene in disparte come suo e di nessun altro. Vuole essere come la luna, che è visibile solo a metà"


APOLOGIA DI UN PROFESSORE DI LETTERE CLASSICHE

Philip Roth è un autore che mi incuriosiva da qualche anno e pensavo di iniziare proprio da "La macchia umana" perché ne ho sempre sentito parlare in termini elogiativi; purtroppo, in una di queste recensioni, mi sono imbattuta in un gigantesco spoiler indesiderato. Ho cercato quindi di lasciar passare un po' di tempo per dimenticarlo ma, non essendoci minimamente riuscita, ho deciso di leggere ugualmente questo romanzo senza aspettare: è stata una buona scelta, in primis perché lo stile di Roth mi ha conquistata, e anche perché il colpo di scena non è presentato come tale nel testo, quindi in definitiva non mi ha rovinato la lettura.
Il romanzo si presenta come un'accorata difesa composta dallo scrittore Nathan Zukerman nei confronti del vicino Coleman Silk, professore di lettere classiche in pensione che, pur essendosi speso durante l'intera carriera per rendere più efficiente e competitivo il college in cui insegnava, viene ricordato unicamente per aver definito spettri (spooks, nell'originale) due studenti neri che non avevano mai preso parte alle sue lezioni; il termine ambiguo (in inglese è utilizzato come insulto desueto nei confronti delle persone di colore) viene strumentalizzato da alcuni colleghi per etichettarlo come razzista. Anni dopo, Coleman è nuovamente vittima delle malelingue locali quando intraprende una relazione con Faunia Farley, una donna molto più giovane e dal passato estremamente controverso.
La narrazione non segue una trama vera e propria, almeno all'apparenza: come succede ne "Il buio oltre la siepe" (romanzo con il quale condivide più di un punto di contatto) lo spunto iniziale viene ripreso nella parte finale, creando un senso di chiusura in una storia che altrimenti si limiterebbe a raccontare episodi della vita dei personaggi principali. In questo caso, il rapporto tra Coleman e Faunia e tutti i pettegolezzi che gli ruotano attorno fanno da collante alle vicende e anche all'interesse di Nathan nel voler riabilitare il suo amico.
I personaggi sono forse l'aspetto più riuscito del romanzo, e ad essi Roth da giustamente maggiore attenzione. Da notare come tutti i protagonisti vengano indagati a fondo, mettendo in luce sia i difetti di coloro che tendiamo a vedere come i buoni, sia i pregi -o meglio, le motivazioni a volte comprensibili, se non condivisibili- degli antagonisti: perfino il personaggio più ignobile viene analizzato senza pregiudizi o moralismi, rendendo la caratterizzazione realistica.
L'altro motivo per cui ho apprezzato la lettura sono le tematiche scelte da Roth, ed il modo in cui le ha affrontate. Il libro parla principalmente di razzismo, analizzandolo anche in diversi momenti della Storia recente, ma si concentra con la stessa attenzione sulla discriminazione in senso più ampio, sulle conseguenze della guerra e sulle relazioni, sia familiari che sentimentali. Di questi temi vediamo gli aspetti più frustranti e odiosi, inoltre l'autore accenna in modo marginale ma non per questo superficiale anche a suicidio e pedofilia.
Come anticipato, lo stile di Roth mi ha colpita in positivo, in particolare per l'armoniosità della prosa. Il tono e le espressioni scelte dall'autore fanno pensare quasi ad un classico, più che un romanzo contemporaneo, eppure questo non rallenta minimamente la lettura. L'unico difetto è la tendenza a interrompere la frase principale con una secondaria (e a volte anche più di una!); questo vale anche per gli eventi narrati: la vicenda principale è frequentemente inframmezzata da episodi collaterali, con il risultato di far perdere al lettore il filo logico della narrazione a tratti.
Infine, due parole sull'edizione. Ho trovato estremamente valida la traduzione, soprattutto per le utilissime note che rendono più chiari dei dettagli culturali o linguistici difficili da rendere nel testo. Sono però perplessa dalla scelta di lasciare in inglese alcuni termini, come lunch o boyfriend, che reputo estremamente semplici; si tratterà forse un dettaglio stilistico?

