Lettura d'Insieme
Il quarto elemento di Kat Ross
Cover italiane |
Il quarto elemento è una trilogia fantasy e
romance con target young adult leggermente tendente verso il new adult, scritta
da Kat Ross e pubblicata interamente nel 2016.
Seguiamo la giovane nomade Nazafareen che,
dopo la tragica morte della sorella minore ad opera di un Druj, decide di
unirsi al corpo dei Water Dogs ossia i guerrieri che pattugliano l'impero per
dare la caccia a queste creature. Una volta completato il suo addestramento, la
nostra eroina verrà vincolata al daeva Darius e, al suo fianco, si troverà a
giocare un ruolo sempre più rilevante per il futuro del suo Paese.
Questa serie mi è abbastanza piaciuta, ma
alcuni aspetti non mi hanno convinta del tutto, e sono qui per elencare pro e
contro alla lettura della serie.
Attenzione: da qui in poi ci saranno
SPOILER!
1.
PERSONAGGI
I personaggi sono sicuramente il punto di
forza della serie, nonché il motivo per cui io ne sono rimasta colpita,
nonostante sia poco conosciuta. E il mio apprezzamento non si limita ai
protagonisti, che vediamo crescere a poco a poco nei tre volumi, ma anche ai
personaggi secondari.
L'autrice è inoltre in grado di rendere
simpatetici al lettore anche gli antagonisti -mostrando in particolare le
motivazioni credibili che li muovono- o i personaggi meno apprezzabili. Un buon
esempio è quello di Delilah, che nei primi due libri da l'impressione di essere
fredda ed autoritaria; noi lettori, così come Nazafareen, siamo seccati dal suo
atteggiamento, almeno fino a quando lei stessa racconta il dolore per quello
che hanno fatto al suo unico figlio:
«"Provai a risparmiargli [a
Darius] i bracciali", continuò con voce smorta, "ma le guardie furono
troppo veloci. Perciò rimasi a guardare mentre il mio figlio perfetto veniva
legato. Guardai mentre il suo braccio avvizziva e moriva davanti ai miei
occhi."»
I personaggi di questa trilogia riescono a
trasmettere delle emozioni autentiche, presentando dei caratteri con i quali è
facile trovare affinità, tanto che riescono con il solo carisma a tenere viva
l'attenzione del lettore anche nelle scene più lente.
Un altro aspetto importante è la capacità
dell'autrice di ferire o di uccidere (e mantenere morti) i suoi personaggi,
anche nel caso siano parte del cast principale; spesso leggo storie dove gli
eroi escono incolumi anche dalle peggiori battaglie, oppure vengono
miracolosamente resuscitati, e questo rende le loro azioni prive di valore
perché non riesco a preoccuparmi veramente della loro sorte. Già dal primo libro,
la Ross ci ha abituato a delle situazioni decisamente realistiche, con la
mutilazione di Nazafareen e la morte di Tommas prima ed Ilyas poi; la mano
della protagonista non ricompare con qualche magico escamotage, così come i due
Water Dogs non tornano più, ed è proprio questo a renderli più autentici.
2.
RELAZIONI
Collegate direttamente al primo punto, le
relazioni di ogni genere sono un aspetto centrale della serie. L'autrice
esplora principalmente i rapporti romantici, ma sa dare il giusto spazio anche
a quelli familiari e di amicizia.
Vediamo ad esempio la complicità che si
instaura nel primo libro -per andare poi a crescere- tra Nazafareen e Tijah; a
unirle non è solo l'appartenenza ai Water Dogs, ma anche il desiderio di
supportarsi a vicenda in una sorta di sorellanza.
«"E questa è l'altra ragione
per cui mi sono unita ai Water Dog. Quando arriveranno, non troveranno una
ragazza spaventata, ma una guerriera con dei sangue sulla sua spada. Che
provino a riportarmi indietro."
[...]"Non dovrai combattere da
sola, se si arriverà a quello."»
Di Tijah vediamo anche la meravigliosa
connessione con Myrri, che con la sua presenza silenziosa riesce a sostituire
la famiglia dalla quale la giovane si è distaccata, non a caso lei la definisce
spesso con l'appellativo di "sorella".
