Lettura d'Insieme
The Captive Prince di C.S. Pacat
Cover italiane |
The Captive Prince Series è una trilogia romance
con target adult, scritta tra il 2012 e il 2016 da C.S. Pacat.
La vicenda si ambienta in un mondo fittizio,
dove la storia d'amore tra i due protagonisti si mescola alla lotta per il
governo dei rispettivi regni; a seguito di un complotto ai suoi danni, il
principe Damianos di Akielos viene imprigionato ed inviato a Vere come schiavo
del principe Laurent, dal quale non può sperare di ricevere alcun aiuto dal
momento che è l'assassino di suo fratello.
Questa trilogia non mi è affatto piaciuta, e
sono qui per elencare i dieci motivi per i quali ne sconsiglio la lettura.
Attenzione: da qui in poi ci saranno SPOILER!
1. DAMIANOS “DAMEN”
DI AKIELOS
Damen è a dir poco snervante, il che rende
davvero problematico leggere tre libri quasi esclusivamente dal suo punto di
vista. Non solo dimostra un'ingenuità disarmante per una persona del suo rango
ed educazione, ma ogni sua azione denota la totale inadeguatezza al futuro
ruolo di sovrano.
Che il regno di Akielos non sia la sua
priorità lo si vede in svariate scene, specialmente ne “La mossa del principe”
dove avrebbe decine di occasioni per scappare e rivendicare il trono usurpato,
ma rimane fedelmente (?) al fianco di Laurent; inoltre non vediamo quasi mai
una sua reazione degna di questo nome alle nefandezze commesse da Castor
perché, essendo il protagonista, ovviamente è buono fino alla nausea.
Come molti dei personaggi inoltre, Damen è
esteticamente perfetto e con delle caratteristiche atletiche quasi utopiche,
che mi hanno subito portata a bollarlo come un Gary Stu fatto e finito. Qui gli
esempi si sprecano, ma credo che vi basterà questa scena:
«La lancia era diretta al suo petto e
DAMEN L’AFFERRÒ AL VOLO, [...]. Assorbì il contraccolpo e strinse le cosce sui
fianchi del cavallo per restare in sella.»
2. PERSONAGGI
FEMMINILI
A trilogia ultimata ho fatto mente locale sui
personaggi femminili e ne ho contati soltanto cinque, escludendo le comparse
che non parlano mai: Jocasta, Vannes, Loyse, Halvik e la tenutaria del
bordello. Avere per protagonisti una coppia di uomini non obbliga certo
l'autrice a cancellare i personaggi femminili dal suo cast!
Inoltre, pur presentando un mondo in cui le
relazioni omosessuali sono accettate e -in alcuni casi- incoraggiate, la cara
Pacat ci delizia con altri aspetti non proprio positivi, come il disprezzo per
i figli illegittimi, la schiavitù e la monarchia ereditaria vista in una luce
molto positiva, dal momento che gli usurpatori sono ovviamente gli antagonisti.
3. L’ANTAGONISTA
E riguardo proprio i villain, parliamo ora
dell'antagonista principale della trilogia, ossia il reggente di Vere.
Indubbiamente la Pacat ha voluto giocare facile con lui, affibbiandogli come
sole caratteristiche le due più ricorrenti tra i cattivi della letteratura,
ossia mancanza di un nome ed abitudini perverse come pedofilia e incesto, come esplicato
dal pratico grafico qua sotto.
Senza sforzarsi
troppo per dare profondità al suo personaggio, l'autrice l'ha reso così una blanda
versione umana dello Scar disneyano.
Sempre in tema antagonisti, gli altri sono
davvero poco influenti e spesso mettono in atto dei piani dai risultati aleatori,
come quello di Jocasta ne “L'ascesa dei re”
«Un gruppo di soldati era piombato
su quel villaggio durante la notte gridando il suo nome. Avevano sterminato gli
ignari abitanti e bruciato le loro case, una mossa pianificata con il preciso
intento di danneggiare la sua credibilità politica.»
