Di carnefici e vittime
Recensione a "Tredici" di Jay Asher
TITOLO: Tredici
AUTORE: Jay Asher
TITOLO ORIGINALE: Thirteen Reasons Why
TRADUTTORE: Lorenzo Borgotallo e Maria Carla Dallavalle
EDITORE: Mondadori
COLLANA: Chrysalide
PAGINE: 230
VOTO: 3 stelline e mezza
IL COMMENTO
“Tredici” è un romanzo thriller con target young adult; pubblicato nel “lontano” 2007, ha però raggiunto una discreta fama solo di recente per aver ispirato la serie TV di successo “Thr1teen R3asons Why”. Proprio per cavalcare l’onda del successo, la Mondadori ha ristampato il volume, scegliendo come copertina la locandina della serie ed aggiungendo alla fine del volume diversi contenuti inediti ed interessanti, come commenti personali dello stesso Asher ed il finale originale.
DOVE COMPRARE QUESTO LIBRO
TRADUTTORE: Lorenzo Borgotallo e Maria Carla Dallavalle
EDITORE: Mondadori
COLLANA: Chrysalide
PAGINE: 230
VOTO: 3 stelline e mezza
“Tredici” è un romanzo thriller con target young adult; pubblicato nel “lontano” 2007, ha però raggiunto una discreta fama solo di recente per aver ispirato la serie TV di successo “Thr1teen R3asons Why”. Proprio per cavalcare l’onda del successo, la Mondadori ha ristampato il volume, scegliendo come copertina la locandina della serie ed aggiungendo alla fine del volume diversi contenuti inediti ed interessanti, come commenti personali dello stesso Asher ed il finale originale.
Il romanzo
presenta uno schema narrativo insolito: il liceale Clay è il narratore principale,
ma alla sua voce al presente si alterna il racconto al passato della sua
compagna -nonché interesse amoroso- Hannah, che ci giunge attraverso sette
cassette da lei spedite poco prima di uccidersi. Mentre lei racconta quali
persone l’abbiamo spinta verso il suicidio, si inseriscono i pensieri di lui ad
aggiungere un punto di vista esterno ad ogni avvenimento, ed anche a raccontare
cosa gli succeda mentre ascolta i nastri.
Ovviamente la
scelta di due ragazzi così giovani come narratori ha influito sullo stile e sul
lessico adottati, rendendo la narrazione semplice e diretta; anche il ritmo
fluido con cui si avvicendano gli eventi e, in generale, la struttura della
trama contribuiscono a rendere incalzante la lettura. Ammetto di essere stata
molto coinvolta nella storia ed ero curiosa di conoscere tutti e tredici i
racconti di Hannah, sebbene io abbia provato un forte senso di déjà vu con
“Tutta la verità su Alice” di Jennifer Mathieu, romanzo pubblicato diversi anni
dopo ma che avevo letto -e apprezzato- ben prima.
Asher non si
limita a raccontare una storia di pettegolezzi e ripicche tra adolescenti, ma
sceglie di affrontare tematiche serie e sempre attuali, quali il bullismo e le
molestie che si trasformano rapidamente in violenza. Ciò colpisce il lettore in
modo se possibile ancor più diretto dal momento che lo stesso Clay ammette di
aver letto liste compromettenti
«Prima che
spuntasse fuori la lista non mi ero mai accorto delle labbra di Angela Romero.
Ma dopo, sono diventate per me un’ossessione.»
o dato credito alle voci sentite a scuola, senza
pensare con lucidità alle conseguenze. Proprio la riflessione di ciò che si può
innescare con le azioni più inconsapevoli è il vero obiettivo del lascito di
Hannah, dietro l’apparenza della vendetta.
Ad avermi convinto meno sono invece i
personaggi, a cominciare dai protagonisti: abbiamo Hannah che sprofonda senza
freni in un vortice autodistruttivo, dando a volte delle reazioni esagerate a
comportamenti privi di doppi fini, come afferma Markus (sebbene non sia
completamente innocente)
«Non dovrei neanche essere su quelle
cassette. Hannah cercava solo una scusa per uccidersi.»
lei
sembra esasperare eventi per altri minimi e questo la trasforma letteralmente
dal primo racconto al momento del suicidio; d’altro lato Clay non mi ha
trasmesso molte emozioni e le sue reazioni, almeno nella prima parte del
volume, mi sono parse povere di trasporto emotivo.
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Cover USA |
Anche i personaggi secondari sono
problematici. I compagni e gli amici di Hannah sono parecchio stereotipati e
sembrano appena usciti da un qualunque film ambientato in un liceo americano. A mostrare il proprio lato peggiore sono però gli adulti, seppur compaiano in
scena raramente; innanzitutto, come in quasi tutti i romanzi per bambini e
ragazzi, sembra vigere la regola di nascondere tutto agli adulti
«Non voglio che venga a sapere di
questa storia. Di me. Degli altri. Tirare in ballo un adulto, una persona della
scuola, è peggio di quanto immaginassi.»
anche
quando si tratta di vicende serie e preoccupanti. Dal loro canto, gli adulti
fanno una ben misera figura, con la madre di Clay che coglie le sue bugie ma
non fa nulla per comunicare con il figlio e il professor Porter che anziché
obbligare Hannah a denunciare un compagno reo di violenze le suggerisce subito
di passarci sopra.
Altro dettaglio un po’ fastidioso è la
confusione che si crea durante la lettura, perché l’unico modo per distinguere
le parole di Clay ed Hannah è il corsivo in quelle di quest’ultima. A mio
avviso ciò non è sufficiente ed avrei preferito venissero scelti due colori o
font diversi.
DOVE COMPRARE QUESTO LIBRO
l'ho letto la scorsa estate e mi è piaciucchiato, ma nulla di piuù!
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