Un classico al mese
"Le notti bianche" e "La cronaca di Pietroburgo" di Fëdor M. Dostoevskij
TITOLO: Le notti bianche - La cronaca di Pietroburgo
AUTORE: Fëdor M. Dostoevskij
TITOLO ORIGINALE: Belye Noči - Peterburgskaja letopis'
TRADUTTORE: Serena Prina
EDITORE: Feltrinelli
COLLANA: Universale Economica / Classici
PAGINE: 160
VOTO: 5 stelline
TRADUTTORE: Serena Prina
EDITORE: Feltrinelli
COLLANA: Universale Economica / Classici
PAGINE: 160
VOTO: 5 stelline
“Le notti bianche” e “La cronaca di
Pietroburgo” sono due opere giovanili di Dostoevskij, pubblicate alla fine
degli anni Quaranta dell'ottocento e raccolte dalla Feltrinelli in un unico
volume, arricchito dalla presenza di alcuni contenuti extra, come la
postfazione ad opera della stessa traduttrice, alcune note utili ad ottenere un
chiaro quadro storico e una breve biografia dell’autore che evidenzia come sia
stato sempre molto influenzato dalle sue esperienze personali nell’ideazione e
nella stesura di romanzi e racconti. Mi sento quindi di consigliare caldamente
questa edizione tra le molte disponibili in italiano, anche per la traduzione
aggiornata e gradevole.
“Le notti bianche” è un breve racconto con
protagonista un anonimo sognatore, figura emblematica per il giovane
Dostoevskij, ossia una persona vittima delle sue stesse fantasticherie che
sovente si estranea dalla realtà ed immagina nella sua mente storie
fantastiche, partendo da elementi quotidiani
«-[...] Ah, se sapeste quante volte
in tal modo [sognando] mi sono innamorato!…
-Ma com’è possibile, di chi mai?
-Ma di nessuno, di un ideale, di
colei che si vede in sogno. Nei sogni costruisco romanzi interi.»
per poi soffrire
amaramente quanto è costretto a tornare bruscamente nel presente, interrotto ad
esempio dall’arrivo di un conoscente.
Una sera questo schivo sognatore, abituato a
parlare più con gli edifici di Pietroburgo che con le persone che la abitano,
incontra una fanciulla in lacrime che soccorre da un’aggressione ed accompagna
a casa. I due si rincontreranno per le successive tre notti, durante le quali
giungeranno in modo quasi istintivo a confidarsi le rispettive sofferenze: lui prigioniero
in un piano onirico ed incapace di stringere legami convenzionali, lei è
un’orfana affidata alle cure della nonna cieca ed afflitta da un difficile
amore a distanza.
Proprio come se si trattasse di una delle sue
fantasticherie, il protagonista si innamora della giovane Nasten’ka ed arriva a
sperare di coronare il suo sogno, per essere poi riportato ancora una volta
alla cruda realtà quando lei rincontra l’amato. Il sognatore è però avvezzo a
simili lezioni di vita, come si esprime in questa frase ripetuta
«-[...] Sono lacrime,
s’asciugheranno!»
e l’autore mantiene
comunque una sorta di positività anche nell’infelice epilogo, concretizzata da
un bacio d’addio tra i due protagonisti.
A collegare questa novella a “La cronaca di
Pietroburgo” è in primis questa città, che in entrambe le opere viene descritta
come una persona in carne ed ossa, con le proprie peculiarità ed un carattere
quasi umano
«[...] quando l’intera Pietroburgo
s’era alzata in piedi e all’improvviso se n’era andata in villeggiatura.»
«Ogni estate, per divertirsi,
[Pietroburgo] si concentra su qualcosa; forse già ora sta ideando cosa fare
l’inverno a venire.»
ma anche il
ripresentarsi del concetto del sognatore, anzi la sua prima apparizione dal
momento che “Le notti bianche” venne pubblicare l’anno successivo a “La cronaca
di Pietroburgo”.
In concreto, questa cronaca è una raccolta di
cinque feuilletons che Dostoevskij scrisse per il giornale “Gli annali di San
Pietroburgo”; questi articoli avevano principalmente lo scopo di informare i
lettori circa le novità cittadini in ambito di spettacoli teatrali e
pubblicazioni letterarie, ma servirono all’autore per abbozzare alcuni suoi
progetti narrativi e, soprattutto, illustrare nel dettaglio la figura del
sognatore poi ripresa ne “Le notti bianche”
«-[…] Sapete che sono già costretto
a festeggiare l’anniversario delle mie sensazioni, l’anniversario di ciò che
prima era così caro, di ciò che in sostanza non era mai accaduto […]»
«Ci sono sognatori che arrivano a
festeggiare anniversari con le loro sensazioni fantastiche. Spesso prendono
nota della data del mese in cui sono stati particolarmente felici e in cui la
loro fantasia ha assunto una forma particolarmente piacevole […]»
Alcuni passaggi delle due opere sono
addirittura uguali, come la rappresentazione della città di Pietroburgo come
una giovane donna tisica che, con l’arrivo della primavera, sembra rimettersi
in salute ed acquisire bellezza, per poi tornare al suo quotidiano grigiore con
l’approssimarsi dell’inverno.
Trovo quindi sia stata un’eccellente scelta
pubblicare assieme queste due opere, fornendo così un quadro più completo al
lettore ed evidenziando la continuità nei concetti presentati in entrambe.DOVE COMPRARE QUESTO LIBRO
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