Wrap-Up - Letture di febbraio 2019
Nel mese di San
Valentino non potevano mancare delle storie romantiche (non romance,
attenzione!) che a più riprese virano verso i toni della fiaba. Purtroppo i
lieto fine sono sempre centellinati.
La prima lettura del
mese è stata una scelta estranea ai miei gusti, ossia "Cinder" di Marissa Meyer, primo capitolo nella serie delle Cronache Lunari.
Non sono per l'appunto una grande lettrice di romanzi fantascientifici ma per
questo ho deciso di fare un'eccezione trattandosi in primis del retelling di
Cenerentola.
La vicenda si
ambienta in un futuro lontano e tecnologicamente molto avanzato dove troviamo
androidi domestici, umani trasformati in cyborg e una nuova razza ad abitare la
Luna. La trama riprende moltissimi elementi dalla fiaba da cui è tratta e
ritengo che l'autrice sia stata molto abile nel contestualizzarli al mondo da
lei creato, come la robottina Iko a rimpiazzare i topini e una vecchia auto al
posto della carrozza.
Sono rimasta
affascinata dalla protagonista, che si dimostra forte e decisa ma ben lontana
dalla perfezione di tante sue "colleghe", mentre ho bocciato fin da
subito il Principe Kai per i suoi comportamenti irrazionali, come flirtare con
una sconosciuta poco dopo la morte dell'amato padre. Interessanti alcuni dei
personaggi secondari, ma aspetterò i prossimi libri per valutarli al meglio.
Lo stile è
estremamente scorrevole nonostante la presenza di molti termini specifici
relativi alla meccanica; l'autrice ha però abusato -sia nei dialoghi, sia nella
narrazione- dei punti di sospensione (ne ho contati più di 240!) e del corsivo
inglese per sottolineare determinate parole. Grande difetto sono inoltre le
falle nella logica interna della storia: l’intera capitale invitata al ballo,
la banalità del piano di Levana e ancora il plot twist finale citofonatissimo.
Il mio voto è di tre stelline e mezza.
Successivamente ho
terminato una lettura già iniziata lo scorso mese, ossia “The Witches” di Roald Dahl.
Per quest’anno ho infatti deciso di intraprendere un percorso di lettura in
lingua inglese per migliorare il mio lessico; dovendo partire con dei libri
semplici, ho optato per quelli di Dahl che sono rivolti ad un pubblico di
bambini e ragazzi.
Per chi fosse
interessato, segnalo soltanto che ci sono alcune parole di fantasia, inventate
dall’autore, e uno dei personaggi parla un inglese dall’accento particolare che
potrebbe rendere un po’ difficoltosa la lettura.
Non intendo dare una
valutazione, perché la mia conoscenza dell’inglese non mi permette di comprende
appieno lo stile di scrittura, ma è sicuramente un volume che consiglio per la
divertente storia.
Ho poi letto il mio
terzo titolo di Kazuo Ishiguro,
"Quel che resta del giorno",
e come per i precedenti sono rimasta stregata dal suo stile e dalla storia
inaspettatamente toccante. QUI trovate la recensione per questo romanzo che ho
valutato con cinque stelline.
La lettura successiva
è stata il classico del mese, ossia “Jane
Eyre” di Charlotte Brontë; di
sicuro l’opera per la quale questa autrice è maggiormente conosciuta e che io
ho potuto gustarmi in un’edizione fantastica. Ne parlo più nel dettaglio QUI
con la recensione completa per un romanzo valutato cinque stelline meritatissime.
È giunto anche il
momento di concludere la trilogia di The Paper Magician di Charlie N. Holmberg, almeno per quanto riguarda la pubblicazione
italiana. A conti fatti, “Master
Magician” si è rivelato un finale in linea con la serie, mantenendone sia i
pregi (sistema magico ben studiato, ottima caratterizzazione del protagonisti)
che i difetti (pretesto della trama debole, risoluzione degli intrecci troppo
facile).
La trama ha inizio a
due anni dalla conclusione de “Glass Magician” (QUI la recensione) e segue
principalmente la preparazione di Ceony per l’esame finale che la abiliterà
come Maga, nonché il confronto con l’ultimo escissionista ancor a piede libero,
aggiungendo poi alcune sottotrame trascurabili.
Il problema
fondamentale con la Holmberg è la sensazione che le abbiano imposto un limite
massimo di pagine, privandola così della possibilità di inserire altri
personaggi e di sviluppare la storia con il giusto ritmo. Per questi aspetti,
il volume risulta più debole del secondo capitolo, che a serie conclusa rimane
il mio preferito.
A dispetto dei suoi
difetti, questa trilogia è riuscita a conquistarmi, specialmente con una
dolcezza che in altri titoli avrei definito nauseante: qui invece lo stile
dell’autrice rende tutto più leggero e naturale, dando vita ad un mondo magico
unico e ad una delle migliori coppie di cui abbia letto negli ultimi anni.
Il mio voto è di quattro stelline.
Per completare la mia
TBR mi sono approcciata a “Ritratto di
famiglia con superpoteri” di Steven
Amsterdam, un romanzo familiare con una peculiarità che si evince
facilmente dal titolo: tutti i membri di questa famiglia sono dotati di poteri
speciali, molto simili a quelli dei supereroi fumettistici.
