lunedì 19 ottobre 2020

Ci sono meno baci in una soap opera - Recensione a "Strage Grace" di Tessa Gratton

«What kind of good place takes its best and throws it away?»

Ci sono meno baci in una soap opera

Recensione a "Strange Grace" di Tessa Gratton


LA SCHEDA TECNICA

TITOLO: Strange Grace
AUTORE: Tessa Gratton
TITOLO ORIGINALE: -
TRADUTTORE: -
EDITORE: Simon & Schuster, Inc.
COLLANA: Margaret K. McElderry Books
PAGINE: 390
VOTO: 2 stelline e mezza

IL COMMENTO

  "Strange Grace" è un romanzo fantasy -con alcuni spunti romance- rivolto ad un pubblico di ragazzi, come risulta evidente anche dalla giovane età dei tre personaggi principali della narrazione, oltre per le tematiche prescelte dall'autrice.
  La storia si ambienta nell'area circoscritta di un piccolo villaggio, situato in un mondo fantastico seppur molto vicino all'Inghilterra medioevale. Circa duecento anni prima rispetto all'inizio del romanzo, gli abitanti del paesino strinsero un patto con il diavolo che da sempre dimora nella foresta vicina, anche grazie all'intervento di una delle sorelle Grace, tre streghe che daranno origine ad una famiglia di guaritrici; in base a questo accordo, una volta ogni sette anni il miglior ragazzo del villaggio viene mandato nel bosco come sacrificio in cambio di benessere e prosperità.
  Nel presente sono passati solo tre anni dall'ultimo rituale e il demone già esige un nuovo tributo; tutti sono certi che toccherà a Rhun, dal momento che è veloce nella corsa e sempre positivo, ma gli altri protagonisti -il reietto Arthur e la strega Mairwen- sono decisi ad impedire la sua immolazione e scoprire cos'è cambiato nel patto. E questo è uno degli aspetti più problematici del romanzo, seppur molto soggettivo: l'atmosfera surreale che regna nel testo fa sì che i personaggi abbiano dei comportamenti al limite della stupidità, come l'assenza di interesse verso la loro stessa sorte.

«"I want to go into the forest," she whispers back. "To find out what changed. John, I feel like this is... an opportunity. [...]"»

Questo tono fantasioso influenza anche lo stile nelle descrizioni, che invece ne guadagnano risultando molto curate ed evocative, e capaci di creare anche un clima angosciante e tenebroso.

«[...] a crescent of dark shadows and ancient trees embracing the town of Three Graces like the pearl in the mouth of an oyster.»

  Oltre agli abitanti del villaggio, che hanno un ruolo abbastanza stereotipato e funzionale all'economia della storia, i soli personaggi degni di nota sono i tre protagonisti; peccato che di tre, io ne abbia apprezzato solo uno. Rhun mi è sembrato troppo stoico e sciapo, seppur coerente con il carattere di base, mentre Mairwen è semplicemente fastidiosa con le sue osservazioni sempre inopportune.
  Per fortuna tutto ciò viene -in parte- bilanciato da Arthur, che potrebbe ambire ad una storia solo per sé. Apprezzo molto che l'autrice si sia impegnata nel rappresentare un personaggio non binario,

«Just like sickness and blight, like torrential rain and sudden death, Arthur does not belong.
He shudders like a flickering candle flame, wishing he knew to stand, or how to make himself into an inferno.»

non fermandosi al cliché del ragazzino vestito con abiti femminili della madre; il percorso di accettazione e crescita personale intrapreso da Arthur occupa parecchio spazio nella narrazione, ed è a mio parere l'elemento migliore di questo titolo,

«"Saving him is the only way to be better," he says.
"Better than him?" she whispers, shaking her head.
"Better than myself."»

soprattutto quando la Gratton si focalizza su come il pregiudizio degli abitanti del villaggio abbia esercitato un'enorme influenza su di lui fin da piccolo, innescando uno spasmodico desiderio di rivalsa, di dimostrarsi all'altezza diventando per l'appunto il santo martire.

Cover portoghese
  L'autrice ha scelto di concedere molte pagine anche alla relazione poliamorosa tra i protagonisti; nella prima parte della storia l'ho trovata relativamente spontanea e credibile, mentre dopo la creazione del nuovo vincolo nella foresta ci sono alcune linee di testo che fanno pensare quasi a dei rapporti dettati dall'alto, sulla base di un legame mistico più che affettivo.

«No doubt this magic has connected their health and power not only to the bargain, but to each other. And somehow, Arthur doesn't seem to mind.»

  Per quanto riguarda lo stile, oltre all'eccessiva liricità di cui ho già parlato, sono presenti altri elementi che non mi hanno troppo convinto. In particolare, le molte ripetizioni sia di scene quasi identiche sia di concetti che ogni volta sembrano voler stupire i lettori; l'autrice cerca anche di dare enfasi ad ogni situazione, creando momenti rituali e (teoricamente) ricchi di emozione,

«Plopping her hands into her lap, she allows herself a moment to mourn the beautiful indigo wool and skims a finger against the slits in the sleeves.»

con il risultato di far apparire tutto uguale e piatto. Inoltre credo sia perfino illegale spiegare al lettore le immagini simboliche e le metafore, per non insultare la sua intelligenza per lo meno.

«Rhun thinks there must be something symbolic about none of them in their own clothes, like everything they were before is so changed nothing fits.»

  Ma uno solo è il quesito che tutt'ora mi tiene sveglia la notte: come diamine scelgono il santo di Three Graces?
  Ogni chiarimento in merito è ben accetto.


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2 commenti:

  1. Ciao! Lo spunto potrebbe sembrare interessante, peccato per l'appiattimento della simbologia e dei personaggi... è un romanzo per ragazzi, ma non per questo dovrebbe essere semplificato :-(

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    1. Credo anch'io che la storia avrebbe reso meglio in un romanzo per adulti, ma è comunque positivo vedere che anche nella narrativa per ragazzi si tenta di affrontare tematiche più impegnative :)

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