«We are, once more perfect strangers. Well, not exactly perfect. I still know her. I still almost-love her»
Storia di Jack "il Drama" King
Recensione a "Opposite of Always" di Justin A. Reynolds
TITOLO: Opposite of Always
AUTORE: Justin A. Reynolds
TITOLO ORIGINALE: -TRADUTTORE: -
EDITORE: Pan Macmillan
COLLANA: Macmillan Children's Books
PAGINE: 450
VOTO: 2 stelline e mezza
IL COMMENTO
"Opposite
of Always" è un romanzo in bilico tra il genere romance ed il
romanzo di formazione, con l'aggiunta di una sottotrama fantascientifica data
dal loop temporale in cui il protagonista si trova bloccato. Questi viaggi nel
tempo sono il punto più interessante della trama promessa in quarta di copertina
-che impiega circa 140 pagine per ingranare- ed essendo sbandierati già nella
sinossi, credo si possa parlarne senza reputarli uno spoiler.
Saltando il
primo capitolo di foreshadowing, la storia comincia nello stesso modo in cui
iniziano tutte le linee temporali presenti da lì in poi: seduto sui gradini di
una casa in cui si sta svolgendo una festa, il liceale Jack King si imbatte in
Kate, al suo primo anno di studi nel college che anche lui andrà a frequentare
di lì a poco. Inizia così la loro relazione che, tra alti e bassi, andrà avanti
per quattro mesi (e non sei, come afferma erroneamente la sinossi!) quando la
morte improvvisa di Kate fa partire i loop temporali che costringono Jack a
rivivere questo periodo della sua vita, scegliendo ogni volta di comportarsi in
modo diverso.
La trama ha
uno sviluppo decisamente prevedibile, per cui l'attenzione del lettore viene attirata
soprattutto dalle tematiche scelte dall'autore (ne parliamo tra poco) e dai
personaggi. Devo dire che, viste le premesse, mi sarei aspettata un cast
decisamente più numeroso, ma Reynolds ha preferito focalizzarsi su un gruppo
piccolo e ben caratterizzato; purtroppo, il problema è il protagonista.
Non so quante
volte, durante la lettura, ho pregato perché questa fosse la storia di
Francisco "Franny" o di Jillian (troppo poco sfruttata, a mio parere)
anziché quella della lagna-umana Jack! Sin dai primi capitoli, Jack si rivolge
direttamente al lettore e lo rende partecipe della mediocrità della sua vita,
«It's
a virtual shrine to Nice Try, or as I like to call it, 'Jack's Stupefying
Museum of Almost Was but Never Will Be'.[...]»
Simpatizzare
con lui sarebbe più facile se fosse davvero una persona in difficoltà, anziché
un ragazzo in piena salute, circondato dall'affetto di genitori e amici. Il
paradosso arriva quando lui sfrutta questa costante autocommiserazione come
arma di conquista e Kate si innamora di lui!
«I
am not popular, but I am not unpopular. I am squarely in the middle.»
Oltre al personaggio di Jack, sono
stata delusa anche dalla sua relazione con Kate; innanzitutto non mi aspettavo
fosse una parte così soverchiante nel romanzo, inoltre si vanno a ricalcare un
paio dei peggiori tropi del genere romance. Infatti, durante la prima linea
temporale, Jack afferma di essere innamorato da anni di Jillian ma appena
incontra Kate lei diventa la sua nuova ossessione, tanto da fare pensieri come
questo:
«[...]
I think to myself, Where did this Kate come from? And how can I keep her
around?»
Dal
canto suo, Kate si rende protagonista di un altro cliché irritante: la
non-comunicazione nella coppia, ossia il tacere qualche informazione importante
all'altro al solo scopo di rendere più lento e angst (termine tanto caro alle
lettrici USA di romance) lo sviluppo della storia d'amore.
«"This
was a mistake. I can't be with you. Not the way you want. I'm sorry, Jack. I
shouldn't have come. You should just forget me, okay? Just
forget me."»
Cover ceca |
Irritante anche la scelta di dipingere i
genitori di Jack come i personaggi di una sit-com, con tanto di battutine che
strizzano l'occhio al lettore nella speranza di risultare divertenti. Ma ora
passiamo agli aspetti positivi, ossia i temi che il romanzo affronta.
Premetto che, a mio avviso, Reynolds avrebbe
potuto fare una cernita perché le tematiche scelte (malattie genetiche,
razzismo, relazioni affettive) non vengono trattate tutte con la stessa
attenzione. Lo spazio maggiore se lo guadagna la riflessione sulle difficoltà
nei rapporti, in particolare con i genitori
«[Jillian]
snickers. "Parents assure you that they're only running away from each
other, that they're not leaving you. They swear nothing
will change. But eventually everything does."»
e
con gli amici più cari, del cui affetto il protagonista diventa sempre più
bravo ad apprezzare il valore.
Ben inserita, seppur marginale, è anche la
tematica del razzismo. Il cast composto interamente da personaggi di colore
(afroamericani e latini, principalmente) e l'ambientazione negli Stati Uniti
dei giorni nostri permettono di dare il giusto peso ad un argomento decisamente
delicato. In un Paese dove il colore della pelle basta per etichettarti come
delinquente,
«You're
the problem, and people like you, the
owner shouted. Now get out of my store!»
e,
spesso, a farti finire una pallottola in corpo per gentile concessione di un
cittadino troppo zelante nella sua attenzione all'ordine pubblico, l'autore mette
il lettore di fronte a questa atroce realtà senza inutili strepiti,
chiedendogli semplicemente di prenderne coscienza.
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