Se poi i soldati
sterminano gli abitanti del villaggio, che senso ha dire loro di essere stati
mandati da Damen? Ma soprattutto, quante possibilità c'erano che il nostro eroe
trovasse il soldato morto nel bosco?
4. IL REGNO DI VERE
Dal momento che la maggior parte della
narrazione è ambientata a Vere, questo è il regno che conosciamo in maniera più
dettagliata. Ed è pieno di contraddizioni!
Cover britanniche |
Partiamo con la presenza di un reggente senza
un sovrano da sostituire; dal punto di vista storico, i reggenti sono chiamati
a governare quando i re legittimi sono troppo giovani, fisicamente o
mentalmente inadatti oppure lontani dallo Stato, ad esempio perché in guerra;
qui invece c'è solo un principe non ancora incoronato.
E cosa dire dei mercenari? Quelli di Vere
vengono decritti così:
«Non erano nemmeno soldati
addestrati, bensì mercenari: combattenti mediocri e con grosse lacune.»
mente nel resto del
mondo sono persone che combattono per denaro e quindi sono meglio addestrati e
motivati dei soldati regolari, di solito contadini armati. Ma l'aspetto più
esilarante di questo regno sta in quello che per loro è un tabù: i figli
illegittimi; per pagine e pagine ci viene ribadito che sono la peggiore
disgrazia che possa capitare, ma poi scopriamo l'esistenza di bordelli
perfettamente legali... sono perplessa.
Sempre in relazione alla geografia di questo
mondo, non riesco poi a spiegarmi come siano possibili così tante differente
etniche e culturali tra due Paesi così vicini: in pratica, Akielos è
l'equivalente dell'antica Grecia mentre Vere è la Francia di Luigi XIV!
5. FANSERVICE
Questo aspetto è messo in evidenza
soprattutto dal comportamento di Laurent nel secondo e nel terzo libro perché,
con l'intenzione di accontentare i suoi lettori, la Pacat ha stravolto il suo
atteggiamento rendendolo più passionale e impulsivo, ma solo e unicamente nelle
scene nelle quali queste caratteristiche vengono richieste (aka scene
romantiche e/o erotiche con il caro Damen) mentre nel resto del tempo rimane il
solito principe freddo ed altezzoso di sempre.
La differenza tra queste attitudini è davvero
molto evidente e rende il personaggio poco realistico; il che per contro lo
uniforma al resto del cast ed alla trama.
6. RITMO
Nell'intera serie si riscontrano dei problemi
con il ritmo della narrazione, con scene fin troppo veloci (si arriva a far
accadere degli eventi molto importanti fuori scena!) e altre estremamente lente
o ripetute sempre uguali, come Nikandros ne “L'ascesa dei re” che ribadisce
mille volte a Damen che non dovrebbe fidarsi di Laurent.
Ancor peggio ne “Il principe prigioniero”,
libro che è praticamente privo di uno sviluppo verticale della trama, rendendo
di conseguenza il ritmo estremamente lento.
7. SEGNI
D’INTERPUNZIONE
Inizio col parlare delle virgolette, spesso
piazzate dall'autrice a sproposito, sintomo di una revisione pigra. Alcuni
esempi:
«I prediletti, invece, non
“servivano”, si limitavano a starsene accucciati accanto ai loro padroni.»
«Damen aveva, in vita sua, assistito
a molti spettacoli, ma a Vere i “divertimenti” erano di tutt’altra natura.»
In entrambi i casi
sarebbe stato sufficiente specificare meglio i concetti, ossia servire il cibo
e divertimenti a sfondo sessuale.
Altro problema è l'abuso di puntini di
sospensione, problema del quale riporto alcuni degli esempi più lampanti:
«Il torpore che lo avvolgeva non era
naturale e, preda di un’altra vertigine, ripensò all’odore stucchevole delle
terme... all’incenso nel braciere... una droga, capì [Damen] con il fiato
corto.»