«Ero arrivata al punto da
considerarle come due metà della stessa persona. Tijah era la voce di Myrri. E
Myrri... era l'ancora di Tijah. Quella che poteva sopportare ogni cosa, che
faceva ciò che andava fatto.»
Il legame tra umani e daeva ci permette poi
di esplorare tutta una nuova gamma di rapporti: alcuni si considerano alleati,
altri compagni, e spesso si arriva a vere relazioni affettive. L'esempio più
chiaro e al tempo stesso straziante è quello di Ilyas e Tommas, guerrieri
inarrestabili e al contempo innamorati divisi dalla visione ottusa del mondo
del primo.
«Piansi per Tommas, perché anch'io
gli volevo bene. E piansi per Ilyas. [...] l'unica cosa che rendeva umano il
nostro capitano ormai era andata.»
E cosa dire della coppia principale della
serie? Ho apprezzato il legame tra Nazafareen e Darius soprattutto perché,
seppur scontato, si prende il suo tempo per crescere e diventare qualcosa di
vero. Le loro interazioni non sembrano mai forzate,
«"Siamo noi a decidere il
nostro destino. Non il Sacro Padre. Tu e io. E c'è un'unica strada per andare
avanti. La prenderemo insieme?"
Gli strinsi piano la mano.
"Sempre."»
e credo che l'epilogo
aperto permetta di dare alla loro storia una conclusione dolceamara perfettamente
in linea.
3.
SISTEMA MAGICO
Il sistema magico è un elemento che tengo in
grande considerazione nei fantasy, e in questo caso non ne sono stata delusa.
Mi piace il modo in cui la magia dei daeva trovi un suo bilanciamento, e non
sia qualcosa di facile o gratuito.
«Perché la magia daeva aveva un
prezzo. Se usavi l'aria, il respiro si faceva affannoso. L'acqua esercitava
un'onda d'urto sul sangue, e operare con la terra poteva infrangere carne e
ossa.»
Significativo anche l'elemento della
cosiddetta "maledizione" che colpisce i daeva quando vengono legati
ad un umano. Innanzitutto l'unione ha dei risvolti svantaggiosi per entrambe le
parti, lo vediamo bene quando l'uno prova lo stesso dolore dell'altro, ma credo
vada ad indicare anche ciò che si perde quando ci si annulla in funziona del
prossimo;
«[Tijah] si scambiò uno guardo con
Myrri. La sua daeva era muta, la sua maledizione la lingua mancante, ma le due
erano così vicine che pareva non avessero bisogno di parole.»
se il legame è una
scelta il rapporto che ne deriva è paritario, mentre quando è una costrizione
il risultato è l'infelicità di entrambi, come nel caso dei daeva bambini e di
alcune amah che non apprezzano il loro triste ruolo.
Mappa del mondo |
Valida anche la riflessione sui limiti del
potere e come sia facile essere attratti da esso; questo aspetto viene trattato
nei momenti in cui i Water Dogs permettono ai loro legati di attingere al
Nesso.
«Istintivamente tenevo il suo potere
stretto nel pugno, anche se riuscivo a sentire che lottava per afferrarlo, come
un uomo che cerchi di saltare giù da un dirupo.»
Con il proseguire della storia, l'autrice
cerca di espandere il sistema magico, ed esempio con le abilità di guaritore di
Archemenedes. Una buona scelta, soprattutto perché si ricorda di darne anche
una motivazione valida.
4.
AMBIENTAZIONE
Ispirato al Medioriente del quarto secolo
a.C., il mondo in cui si muovono i nostri personaggi è estremamente vivido e
ricco di tanti piccoli dettagli, come le credenze superstiziose del popolino.
«Le guardie maledicevano il
conducente, che si stava strappando i capelli maledicendo a sua volta gli
spiriti maligni che avevano portato la sfortuna e la rovina su un onesto
lavoratore.»
