McDona... Papa Song è il male assoluto!
Recensione a "Cloud Atlas. L'atlante delle nuvole" di David Mitchell
TITOLO: Cloud Atlas. L'atlante delle nuvole
AUTORE: David Mitchell
TITOLO ORIGINALE: Cloud AtlasTRADUTTORE: Luca Scarlini e Lorenzo Borgotallo
EDITORE: Sperling & Kupfer
COLLANA: PickWick
PAGINE: 600
VOTO: 5 stelline
“Cloud Atlas. L'atlante delle nuvole” è un romanzo che mescola un gran
numero di generi letterari ed è dotato di una struttura davvero originale,
illustrata in modo sublime da uno dei protagonisti con queste parole:
«[...] un “sestetto per solisti che
si sovrappongono”, per pianoforte, clarinetto, violoncello, flauto, oboe e
violino, ognuno nella sua chiave, dimensione e colore. Nella prima sezione,
ogni assolo è interrotto da quello che segue, nella seconda ogni interruzione
viene ripresa, in ordine. Un pezzo rivoluzionario o un trucco banale?»
in pratica, il volume è composto da sei storie
ambientate in altrettanti luoghi ed epoche, che si alternano in una struttura a
specchio con la prima storia che continua nell'ultimo capitolo, la seconda nel
penultimo e così via, fino alla storia centrale che inizia e termina in un
unico capitolo.
In aggiunta,
tutte le storie sono presentate come parte della trama nelle successive; i
protagonisti si trovano così a leggere gli uni le vicende degli altri, in un
astuto stratagemma di meta narrazione. Con questo espediente, la frustrazione dei lettori viene
condivisa dai personaggi stessi
«[...] il volume s’interrompe, a
metà frase, una quarantina di pagine dopo, dove la rilegatura è saltata. Ho
cercato il resto di quella dannata cosa in tutta la biblioteca. Non ho avuto
fortuna.»
Ma
questo è solo uno degli aspetti che lega assieme le sei storie. Infatti come in
“Le prime quindici vite di Harry August”
(QUI la recensione) di Claire North, in questo romanzo si parla di anime che si
reincarnando, ma non in un loop infinito bensì in corpi diversi destinati ad
incontrarsi ancora ed ancora
«Le anime attraversano le età come
le nuvole i cieli, e anche se le nuvole cambiano spesso forma, colore e
dimensioni, una nuvola è sempre una nuvola e un’anima è sempre un’anima.»
Come accennato poco fa, le storie ricadono in
generi distinti: passiamo dal romanzo storico ed avventuroso che riporta alla
mente i classici di Stevenson e Verne, alla storia di spionaggio, adrenalinica e
ricca d'azione, per arrivare alla distopia ambientata in un prossimo futuro
fantascientifico. Con l'alternarsi delle storie, cambiano anche i registri
narrativi. Abbiamo quindi un diario, delle lettere, un'intervista, ma anche un
meta romanzo, unica tra le varie narrazioni a presentare la terza persona.
Seguiamo inizialmente la storia di Adam
Ewing, un notaio californiano di metà Ottocento che, durante un lungo viaggio
via nave nell'Oceano Pacifico, incrocerà la strada con il medico Henry Goose e
con il moriori Autua, scoprendo pian piano come la malvagità possa risiede in
ogni essere umano, a prescindere alla sua etnia.
Il diario di Ewing diventa poi una lettura
per Robert Frobisher, musicista inglese degli anni Trenta, dalla vita a dir
poco sregolata; lasciata la patria per il Belgio, dove diventa l'allievo del
grande Vyvyan Ayrs, Robert si trova di fronte a nuove difficoltà che gli
impediscono di realizzare i suoi sogni ma non di comporre il meraviglioso
sestetto “L'atlante delle nuvole”.
Questa composizione incuriosisce la
giornalista Luisa Rey, che negli anni della guerra fredda cerca di rendere
pubblica una relazione sulla pericolosità del progetto legato all'energia
nucleare della Seabord Corp. La storia di Luisa viene successivamente raccontata
in un romanzo.
Il manoscritto finisce tra le mani
dell'editore Timothy Cavendish; vissuto ai giorni nostri in Inghilterra,
l'anziano viene suo malgrado rinchiuso in un ospizio
«Ci sono arrivato. Tu probabilmente
ci sei arrivato molte pagine fa,caro lettore.
Aurora House era una casa di riposo
per anziani.»
dal
quale narra la propria prigionia con la speranza che le sue memorie diventino
poi un lungometraggio.
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Cover USA |
Il film effettivamente viene realizzato, e
sarà poi visto da Sonmi-451, un clone creato in laboratorio in un versione
futuristica dell'attuale Corea; ovviamente, il numero di questo clone si riferisce
a “Fahrenheit 451” di Ray Bradbury, ma pensante è anche il debito di questo
storia con “Il nuovo mondo” (QUI la recensione) di Aldous Huxley, dal quale
trae spunto per gli elementi di ingegneria genetica e per i dettami del
Fordismo
«[Hae-Joo] Mi ha spiegato che per
via elle Leggi dell’Arricchimento, i consumatori devono spendere ogni mese una
quota fissa di dollari, a seconda del loro strato. Il Risparmio è un crimine
contro la Corpocrazia.»
Dal
momento che il distopico è il mio genere prediletto, questa è l'ambientazione
che ho preferito, specialmente per le peculiarità del futuro che viene
presentato; un mondo dove sono le grandi multinazionali a dominare l'intero
pianeta
«La SemiCorp era lo sponsor della
luna quella sera. L’immenso riflettore lunare proiettava sulla superficie della
luna dal lontano Fuji una pubblicità dopo l’altra; [...]»
con
uno stampo decisamente dittatoriale
«[Yoona-939] Canticchiava il Salmo
di Papa Song con assurde devianze. Si divertiva a farmi ridere. La risata è
anarchica e blasfema. I tiranni fanno bene a temerla.»
L'ascesi di Sonmi da semplice clone ad
individuo senziente viene sviluppata nel corso di una lunga intervista
registrata, che verrà poi vista da Zachry, abitante di un'isola del Pacifico in
un lontano futuro post-apocalittico dove la stessa Sonmi viene venerata come
una divinità.
Con così tante storie, la lettura richiede
ovviamente un certo grado di attenzione, risultando allo stesso tempo molto
scorrevole. A mantenere viva l'attenzione del lettore contribuisce anche
l'alternarsi delle storie, che da un lato impedisce di annoiarsi e dall'altro è
calibrato in modo da creare il giusto grado di empatia. Ciò non mi ha comunque
impedito di avere delle preferenze, e devo ammettere che la storia di Luisa tra
tutte è quella che mi ha maggiormente emozionato.
DOVE COMPRARE QUESTO LIBRO
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