Voto effettivo: quattro stelline e mezza

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lunedì 3 gennaio 2022

"La moglie imperfetta" di B.A. Paris

La moglie imperfettaLa moglie imperfetta by B.A. Paris
My rating: 2 of 5 stars

"Ora so che farebbe qualunque cosa per me, ma è passato troppo tempo. Come potrei ammettere di avergli tenuta nascosta una cosa simile?"


ANCHE IL REVISORE SARÀ IN VACANZA

Se ho imparato qualcosa quest'anno in merito ai miei gusti come lettrice è che le autrici britanniche di thriller non otterranno mai più di una sufficienza risicata da parte mia. In compenso, riesco sempre a divorare i loro libri in pochi giorni, quindi per lo meno non diventano letture pesanti o noiose; dopo le varie Douglas, Hawkins e Paris, non so però se devo continuare a tentare nella speranza di trovare prima o poi una valida autrice oppure abbandonare definitivamente questa nave.
"La moglie imperfetta" si ambienta nella provincia inglese dei giorni nostri ed ha inizio l'ultimo giorno di lavoro della protagonista, la docente Cassandra "Cass" Anderson: di rientro da una piccola festa tra colleghi, la donna vede un'auto stranamente ferma sotto il nubifragio su una stradina fuorimano; solo il giorno seguente verrà a sapere che a bordo si trovava una donna brutalmente assassinata. Questo evento da il via ad una serie di paranoie che tormenteranno Cass durante i mesi seguenti, resi ancora più difficili da svariate dimenticanze che la portano a pensare di soffrire di demenza precoce come la madre.
Vista la trama, mi aspettavo che una buona fetta della storia ruotasse attorno ai tentativi, magari goffi ed amatoriali, della protagonista per far luce sull'omicidio al quale ha quasi assistito, invece la narrazione tocca questo aspetto solo a tratti; il delitto diventa quindi solo uno dei tanti episodi che contribuiscono a spaventare Cass e renderla sempre più insicura sulla condizione della sua psiche. In parte, questo mi ha delusa, però ritengo possibile che la "colpa" sia della sinossi proposta da TEA, un po' fuorviante (come anche il titolo!).
Dal punto di vista del ritmo, aspetto fondamentale in un thriller, questo romanzo è impeccabile: non ci sono momenti morti o scene fiacche, e questo diventa ancor più evidente nella parte finale. Va però detto che ci sono parecchie ripetizioni, cioè passaggi in cui si presenta una medesima dinamica con qualche dettaglio modificato: ad esempio, in una scena Cass non riesce a far funzionare la lavatrice e pensa di averlo scordato a causa della malattia, poi lo stesso episodio si ripete con il microonde e con la macchina per il caffè.
Un altro aspetto non troppo riuscito è la risoluzione del mistero, che risulta davvero palese e simile a dozzine di altri romanzi di questo genere. L'autrice non cerca neppure di rendere più misterioso l'intreccio, perché le cose di cui Cass si dimentica non sempre vengono narrate, ed è quindi semplice capire quali siano vere e quali no. Lo stile di Paris poi non ha nulla di particolare, sembra quello di uno scrittore alle prime armi: non cerca di compiere alcuno sforzo per rendere la narrazione personale o evocativa, si limita a riportare i fatti in modo diretto; i suoi limiti si notano anche nei dialoghi, spesso vuoti oppure artificiosi, e la traduzione italiana non aiuta di certo.
Oltre all'eccellente ritmo, ritengo che l'aspetto più riuscito sia la caratterizzazione della protagonista. Cass non è sicuramente perfetta e in più di un'occasione commette sbagli imbarazzanti, però riusciamo sempre a vedere le motivazioni condivisibili e verosimili delle sue azioni. Nel complesso, seguire il suo punto di vista mi ha intrattenuto molto e l'ho reputata genuinamente simpatetica.

Voto effettivo: due stelline e mezza

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