mercoledì 14 agosto 2024

"Follia profonda" di Wulf Dorn

Follia profondaFollia profonda by Wulf Dorn
My rating: 3 of 5 stars

"La prima busta l'aveva trovata al parcheggio della clinica, anche i fiori erano stati consegnati alla clinica. Questa volta però si trovava sulla porta di casa sua. La sconosciuta era stata a casa sua. Si sta avvicinando, pensò in preda alla paura"


FORTUNA CHE FALETTI ORMAI È MORTO...

Pur non avendo amato particolarmente nessuno dei titoli letti finora, Dorn rimane un autore al quale ritorno volentieri perché i suoi thriller psicologici risultano ben bilanciati nei diversi elementi che li compongono. Il mio percorso nella sua bibliografia è stato però molto casuale: mi sono lasciata semplicemente attirare dalle sinossi più interessanti e dalle recensioni più positive. Ecco spiegata la lettura di "Follia profonda" senza aver prima recuperato il volume precedente di questa duologia -ossia "Il superstite"-, scelta che comunque non mi ha ostacolato seriamente nella comprensione delle vicende raccontate.

In realtà, questo romanzo è collegato anche ad altre opere dell'autore, tra le quali il suo celebre debutto "La psichiatra"; infatti ci troviamo nuovamente a Fahlenberg, località fittizia del Baden-Württemberg, in particolare nelle vicinanze della Waldklinik. Qui lavora lo psichiatra Jan Forstner, nostro punto di vista principale nonché vittima di un'inquietante stalker che gli fa recapitare fiori, per poi passare a disegni allegorici ed a minacce per nulla velate nei confronti delle donne con cui lo vede interagire. Mentre l'uomo cerca di individuare l'identità della persecutrice, alla sua prospettiva si alternano molte altre tra le quali quella di Felix Thanner, il sacerdote che lavora come consulente spirituale della clinica, che a sua volta entra in contatto con l'antagonista.

Le premesse per ricavarne una storia non solo appassionante, ma anche con dei validi spunti di riflessione c'erano tutte; purtroppo, l'autore toppa soggettivamente sul piano narrativo ed oggettivamente su quello tematico. Per quanto riguarda l'intreccio, alcune svolte di trama sono abbastanza scontate se bazzicate il genere, inoltre l'epilogo dà un tono troppo positivo e frivolo ad una vicenda teoricamente tragica. La principale rivelazione poggia poi su un escamotage che avevo già trovato in un romanzo di Faletti precedente a questo, e perciò ho azzeccato il finale già dai primi capitoli. Però lungi da me accusare il caro Wulf di plagio, inoltre mi rendo conto che questo specifico problema è del tutto personale: se non avessi letto prima l'altro libro probabilmente sarei rimasta decisamente colpita da com'è stata strutturata la vicenda.

Passando a quello che reputo invece un difetto in senso lato, ci troviamo di fronte ad un tema che mi aveva fatto ben sperare, perché ci sono tantissime storie in cui si parla di stalking nei confronti di una donna, ma ben pochi nei quali la prospettiva è quella maschile. Poteva essere un'ottima occasione per mostrare come questo crimine sia avulso dal concetto di genere, come anche dei pregiudizi che sorgono quando è un uomo a denunciare delle molestie; purtroppo tutto questo potenziale si riduce ad una sola scena, neppure cruciale ai fini della narrazione. A fare realmente le spese di quest'ossessione sono quasi sempre (ed ancora una volta!) le donne che ruotano attorno a Jan, identificate dalla sua stalker come possibili rivali.

Di certo, se dovessi chiudere un occhio sul modo in cui è stato trattato questo argomento -e anche un altro, del quale però non posso parlare per evitare spoiler- potrei tessere le lodi della prosa di Dorn e della caratterizzazione dei suoi personaggi. Il romanzo è infatti molto godibile, sia per la moderata presenza dell'elemento horror che per l'ottimo ritmo dato alla narrazione: il lettore non può quindi fare a meno di rimanere incollato alle pagine per leggere di come Jan riuscirà a contrastare la sua stalker e di quale ruolo giocheranno gli altri caratteri nella vicenda.

Come accennato, anche i personaggi rientrano tra i punti di forza in questo titolo, dimostrando un concreto approfondimento psicologico, sia tra i protagonisti che tra i comprimari. Come POV principale Jan mi è piaciuto molto: ad esclusione di un paio di decisioni infelici, si dimostra un personaggio intelligente e determinato, che ripone una grande fiducia nelle sue capacità come psicologo per poter trovare un punto d'incontro con il prossimo. E l'antagonista si rivela essere più che all'altezza del suo ruolo, infatti le migliori scene del volume sono quelle in cui mette in atto dei piani per ingannare o attaccare i protagonisti. Sarà anche al centro di un twist imbarazzante nella sua prevedibilità, ma rimane una villain di tutto rispetto.

Voto effettivo: tre stelline e mezza

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