L'ambientazione guadagna molto anche dalla
commistione tra più culture ed etnie, cosa molto evidente nelle scene
ambientate nelle grandi città,
«[...] ma di tanto in tanto nella
folla notavo i corti gonnellini preferiti dagli egiziani e le lunghe stoffe
indossate dagli abitanti dell'estremo oriente, con un lembo avvolto sopra la
spalla.»
ma anche nei
primissimi capitoli quando Nazafareen lascia la sua tribù nomade per iniziare
l'addestramento come Water Dog ed incontra delle persone diverse per aspetto
(come Tijah, che arriva dall'equivalente dell'Arabia Saudita) e credenze
religiose.
5.
RAPPRESENTAZIONE
In questa serie la rappresentazione viene
fatta come piace a me: in modo leggero e naturale, pur includendo un numero
importante di minoranze.
Da subito vediamo le disabilità di cui
soffrono i daeva a causa dei bracciali con cui sono legati, ma anche la
menomazione di Nazafareen che la porta a soffrire molto sia alla fine di
"The Midnight Sea",
«Ma erano le centinai di azioni
mondane -cose con cui non avevo avuto a che fare nei sotterranei o nella fuga
con Darius- che mi ricordavano ogni momento la mia perdita.»
sia nei primi
capitoli di "Blood of the Prophet" quando riesce pian piano ad
adattarsi alla sua nuova condizione, e va oltre la mancanza della mano anche
grazie all'allenamento.
«Non cercavo più di afferrare
stupidamente delle cose con una mano destra che non esisteva. E il moncherino
poteva essere utilizzato per ogni sorta di compito che non richiedesse le dita [...].»
Come detto nel punto precedente, la
rappresentazione riguarda anche le diverse culture che coesistono all'interno
del vasto impero, ognuna con le sue convinzioni ed usanze davvero peculiari.
«Tijah sapeva che era costume
persiano non seppellire i morti fino a quando le ossa non fossero state pulite
dagli uccelli e dagli animali, ma quella pratica la disturbava.»
E non mancano dei
personaggi appartenenti alla comunità LGBT+. Queste relazioni non vengono
sbandierate inutilmente o analizzate come qualcosa di unico e speciale: l'amore
tra il conquistatore barbaro Alexander e il daeva centenario Lysandros non
riceve un trattamento di favore,
«Alexander gli offrì un sorriso
tenue. "Sei un uomo onorevole, Lysandros. Non ti amerei, altrimenti."
[...]
"Legami", sussurrò.
"Per te lo accetterei."
Gli occhi spaiati di Alexander si
spalancarono per la sorpresa. Poi sollevò una mano verso la guancia di
Lysandros. "Non te lo chiederei mai."»
i due devono
affrontare le stesse difficoltà di tutte le altre coppie, com'è giusto che sia.
Ciò rende ancor più sentito il loro scambio di battute al momento di separarsi.
CONTRO
Pur non essendo scontata, la trama della
serie non presenta elementi eccessivamente originali nel suo genere: seguire le
vicende ed i loro sviluppi risulta davvero facile per chi, come me, legge molti
libri fantasy.
Il ritmo è uno degli aspetti negativi più
fastidiosi ed evidenti: in tutti e tre i romanzi abbiamo una prima
-sostanziosa- parte in cui i pochi eventi importanti sono diluiti in un mare di
scene al limite del filler, e poi una seconda che va a dare una risoluzione fin
troppo rapida a tutte le trame aperte.
Da questo problema l'autrice si salva grazie
alla narrazione coinvolgente, che trascina il lettore nei punti morti e non gli
permette di annoiarsi davvero.
2.
AMBIENTAZIONE
Prima ho tanto elogiato questo elemento, ma
ora devo parlare del lato negativo dell'ambientazione. Con un mondo fantastico
così ricco e dettagliato è uno spreco, a mio avviso, che la storia si riduca a
soli tre volumi. Per di più si tratta di romanzi relativamente brevi, tanto che
non abbiamo neanche il tempo di capire le differenze tra i tanti tipi di Druj o
di esplorare tutte le satrapie dell'impero.
Mi rendo conto che si tratta di un aspetto
davvero soggettivo, ma credo che nelle mani di un altro autore questa
ambientazione avrebbe reso molto di più.
3.
