Buon 2019 a tutti!
Per festeggiare l'inizio di questo nuovo anno, anche questa volta vi propongo un riepilogo delle letture fatte nel 2018, scegliendo cinque titoli tra i migliori e altrettanti tra i peggiori. Non sarà una classifica, bensì un semplice elenco dei romanzi che più mi hanno intrattenuta, o all'opposto delusa.
Letture TOP 2018
"The Help" di Kathryn Stockett
Romanzo a più voci che si focalizza in particolare sulla condizione delle donne di colore al servizio delle famiglie bianche più agiate della città di Jackson, in Mississippi, agli inizi degli anni Sessanta.
Ho apprezzato lo stile davvero appassionante e l'alternanza tra i punti di vista di tre donne così diverse, ma comunque capaci di trovare un punto d'incontro e dare il via all'inarrestabile onda del cambiamento.
Le vicende narrate sono molto coinvolgenti e spesso toccanti: la combattiva Minny, la materna Aibileen e Skeeter, giovane piena di sogni per il suo futuro, rimarranno per sempre nel mio cuore.
"Via dalla pazza folla" di Thomas Hardy
Classico della letteratura inglese di fine Ottocento, questa storia racconta uno spaccato della vita rurale dell'epoca, incorniciando il tutto con descrizioni suggestive del paesaggio campestre.
La narrazione si concentra sui personaggi dell'umile fittavolo Gabriel e di Bathsheba, giovane ambiziosa e determinata che presenta un modello di personaggio molto diverso rispetto agli standard dell'epoca. I personaggi di contorno inoltre non sono da meno, e perfino le comparse ottengono una caratterizzazione curata.
Ad avermi conquistata è stata senza dubbio l'originalità di questo romanzo rispetto ai suoi contemporanei, sia per le vicende narrate sia per l'ambientazione scelta.
"Bunker Diary" di Kevin Brooks
Thriller psicologico pensato per un pubblico relativamente giovane, il romanzo di Brooks presenta una narrazione semplice e diretta, sfruttando appieno la forma del diario e riuscendo a mantenere la credibilità di questo registro.
La storia vede come protagonisti un gruppo molto eterogeneo di persone che senza un apparente motivo si ritrovano a dover convivere forzatamente all'interno di un bunker sotterraneo, prigionieri di un misterioso rapitore.
Romanzo molto forte dal punto di vista emotivo, che forse chiede un po' di tempo dopo la lettura per poter essere compreso al meglio. Il realismo della vicenda, che si accentua con il precipitare degli eventi, mi ha convinta come pure la delineazione dei sei protagonisti.
"Amy e Isabelle" di Elizabeth Strout
La Strout era entrata già lo scorso anno in questa classifica con “Olive Kitteridge” (QUI la recensione), e sinceramente non credevo avrei trovato un suo libro più bello ma questo suo esordio nella narrativa per me è ancor più riuscito del titolo più famoso.
Il romanzo deve il titolo alle due donne protagoniste, rispettivamente figlia e madre, che nel corso della storia vivono un momento di forti contrasti soprattutto per il desiderio di emancipazione di Amy che vede nella sua sola figura genitoriale un ostacolo alla realizzazione del futuro.
Sono rimasta colpita soprattutto dalla forza del rapporto tra Amy e Isabelle, ma anche dallo stile dell'autrice che riesce a rendere coinvolgenti storie così semplici e familiari.
"Omicidio a Road Hill House" di Kate Summerscale
Questo volume mescola narrazione e cronaca nel tentativo (riuscito!) di dar vita alla scrupolosa ricostruzione di un tragico delitto risalente alla metà dell'Ottocento: nell'isolata dimora della famiglia Kent viene assassinato il piccolo Saville e le indagini portano alla luce più di un segreto inaspettato.
L'opera si pone anche l'obiettivo di riabilitare la figura storica di Jack Whicher, ispettore di Scotland Yard incaricato di indagare sull'omicidio che gli costerà la reputazione e la carriera.
Sin dalle premesse, questo libro mi aveva interessata e devo ammettere che lo stile mi ha convinta a dispetto dell'iniziale diffidenza. Eccellente l'accuratezza storica e molto interessanti i riferimenti a noti personaggi dell'epoca come l'autore Charles Dickens.
Letture FLOP 2018
"Il guanto di rame" di Holly Black e Cassandra Clare
Questa serie era partita con delle premesse non troppo originali, ma il finale de “L'anno di ferro” (QUI la recensione) mi aveva fatto sperare in uno sviluppo interessante della trama. Il secondo volume non solo ha disatteso le mie aspettative, ma è andato a confermare lo schema “ad episodi” della narrazione.
In questo nuovo capitolo della pentalogia, i giovani protagonisti si trovano ad indagare su un misterioso artefatto magico chiamato Alkahest, per il furto del quale è sospettato addirittura il padre di Callum.
Ho trovato particolarmente snervanti i continui ed inutili riferimenti al altre note saghe per ragazzi: va bene qualche strizzatina d'occhio saltuaria, ma scopiazzare intere scene proprio no.
"Un lungo fatale ultimo addio" di Velonero
Romance con “ambientazione storica” (da leggere con tono sarcastico), questo libro viene pubblicizzato come fosse un romanzo storico e per tale io l'avevo ingenuamente comprato; inutile dire che l'ambientazione è puramente decorativa e descritta senza un minimo di accuratezza.
