«Siamo complessi, noi esseri umani, abbiamo così tante sfumature...»
Dovrebbero farci un film (non è un complimento)
Recensione a "Spy story love story" di Nicolai Lilin
TITOLO: Spy story love story
AUTORE: Nicolai Lilin
TITOLO ORIGINALE: -TRADUTTORE: -
EDITORE: Einaudi
COLLANA: I coralli
PAGINE: 250
VOTO: 2 stelline e mezza
IL COMMENTO
"Spy story love story" è un romanzo thriller
dal titolo incredibilmente fuorviante, perché non si tratta propriamente di una
storia di spionaggio e certamente non racconta una storia d'amore. Anche la
sinossi proposta non corrisponde a quanto effettivamente succede nel romanzo:
il protagonista Alëša è un provetto sicario non più giovanissimo che vuole
lasciare l'associazione criminale per la quale lavora, ma non per degli scrupoli
morali dell'ultima ora, quanto piuttosto perché prova la necessità fisica di
uccidere e il suo capo da un po' lo sta lasciando a riposo dopo aver deciso di
entrare in politica e -quindi- di dare una ripulita alla sua reputazione.
Da queste
premesse parte la storia: Alëša chiede al boss Rakov di "andare in
pensione" e questi gli propone un ultimo lavoro per poter guadagnare un
bel gruzzolo e concludere in bellezza la sua sanguinosa carriera. L'uomo dovrà
eliminare Marta, la figlia di un simpatizzante della Fratellanza che rischia di
mettere in dubbio la facciata di ultra democratico di Rakov; nel mentre, il
nostro protagonista dovrà occuparsi anche di formare il suo sostituto, ossia
l'ex militare Ivan.
La trama è
priva di spunti originali (specialmente se guardate spesso film d'azione o
simili) e viene smossa solo da un colpo di scena a metà volume che risulta
imprevedibile non tanto perché sia ben studiato, bensì per la sua totale
casualità: avrei trovato più logico che il protagonista arrivasse a fare questa
scoperta tramite un suo ragionamento, ma invece tutto viene rivelato con
tranquillità e in modo randomico.
Tutta la
narrazione presenta delle scene molto sopra le righe, in cui vengono inserite battute
d'effetto irrealistiche o raccontati aneddoti evidentemente esagerati,
«"[...] Sai perché sono rimasto
in piedi? Perché quel giorno avevo addosso un paio di pantaloni nuovi di zecca
e non volevo sporcarmeli. All'epoca la mia vita per me valeva meno di un paio
di pantaloni, tutto qui."»
e
in generale il comportamento dei personaggi ricorda quello che potremmo vedere
in un film d'azione piuttosto che tra le pagine di un romanzo. Se non ne
perdere la godibilità della storia, sicuramente viene inficiata la sua credibilità
perché reazioni come questa:
«Ivan avvicina la mano alla bocca,
come se volesse impedire alle parole di uscire.»
sono
più facili da immaginare se filtrate dallo schermo di un televisore, che aiuta
a sospendere maggiormente l'incredulità; in un testo scritto il lettore ha
tutto il tempo per capire che queste reazioni sono troppo meccaniche.
Come anticipato, la storia d'amore è quasi
inesistente: se non fosse tanto citata (perfino su Wikipedia questo titolo
viene riassunto con la frase "le vicende di uno spietato killer che
finisce con l'innamorarsi") non mi sarei neppure accorda del grande amore
tra Alëša e Marta. Ovviamente si tratta di un insta-love, quindi lui la vede e
parte per la tangente,
«Ogni secondo che passa in sua
presenza Alëša si sente più a suo agio, come se la conoscesse, come se il loro
piccolo scambio di parole fosse soltanto il seguito di un dialogo più profondo,
cominciato molto tempo fa.»
mentre
a lei servono addirittura quattro chiacchiere assieme per... professare il
proprio amore incondizionato? non proprio, ma gli sguardi densi di significato
si sprecano.
![]() |
Cover ceca |
Il cast si compone di Alëša, Ivan e parecchie
comparse fatte con pratiche sagome di cartone e ricoperte dai più abusati
cliché: i russi mafiosi cattivi che uccidono per noia e sono pronti a farsi le
scarpe l'un l'altro, gli zingari nascosti tra i rifiuti a cui devi provare di
essere un vero duro, i politici di ogni nazionalità sempre corrotti fino al
midollo, i militari e i poliziotti altrettanto corrotti, tutte le donne desiderose
di darsi alla prostituzione, con l'unica eccezione di Marta. E proprio
quest'ultima è il personaggio che più mi ha lasciato perplessa, perché la sua
presenza è quasi ininfluente ma Lilin spreca pagine preziose per parlarci della
sua situazione familiare e della passione per i numeri (?), tutti dettagli
privi di utilità; è incredibile anche la serenità con cui la donna accetta
quanto le succede,
«"Preferisco non sapere di che
cadavere state parlando, [...]"»
e
la sua tirata finale sul tema -del tutto fuori luogo- del ricordo.
Alëša ha la migliore caratterizzazione, e ho
apprezzato la scelta di descrivere le sue azioni in modo schietto, senza
tentare di dipingerlo come un eroe romantico. Non mi ha troppo convito invece
la sua forzata passione per la lettura,
«E fuori dalla violenza trovò un
solo conforto: la letteratura. Gli unici momenti in cui si sentiva vivere erano
quelli passati a leggere.»
e
neppure il fatto che, subito dopo aver incontrato Ivan, diventi all'improvviso
un gran chiacchierone pronto a raccontare tutte le sue imprese per pagine e
pagine di monologhi surreali. L'aspirante killer d'altronde era per me il
personaggio più interessante, almeno fino a quando l'autore non lo distrugge
attribuendogli la motivazione più patetica possibile, per dargli poi una
risoluzione insoddisfacente.
Stilisticamente il romanzo è scorrevole e si
nota l'impegno che l'autore ha infuso nella ricerca dei termini giusti,
soprattutto nelle metafore che abbondano nella narrazione; alcune sono
originali e gradevoli,
«Il senso di liberazione lo ubriacò
e gli aprì due enormi ali sulla schiena. La strada dal parco a casa la fece
volando, [...].»
ma
nella moltitudine scivola spesso sul già visto. Sembra che Lilin ne abbia
inserite così tante per farne un tratto distintivo, ma per conto mio bastava
tranquillamente il suo continuo mettere in mostra le conoscenze tecniche sulle
armi. Ad esempio, dopo questa frase introduttiva:
«Alëša annuisce, conosce bene
quell'arma. Modello più compatto della classica 17, calibro 9 per 19, roba da
militari e poliziotti.»
segue
una disquisizione sulla validità delle diverse pistole lunga un paio di pagine
e, neanche a dirlo, del tutto inutile ai fini della trama.
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