Chi semina vento, raccoglie tempesta
Recensione a "Cime tempestose" di Emily Brontë
AUTORE: Emily BrontëTITOLO ORIGINALE: Wuthering Heights
TRADUTTORE: Gemma De Sanctis
EDITORE: Giunti
COLLANA: Acquarelli
PAGINE: 380
COMMENTO
Cos’è disposto a fare
un uomo per conquistare il cuore dell’amata? E quali delitti può invece
perpetrare quanto quel affetto gli viene negato? Non sono certo domande facili,
ne forse i primi quesiti che vengono in mente quando ci si approccia ad una
storia che ad un occhio distratto può apparire romantica e sentimentale. Il
capolavoro di Emily Brönte è però tutt’altro che convenzionale, e non lesina al
lettore scene di violenza, un linguaggio volgare o dei personaggi diabolici.
La vicenda sarebbe in
realtà narrata dal signor Lockwood, ma il suo punto di vita viene ben presto
messo da parte in favore di quello della signora Dean, che intrattiene in
lettore come pure il narratore con le vicende delle due ricche famiglie della
zona, gli Earnshaw e i Linton. Le vite altrimenti serene di costoro vengono
stravolte quando il vecchio signor Earnshaw porta a casa un trovatello,
battezzandolo Heathcliff; sarà proprio lui anni dopo a causare la rovina delle
famiglie, nonché a corrompere l’animo di chiunque entrerà in contatto con lui.
La vera forza del
romanzo sta nei personaggi e soprattutto nei passaggi in cui essi esplicano i
loro veri sentimenti. Innanzitutto stupisce la mancanza di un eroe, o perlomeno
di un personaggio in prevalenza positivo nelle azioni e nei valori; l’unico
metodo per classificare i personaggi è tra attivi e passivi, ossia tra chi come
Heathcliff si adopera per manovrare gli eventi a proprio favore e chi come
Edgar rimane sempre inerte, perfino quando comprende chiaramente le reali
intenzioni dell’antico avversario.
Comunque li si voglia
identificare, i personaggi sono oggettivamente difficili da apprezzare, almeno
ad una prima occhiata: quando Lockwood fa visita ad inizio romanzo a Wuthering
Heights, il lettore si ritrova con lui davanti ad una famiglia che pare quasi
maledetta, composta da persone completamente prive di fede, nonché di capacità
di vivere in modo civile. Soltanto per merito dei retroscena rivelati da Nelly
ci è possibile comprendere quali eventi hanno generato questi caratteri; ed
alla fine non si può evitare di affezionarsi anche ai personaggi più meschini e
malvagi.
A rendere ancor più
drammatiche e passionali le vicende del romanzo è la brughiera inglese,
ambientazione suggestiva e perfettamente affine allo spirito dei personaggi:
cupa come Heathcliff, selvaggia ed indomita come Catherine e al tempo stesso
nobile come Edgar.
Personalmente non sono
riuscita ad emozionarmi troppo per questo primo triangolo amoroso quanto per il
secondo, e in particolare per la dolcissima storia di Cathy ed Hareton, che
alla fine si dimostra il migliore a livello umano, a dispetto della difficile
infanzia e degli ostacoli che Heathcliff pone con cura sul suo cammino.
Per quanto riguarda i
temi trattati, sorvolo su quelli più palesi e ritriti per puntare l’attenzione
sulla vendetta e sul desiderio di rivalsa che ci vengono esplicati nelle loro
più tristi conseguenze, anche e soprattutto per chi ne è l’autore.
Altro tema trattato
forse in modo più sottile è quello dell’innocenza fanciullesca, della purezza
anche nei bambini più selvaggi, che vengono cancellate dalle azioni degli
adulti, ovvero con l’ingresso nella società fatta di rapporti spesso falsi ed
apparenze da mantenere.
A sfavore del romanzo
ho riscontrato soltanto una trama priva di svolte e colpi di scena inaspettati,
oltre ad un finale affrettato e troppo positivo per essere in linea con il
resto della narrazione.
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