MIX LINGUISTICO
Con un ambientazione così esotica, incontrare
personaggi chiamati Nazafareen e Tijah o immaginare luoghi come Al Miraj e
Bactria non è per nulla difficile. Si ha tutto un altro effetto quando fanno la
loro comparsa dei termini in lingua inglese; ed esempio, la tribù della
protagonista si chiama Clan Four-Legs mentre i mari hanno nomi come Crimson Sea
o Salenian Sea.
Ho trovato questa commistione di lingue stonata
perché l'inglese è davvero troppo lontano da questo mondo fantastico. Poco
credibile anche che tra i daeva esistano al contempo nomi perfettamente
calzanti come Lysandros o Neblis e Victor (dalle Terre della Luna o dalla
Russia?).
Questo dettaglio è ancor più evidente e fastidioso
nell'edizione italiana, dove
potevano essere inserite delle traduzioni nella
nostra lingua (la Great Salt Plain poteva diventare la Grande Piana del Sale).
Avrei di gran lunga preferito una scelta più omogenea e conforme
all'ambientazione.
Sito dell'autrice |
4.
DETTAGLI
Un controllo troppo distratto da parte
dell'editor potrebbe essere il motivo per cui la serie pecca di alcuni dettagli
stonati. Ad esempio, dopo tre libri non è ancora ben chiaro dove si trovi la
Casa-dietro-il-velo e, nel caso sia nel Dominio, per quale motivo Neblis ha
conquistato Bactria e come fa a mantenere il controllo del vasto territorio.
Ci sono anche alcuni fastidiosi spiegoni
inseriti in modo evidente e forzato,
«"Dimmi ciò che sai e io ti
dirò quanto c'è di vero", rispose lui, sorridendo.»
«"Cosa ne sapete dei non-morti?
Dei Druj?"
[...]
"Ricordate gli insegnamenti del
magus. Cominciamo dai lich."
"Sono come ombre", disse
prontamente Parvane. "Se ti toccano, sei morto."»
che sicuramente una
revisione più approfondita avrebbe attenuato o perfino rimosso.
Cosa dire poi della dimora di Neblis dove non
possono essere accesi fuochi per la sua stessa sicurezza,
«Neblis non permetteva l'utilizzo di
torce in casa sua per ovvie ragioni. Le uniche fonti di fuoco erano il braciere
che teneva in scacco Victor e l'urna che Balthazar aveva riportata dal
Barbican.»
eppure quando
Balthazar interroga il Profeta sul modo in cui lo stanno trattando la sua
risposta implica che ci debba essere un fuoco almeno nelle cucine (tra l'altro,
poche pagine dopo si parla di servitori vicini a dei forni).
«"Ti hanno portato dei pasti
decenti?"
"Oh, sì, del delizioso stufato
di agnello."»
Piccoli dettagli quindi, che la scorrevolezza
della storia fa quasi sfuggire, ma mi spiace pensare a come sarebbe migliorata
la serie con qualche accorgimento da poco.
5.
EDIZIONE
Premetto che sono felicissima per l'arrivo
della serie in Italia, anche perché la traduzione è stata fatta in modo davvero
attento; purtroppo ho un paio di lamentele, che comunque non inficiano la
lettura nell'insieme.
Innanzitutto, la qualità. Visto il prezzo di
copertina (abbastanza esoso, essendo un flessibile) ci si aspetterebbe
un'edizione ben fatta, mentre la realtà è più vicina ad una bozza rilegata, con
una copertina che si rovina facilmente alla prima lettura.
Abbiamo poi la mappa che, sì è presente, ma è
davvero minuscola. Tenendo conto che c'era un'intera pagina a disposizione,
poteva essere inserita in verticale per rendere i nomi quanto meno leggibili.
E per ultimi, i titoli. E magari penserete:
"Ma come? i titoli sono stati mantenuti identici e ti lamenti?" Sì,
mi lamento perché questa poteva essere l'occasione per scegliere dei titoli più
pertinenti di quelli originali (che, mi spiace dirlo, ma non c'azzeccano
nulla). Inoltre si crea della confusione al momento dell'acquisto sugli store
online, dove i volumi potrebbero essere scambiati per i loro equivalenti
inglesi, avendo anche le medesime cover.
- "The Midnight Sea": tre stelline e mezza
- "Blood of the Prophet": quattro stelline
- "Queen of Chaos": quattro stelline
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