Voce alle donne (di ogni colore)
Recensione a "The Help" di Kathryn Stockett
LA SCHEDA TECNICA
TITOLO: The Help
AUTORE: Kathryn Stockett
TITOLO ORIGINALE: The Help
TRADUTTORE: Adriana Colombo e Paola Frezza Pavese
EDITORE: Mondadori
COLLANA: Oscar Bestsellers
PAGINE: 520
TRADUTTORE: Adriana Colombo e Paola Frezza Pavese
EDITORE: Mondadori
COLLANA: Oscar Bestsellers
PAGINE: 520
Molte volte ho sentito dire, riguardo ad un libro “mattone”, quanto fosse scorrevole e veloce la lettura, tanto era ben scritto. E se all’apparenza annuivo, convinta e partecipe, in cuor mio pensavo che mi stavano prendendo in giro.
“The Help” è
stata la prova definitiva che ero io ad essere in errore; ora, non vorrei
essere fraintesa: per leggere un libro con più di 500 pagine ci vogliono tempo
e concentrazione, e ritengo generalmente sbagliato macinare pagine su pagine
con foga, neanche si trattasse di una commissione da sbrigare al prima
possibile. È però innegabile che quando un lettore si trova di fronte ad una
storia così coinvolgente e ad un’autrice dallo stile impeccabile sarà un grande
sforzo posare quel libro e dedicarsi ad altro.
Questo è
quando ho personalmente vissuto durante la lettura di “The Help”, perché
all’inizio la mole, la fama e il tema mi mettevano parecchio in soggezione, ma
una volta conosciuti i personaggi non li volevo più lasciare, tanto da pensare
a loro e al proseguo della storia anche mentre facevo altro.
La storia
presenta una trama all’apparenza basilare, ma arricchita da ottime svolte
narrative. Nella Jackson, Mississippi, dei primi anni ’60 la condizione delle
persone di colore è molto difficile, ma un gruppo di domestiche al servizio
delle più ricche famiglie bianche della città trova il coraggio di raccontare
le sofferenze, come pure le gioie, che costellano le loro giornate lavorative.
Nasce così
l’idea di trasformare le interviste a queste donne in un libro, e questo
romanzo è la storia della sua difficile pubblicazione, nonché del suo insperato
successo.
Come già
accennato, il testo si presenta davvero scorrevole perché privo di “punti
morti” o di parti superflue. La narrazione viene inoltre sovente alleggerita (e
nel contempo, arricchita) da diversi momenti divertenti, quasi comici.
La narrazione
segue tre POV diversi di altrettante protagoniste: la dolce Aibileen, che si
occupa dei figli dei suoi datori di lavoro come fossero bambini suoi e cerca
sempre di vedere il meglio in tutti, perfino nella perfida miss Hilly, ma si
dimostra anche coraggiosa e risoluta all’occasione; Milly è un’eccellente cuoca
con qualche problema a tenere per se le proprie opinioni, che mostrerà di avere
un grande cuore e la capacità di mettere i figli e gli amici prima di se
stessa; ed infine, Skeeter, l’aspirante giornalista che per prima propone di
trascrivere le esperienze delle domestiche di colore, proprio perché alla
ricerca della verità su quella che l’ha cresciuta.
A circondare
le tre protagoniste è presente un ricco gruppo di personaggi, soprattutto
padrone e domestiche, mentre ai personaggi maschili è riservato ben poco
spazio. Come tutti risultano sfaccettati e ben strutturati.
Per quanto
riguarda le protagoniste, tutte e tre presentano una grande evoluzione nel
corso del romanzo; sebbene questo cambiamento sembri riguardare inizialmente
solo Skeeter, che vede cadere ben presto il velo dell’illusione, la
pubblicazione delle interviste farà maturare decisioni molto importanti anche
per le due domestiche.
La Stockett
varia abilmente sia il lessico sia lo stile per adattarsi ai diversi POV, così
da rendere più realistica la narrazione, Per mantenere la fedeltà
all’ambientazione scelta, l’autrice si ritaglia sovente dei piccoli spazi per
far luce sulle invenzioni e i maggiori avvenimenti agli inizi degli anni ’60.
Le uniche note
un po’ stonate, in un romanzo altrimenti impeccabile, sono il lato romantico
inserito forzatamente nella storyline già molto ricca di Skeeter; trovo che
l’autrice abbia un po’ esagerato anche con i riferimenti al tema del razzismo,
che ogni tanto sembrano essere OOC.
Bisogna però
ammirare come la Stockett abbia optato per un finale abbastanza lieto, senza
però cadere nella facile tentazione del fan-service, mantenendo così il
realismo che contraddistingue l’intero romanzo.
DOVE COMPRARE QUESTO LIBRO
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