venerdì 26 luglio 2024

"Assassinio allo specchio" di Agatha Christie

Assassinio allo specchioAssassinio allo specchio by Agatha Christie
My rating: 4 of 5 stars

"Senza arrivare al punto di sembrare la signora di Shalott che vede il fato inesorabile piombarle addosso, Marina Gregg poteva aver visto qualcosa di irritante o di spiacevole. Forse, da quelle scale era salito un ospite inatteso e... non gradito?"


OTTIMA PRESCRIZIONE, DOTTOR HAYDOCK!

Dopo i magoni causati da "Storia della bambina perduta" mi sembrava giusto puntare su una lettura coinvolgente, nonché ricca di quelle risposte concrete di cui la prosa di Ferrante è volutamente povera. E chi meglio della cara Agatha è in grado di fornire anche in poche pagine una storia ricca d'intrattenimento e rivelazioni stupefacenti, magari con l'aiuto di una brillante vecchina inglese? Questo accade per l'appunto in "Assassinio allo specchio", narrazione dei primi anni Sessanta che trovate in italiano anche come "Silenzio: si uccide"; per assurdo non è tanto questo cambio a creare confusione quanto l'esistenza di due film girati a pochi anni di distanza e distribuiti in Italia con lo stesso titolo: uno è l'adattamento di questo libro, mentre l'altro è ispirato a "Giochi di prestigio". Ancor più assurdo se si pensa che non ci sono specchi in nessuna delle due storie!

Lasciando da parte queste curiosità che interesseranno quasi certamente me e basta, la vicenda immaginata da Christie ci riporta nel paesino di St. Mary Mead, già teatro di altre storie delittuose che qui vengono più volte citate. Tutto comincia nella tenuta di Gossington Hall, di recente acquistata dalla celebre attrice Marina Gregg e dal suo quinto marito Jason "Jinks" Rudd, dove si tiene una raccolta di fondi; coinvolta nell'organizzazione dell'evento, la signora Heather Badcock partecipa con gioia, ma dopo aver bevuto un cocktail muore avvelenata. Il mistero si infittisce quando sorge il sospetto che la vittima designata non fosse neppure lei, ma soprattutto quando una serie di messaggi minatori compare nella magione.

Ed infatti nell'indagine subentra Scotland Yard, dandoci così modo di rivedere l'ispettore capo Dermot Craddock, che a sua volta ricorre all'arguzia di "Zia Jane" per far chiarezza sul delitto. Un ritorno che mi ha fatto molto piacere, perché gli scambi tra loro sono davvero divertenti; in realtà tutti i dialoghi nei quali interviene Miss Marple sono una delizia da leggere: pieni di commenti sagaci e riferimenti alla sua indolenza verso chi la tratta come una povera anziana. Ho apprezzato anche i collegamenti alle sue precedenti avventure -in particolare, viene menzionato con risolutezza "C'è un cadavere in biblioteca"- e l'introduzione del personaggio di Cherry Baker, che di certo rivedremo in futuro.

Anche gli altri caratteri si difendono bene, ma ad aggiudicarsi il titolo di miglior personaggio è probabilmente il Nuovo Quartiere, che Miss Marple esplora con curiosità e diffidenza; vista la decisione presa dai Baker, possiamo intuire che il giudizio conclusivo verso la moderna edilizia sia impietoso, eppure questa parentesi permette di arricchire l'universo narrativo e fornire prospettive insolite: sono infatti presenti diverse scene affidate a POV particolari, che donano dinamismo al romanzo. Il suo maggior pregio però si rivela (come accade molto spesso nei romanzi della cara Agatha) l'intreccio, e soprattutto una risoluzione finale particolarmente intelligente ed emozionante.

Per contro, il ritmo della prima parte mi è sembrato arrancare, come se l'autrice si sentisse obbligata a far ribadire gli stessi pattern logici a diversi personaggi. Verso l'epilogo, mi sono resa poi conto che alcuni spunti di trama erano destinati a rimanere in sospeso (come la minaccia del figlio maggiore) o ad ottenere una risoluzione troppo semplicistica, ed è il caso della presenza di Arthur Badcock alla festa liquidata con una mezza frase.

Gli altri difetti del volume sono di minor rilevanza. L'edizione una volta tanto non ha grosse pecche: oltre al titolo (anzi, i titoli) abbastanza randomico, c'è giusto qualche piccolo refuso ed una prefazione inconsistente nella sua casualità. Nonostante non sia un'opera christieana tra le più datate, non mancano poi termini e commenti (sull'etnia e la disabilità, in particolare) poco piacevoli. Ma la cara Agatha nacque ai tempi della regina Vittoria, quindi le si perdona un po' tutto.

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