La protagonista, tale Valéry, è la classica Cenerentola di turno -umile ed innocente- che per oscure ragioni fa innamorare di se il bello-e-dannato di turno, aka Lord Baxton.
Il romanzo scivola sui più sfruttati cliché del genere, arrivando anche a scene talmente inquietanti da far invidia a Stephen King: Baxton che rivela di essersi innamorato di Valéry al funerale del padre di lei, che proprio lui aveva incitato al suicidio!
"Fated" di Jessica Spotswood
Questo libro è stata una grossa delusione, perché “Cursed” (QUI la recensione) pur con i suoi difetti aveva messo le basi per degli ottimi sviluppi narrativi, specialmente nell'ottica di una sorta di rivolta alla tirannia della Confraternita.
Qui tutti gli ostacoli sul cammino della protagonista vengono superati in modo estremamente facile, creando una storia assolutamente anticlimatica e frettolosa: sembra quasi che l'autrice si sentisse in obbligo di non superare un dato numero di pagine.
Con così poco spazio a disposizione, anche le relazioni tra i personaggi vengono banalizzate al massimo e la conclusione della trilogia è stata talmente amara (fastidiosa, non toccante) da farmi desiderare di non averla mai iniziata.
"Il segreto dei maghi" di Trudi Canavan
Un'altra conclusione di serie decisamente poco riuscita per una trilogia. Questo fantasy non è troppo problematico di se ma va a rendere del tutto inutili i due volumi precedenti.
Nel romanzo vediamo soprattutto la preparazione alla battaglia decisiva tra i maghi della Corporazione e gli Ichani, anche in questo caso viene risolta in modo non particolarmente credibile ed affrettato.
Personaggi snaturati o al più resi superflui abbondano, inoltre viene del tutto dimenticata la tiranni del sovrano di Kyralia in favore di pucciosi buoni sentimenti.
Detto questo, indovinate chi NON leggerà gli altri quattro libri ambientati in questo universo narrativo?
"Una dinastia al potere" di Matteo Strukul
Primo libro di una trilogia... anzi no, l'autore ci ha ripensato e
In questo romanzo storico a puntate seguiamo la vita adulta di Cosimo il Vecchio, impegnato a lottare contro tutti i cattivoni che odiano senza ragione l'altissima, purissima e levissima famiglia dei Medici.
Per ragioni ancora da chiarire, la narrazione è farcita da un numero spropositato di inutili scene erotiche. Che siano state proprio quelle a valergli il Premio Bancarella?
Fuori podio, voglio parlarvi di due volumi agli antipodi; non per gli argomenti trattati, bensì per come si sono rivelati rispetto alle mie aspettative.
Fuori podio, voglio parlarvi di due volumi agli antipodi; non per gli argomenti trattati, bensì per come si sono rivelati rispetto alle mie aspettative.
Non avevo particolari speranze per “Solo per sempre tua” dal momento che in tanti l'hanno criticato per vari aspetti (chi l'ha definito un plagio di altri romanzi, chi ne ha criticato il presunto maschilismo di fondo). Per me è stata una piacevolissima sorpresa: pur con qualche problema marginale, presenta una storia molto forte capace di elevare il valore dell'amicizia in una suggestiva cornice distopica.
Per contro, “Vita dopo vita” era partito con le migliori premesse -una persona costretta a ricominciare da capo la sua esistenza senza fine- ma si è perso in una narrazione troppo ricca di generi e tematiche, tanto che a tratti non sembrava neanche più Ursula la vera protagonista. A dare il colpo di grazia al romanzo, almeno per il mio gusto, è indubbiamente la confusione assoluta relativa al concetto delle reincarnazioni.
Arriviamo ad un premio assolutamente superficiale. Parliamo infatti di estetica dei volumi perché come molti lettori sono una collezionatrice di libri, e anche perché le copertine hanno una certa importanza nella scelta dei libri che acquistiamo... non neghiamolo!
Arriviamo ad un premio assolutamente superficiale. Parliamo infatti di estetica dei volumi perché come molti lettori sono una collezionatrice di libri, e anche perché le copertine hanno una certa importanza nella scelta dei libri che acquistiamo... non neghiamolo!
Per quest'anno la cover più bella tra i volumi letti è quella de “La fattoria degli animali” di George Orwell. L'illustrazione del malvagio Napoleone è angosciante e quasi ipnotica.
E per completare, ecco il quadro della mia attuale situazione con le serie. Di seguito le varie trilogie e simili che ho intenzione di continuare, e magari terminare, nel 2019.
- Pentalogia Magiusterium, di Holly Black e Cassandra Clare
- Trilogia Paper Magician, di Charlie N. Holmberg
- Trilogia Miss Peregrine, di Ransom Riggs
- Trilogia La chimera di Praga di Laini Taylor
- "Duologia" di Bellezza Crudele, di Rosamund Hodge
- Trilogia The Tearling, di Erika Johansen
- Trilogia I nostri antenati, di Italo Calvino
- Tetralogia I Medici, di Matteo Strukul
- Trilogia Broken Empire, di Mark Lawrence
La serie di Laini Taylor continua a convincermi, mentre tra le nuove sono rimasta abbastanza colpita da quella di Mark Lawrence. Per la cronaca, la serie di Strukul viene letta solo perché mi hanno regalato i libri.
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