«What kind of good place takes its best and throws it away?»
Ci sono meno baci in una soap opera
Recensione a "Strange Grace" di Tessa Gratton
TITOLO: Strange Grace
TRADUTTORE: -
EDITORE: Simon & Schuster, Inc.
COLLANA: Margaret K. McElderry Books
PAGINE: 390
VOTO: 2 stelline e mezza
IL COMMENTO
"Strange Grace" è un romanzo fantasy
-con alcuni spunti romance- rivolto ad un pubblico di ragazzi, come risulta
evidente anche dalla giovane età dei tre personaggi principali della
narrazione, oltre per le tematiche prescelte dall'autrice.
La storia si
ambienta nell'area circoscritta di un piccolo villaggio, situato in un mondo
fantastico seppur molto vicino all'Inghilterra medioevale. Circa duecento anni
prima rispetto all'inizio del romanzo, gli abitanti del paesino strinsero un
patto con il diavolo che da sempre dimora nella foresta vicina, anche grazie
all'intervento di una delle sorelle Grace, tre streghe che daranno origine ad
una famiglia di guaritrici; in base a questo accordo, una volta ogni sette anni
il miglior ragazzo del villaggio viene mandato nel bosco come sacrificio in
cambio di benessere e prosperità.
Nel presente
sono passati solo tre anni dall'ultimo rituale e il demone già esige un nuovo
tributo; tutti sono certi che toccherà a Rhun, dal momento che è veloce nella
corsa e sempre positivo, ma gli altri protagonisti -il reietto Arthur e la
strega Mairwen- sono decisi ad impedire la sua immolazione e scoprire cos'è
cambiato nel patto. E questo è uno degli aspetti più problematici del romanzo,
seppur molto soggettivo: l'atmosfera surreale che regna nel testo fa sì che i
personaggi abbiano dei comportamenti al limite della stupidità, come l'assenza
di interesse verso la loro stessa sorte.
«"I want to go into the forest," she whispers back. "To find out what changed. John, I feel like this is... an opportunity. [...]"»
Questo tono fantasioso influenza anche lo stile nelle descrizioni, che invece ne guadagnano risultando molto curate ed evocative, e capaci di creare anche un clima angosciante e tenebroso.
«[...] a crescent of dark shadows and ancient trees embracing the town of Three Graces like the pearl in the mouth of an oyster.»
Oltre agli abitanti
del villaggio, che hanno un ruolo abbastanza stereotipato e funzionale
all'economia della storia, i soli personaggi degni di nota sono i tre
protagonisti; peccato che di tre, io ne abbia apprezzato solo uno. Rhun mi è
sembrato troppo stoico e sciapo, seppur coerente con il carattere di base,
mentre Mairwen è semplicemente fastidiosa con le sue osservazioni sempre inopportune.
Per fortuna
tutto ciò viene -in parte- bilanciato da Arthur, che potrebbe ambire ad una
storia solo per sé. Apprezzo molto che l'autrice si sia impegnata nel
rappresentare un personaggio non binario,
«Just
like sickness and blight, like torrential rain and sudden death, Arthur does not
belong.
He
shudders like a flickering candle flame, wishing he knew to stand, or how to
make himself into an inferno.»
non fermandosi al cliché del ragazzino vestito con abiti femminili della madre; il percorso di accettazione e crescita personale intrapreso da Arthur occupa parecchio spazio nella narrazione, ed è a mio parere l'elemento migliore di questo titolo,
«"Saving
him is the only way to be better," he says.
"Better
than him?" she whispers, shaking her head.
"Better
than myself."»
soprattutto quando la Gratton si focalizza su come il
pregiudizio degli abitanti del villaggio abbia esercitato un'enorme influenza
su di lui fin da piccolo, innescando uno spasmodico desiderio di rivalsa, di
dimostrarsi all'altezza diventando per l'appunto il santo martire.
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Cover portoghese |
«No doubt this magic has connected their health and power not only to the bargain, but to each other. And somehow, Arthur doesn't seem to mind.»
Per quanto riguarda lo stile, oltre all'eccessiva liricità di cui ho già parlato, sono presenti altri elementi che non mi hanno troppo convinto. In particolare, le molte ripetizioni sia di scene quasi identiche sia di concetti che ogni volta sembrano voler stupire i lettori; l'autrice cerca anche di dare enfasi ad ogni situazione, creando momenti rituali e (teoricamente) ricchi di emozione,
«Plopping her hands into her lap, she allows herself a moment to mourn the beautiful indigo wool and skims a finger against the slits in the sleeves.»
con il risultato di far apparire tutto uguale e piatto. Inoltre credo sia perfino illegale spiegare al lettore le immagini simboliche e le metafore, per non insultare la sua intelligenza per lo meno.
«Rhun thinks there must be something symbolic about none of them in their own clothes, like everything they were before is so changed nothing fits.»
Ma uno solo è il quesito che tutt'ora mi
tiene sveglia la notte: come diamine scelgono il santo di Three Graces?
Ogni chiarimento in merito è ben accetto.
Ciao! Lo spunto potrebbe sembrare interessante, peccato per l'appiattimento della simbologia e dei personaggi... è un romanzo per ragazzi, ma non per questo dovrebbe essere semplificato :-(
RispondiEliminaCredo anch'io che la storia avrebbe reso meglio in un romanzo per adulti, ma è comunque positivo vedere che anche nella narrativa per ragazzi si tenta di affrontare tematiche più impegnative :)
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