I protagonisti del
romanzo non sfruttano però le proprie abilità per arrestare i criminali in
tutina aderente e mantello, perché i loro poteri sembrano destinati apposta per
risolvere problemi ben più quotidiani ed aiutarli nei momenti di scoraggiamento
emotivo.
Il romanzo non segue
una trama ben delineata, ma nel finale si ottengono comunque delle risposte
chiarificatrici sull'origine e la natura dei superpoteri. Il punto di forza
dell'opera è indubbiamente nei suoi personaggi con i quali è facile empatizzare
in poche pagine, mentre lo stile non mi ha del tutto convito perché spesso
scivola nell'informalità rivolgendosi al lettore e ricorre pigramente a degli
elenchi per fornire informazioni che potrebbe invece amalgamare alla
narrazione.
Il volume ha una
struttura particolare, infatti non presenta dei normali capitoli ma delle parti
distinte che seguono il POV di uno specifico personaggio, pur mantenendo la
narrazione in terza persona al passato. Attenzione però all'edizione italiana
targata ISBN: se volete evitare spoiler indesiderati limitatevi a leggere
l'introduzione sulla parte bassa della cover, perché la quarta di copertina vi
rovinerà completamente la lettura con anticipazioni indesiderate.
Il mio voto è di quattro stelline e mezza.
Terminata la TBR, ho
scelto di leggere “Storia parziale delle
cause perse” di Jennifer duBois,
un romanzo dallo stile magistrale e con un cast ricco di personaggi
indimenticabili. QUI trovate la recensione completa, mentre vi anticipo che il
voto non poteva essere che di cinque stelline.
Tono e genere
diametralmente opposti per il romanzo successivo; dopo una lettura impegnativa
è giusto passare a qualcosa di più leggero, in particolare con “Incantesimo” di Rachel Hawkins ci ritroviamo in una storia dai toni frivoli che
mescola con poca fantasia l'ambientazione della saga potteriana con la trama di
“Mean Girls”.
La nostra Cady si
chiama Sophie ed è una strega un po' imbranata che, dopo un incantesimo d'amore
andato particolarmente male, viene spedita alla Hecate “Hex” Hall, una sorta di
collegio per creature magiche incapaci di mantenere l'anonimato nel mondo
umano. Qui la protagonista si imbatte ben presto in un terzetto di streghe
oscure noto come la Trinità (aka le Barbie) ed nell'affascinante stregone
Aar... Archer di cui si invaghisce in tempo zero.
Le similitudini con i
due franchisee sopra citati non finiscono qui, ma credo di aver reso bene
l'idea della totale mancanza di originalità della storia. A questo si aggiunga
la prevedibilità dei colpi di scena, l'ottusità della protagonista, un finale
anticlimatico, parecchi buchi di trama ed incongruenze, ed uno stile che
mescola senza criterio narrazione, pensieri e commenti rivolti al lettore.
Di questo romanzo
posso salvare solo il tono ironico ed i simpatici riferimenti alla cultura pop.
Continuerò la serie? Ovvio, ho acquistato il volume unico!
Il mio voto è di due stelline.
L’ultima lettura di
febbraio è stata “Piccola osteria senza
parole” di Massimo Cuomo, un
divertente mix di commedia e mistero che per molti aspetti mi ha ricordato il
“Premiata Ditta Sorelle Ficcadenti” di Andrea Vitali (QUI la recensione).
La vicenda è
ambientata in un paesino fittizio al confine tra le regioni del Veneto e
Friuli, dove l’arrivo inatteso di un meridionale sconvolgerà le vite di diversi
cittadini, portando le parole dove prima c’erano solo gesti e imparando a sua
volta l’importanza di un semplice gesto, che spesso può sostituire interi
dialoghi.
Il romanzo segue
parecchie story line, saldato rapidamente dall’una all’altra, e questo porta ad
una lettura rapida, quasi vorace del volume che ho trovato a tratti molto
divertente. Peccato per i personaggi, che sono in buona parte il risultato di
un lavoro di copia-incolla e, di conseguenza, anche le relazioni tra loro
risultano tutte uguali; gli unici a risaltare un po’, ossia Tempesta e Malattia,
vengono poi penalizzati dall’inspiegabile virata noir sul finale, che li
snatura.
Lo stile è però il
vero scoglio di questo romanzo (assieme allo squilibrio imbarazzante tra
personaggi maschili e femminili), caratterizzato da virgole dimenticate e cambi
continui di tempo verbale: il tutto dovrebbe trovare giustificazione nella
premessa del volume, ma questa non spiega la descrizione di scene alle quale il
narratore non è partecipe.
Il mio voto è di tre stelline.
DOVE COMPRARE QUESTI LIBRI
DOVE COMPRARE QUESTI LIBRI
- "Cinder" di Marissa Meyer
- "The Witches" di Roald Dahl
- "Master Magician" di Charlie N. Holmberg
- "Ritratto di famiglia con superpoteri" di Steven Amsterdam
- "Incantesimo" di Rachel Hawkins
- "Piccola osteria senza parole" di Massimo Cuomo
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