Book 9788832816488 by unknown author
My rating: 4 of 5 stars
Era il 18 luglio e il sole sembrava volesse inghiottire tutto: la terra, le pietre, i rami rachitici degli alberi, ma non riuscì a seccare le lacrime che i due ragazzi versarono tornando a casa in motorino
PERDENDO L'EQUILIBRIO
Nel corso del 2023 ho riscoperto la narrativa italiana, leggendo diversi autori tra firme note ed esordienti, e mi sembrava doveroso portare avanti questa bella abitudine nel nuovo anno. Ergo, non potevo che essere felice della collaborazione propostami da Scatole Parlanti per leggere "Come equilibristi" -loro recente pubblicazione nonché primo romanzo della scrittrice pugliese Caterina Fiume- la storia di un tormentato legame di amicizia sullo sfondo della Bari passata e presente.
La narrazione è divisa infatti in due linee temporali: il prologo ci lascia sbirciare un frammento della contemporaneità, con l'architetto Paolo che viene contattato dal suo amico d'infanzia Giacomo "Gico", per una sorta di reunion assieme a Giovanni "Vanni" e Fabio, gli altri membri del loro gruppetto. È chiaro che qualcosa li ha separati, e per far luce su questo mistero la vicenda si sposta nel 1983, dove ha luogo la porzione più corposa del volume e dove assistiamo ad una particolare estate durante la quale il rapporto tra i quattro amici cambia in modo definitivo. La seconda parte è dedicata invece al presente, ed alla risoluzione di questo conflitto.
La presenza di una doppia timeline mi ha convinto, sia perché permette di provare ad indovinare quali eventi abbiano portato al futuro che vediamo all'inizio, sia per la capacità dell'autrice nel mostrarci un'effettiva crescita nella caratterizzazione dei protagonisti. A livello narrativo mi sono poi piaciute la parentesi dedicata alla figura di Isabella "Isa" -la moglie di Giacomo- perché riesce a veicolare un messaggio positivo senza ricorrere a retorica o pedanteria, e la svolta che segna idealmente la metà della storia: sicuramente contribuisce a dare un taglio più maturo e concreto ad una vicenda fino a quel punto dal tono abbastanza adolescenziale.
Posso dire di aver apprezzato anche l'ambientazione, immersiva tanto in senso geografico quanto dal punto di vista storico, e come Fiume tratti il tema della dipendenza mettendo in correlazione quella più concreta e palese (rappresentata dall'alcolismo e dalla tossicodipendenza) con la ricerca di una sicurezza emotiva; questo non serve ovviamente ad assolvere i personaggi, ma solo a mettere in luce quali mancanze li abbiano condizionati. A mio avviso il principale pregio di questo titolo è dato però dai suoi personaggi principali, analizzati a fondo come singoli ed a confronto con gli altri, che si tratti di relazioni sentimentali, amicali o di veri e propri conflitti. In tutti questi casi, ritengo che la cara Caterina abbia fatto un buon lavoro nel creare dei caratteri verosimili e con delle motivazioni chiare.
E proprio perché reputo valido il suo lavoro dal punto di vista della caratterizzazione, non mi spiego il pasticcio che è stato fatto con i POV. Il testo passa infatti dalla narrazione in prima persona di Paolo a quella in terza persona affidata ad un narratore onnisciente, passando per una quantità di prospettive diverse tra protagonisti e personaggi secondari: una scelta inspiegabile che crea non poca confusione durante la lettura; a mio avviso sarebbe stato preferibile mantenere la narrazione in prima persona a più voci, così anche le espressioni dialettali presenti nel testo avrebbero avuto ragion d'essere. In fase di pubblicazione si sarebbe poi potuto fare qualcosa di più per migliorare l'impaginazione, così da non avere delle facciate quasi completamente vuote a fine capitolo.
Passando al contenuto, avrei qualcosa da ridire sull'eccessiva rapidità con cui si sviluppa la storia, che incide per assurdo sia sulla parte iniziale (dove mi aspettavo venissero mostrate più ampliamente le dinamiche interne del gruppo protagonista) sia la conclusione, in cui molto viene lasciato alla fantasia del lettore. Per quanto riguarda il finale, avrei inoltre apprezzato che le varie personagge ottenessero più spazio, almeno per capire come le loro vite fossero state influenzate dalla svolta principale, al pari di quelle dei quattro amici.
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