Cover tedesche |
«Ammesso che stesse agendo nel suo
interesse... E anche se così non fosse stato, Damen era stanco dell’interminabile
partita che si stava giocando quella sera. E tuttavia...»
«[...] fece appello a ogni briciolo
di ragione rimasta per porre fine a... qualunque cosa fosse.»
«[...] eppure non avrebbe mai
pensato...
...La testa di Nicaise estratta dal
sacco di iuta; il corpo freddo di Aimeric allungato acconto a una lettera, e...
Era tutto molto chiaro.»
Non ci sarebbe nulla
di troppo grave, non fosse che questi puntini non vengono inseriti nei dialoghi
-dove una pausa di tanto in tanto è ammissibile- bensì nella narrazione in
terza persona.
8. GENERE
Uno dei misteri di questa serie, per chi non
l'ha letta, riguarda il suo genere. Vi tolgo subito il dubbio: è un romance,
punto.
La mia perplessità è dovuta al modo in cui la
trilogia viene presentata negli store online o da chi ne scrive le recensioni:
c'è chi l'ha definita un fantasy, sebbene non ci sia alcun elemento
sovrannaturale, e chi si è spinto oltre parlando addirittura di un romanzo
storico... in un mondo fittizio!
9. FANFICTION
Per chi non ne fosse al corrente, questa
trilogia in principio era una fanfiction originale che, in virtù dell'enorme successo
sul web, è stata pubblicata da un editore come succede molto spesso negli
ultimi anni.
A mio avviso c'è però una netta differenza
tra la stesura di un romanzo e di una fanfiction, dove l'autore più intervenire
di volta in volta modificando il corso iniziale della storia per seguire i
suggerimenti dei suoi lettori.
Ma c'è dell'altro: nel testo ci sono
tantissime informazioni ripetute, in alcuni casi forse proprio perché la
lettura di questo genere di opere è frammentaria e risulta necessario rinfrescare
la memoria ai lettori. Troviamo per esempio questa affermazione:
«Nonostante ciò, la sua [di Damen]
forza fisica sembrava a malapena contenuta.»
seguita, meno di una
decina di righe dopo, da quest'altra:
«La formidabile potenza del suo
corpo era a stento trattenuta.»
E non basta, perché oltre alle ripetizioni la
cara Pacat si trova spesso a rimarcare le ovvietà o a spiegare dei concetti
basilari,
«Da questo momento esisti solo per
soddisfare il principe ereditario, per il quale questa nazione è amministrata
in reggenza e che un giorno ascenderà al trono.»
Se è il principe
EREDITARIO è palese che un giorno ASCENDERÀ AL TRONO! I lettori non sono tanto
stupidi!
Per la vostra gioia, e la mia esasperazione,
ecco un altro esempio:
«[...] ma di tanto in tanto uno
degli uomini gli parlava, anche se gli scambi erano brevi. Solo qualche parola
qua e là.»
Anche in questo caso sarebbe stato
sufficiente un po' di editing prima della pubblicazione. Purtroppo, quando un
prodotto ha il potenziale per vendere gli editori tendono a non far caso a
questi dettagli.
10. EDIZIONE
E in conclusione parliamo proprio
dell'edizione, italiana in questo caso. Ovviamente sono felice che la Triskell
si sia impegnata per portare nel nostro Paese una serie relativamente recente
senza lasciarla a metà (ehm... Leggereditore... ehm), ma non posso evitare di
notare alcune problematiche.
Partiamo con un aspetto soggettivo, perché su
tre libri acquistati, mi sono trovata con tre formati diversi: il primo piccolo
con la copertina lucida, il secondo grande con la copertina lucida ed il terzo
grande con la copertina opaca. Ripeto, spero sia un problema solo mio.
Passando a qualcosa di decisamente oggettivo
abbiamo invece un font senza dubbio troppo piccolo, un'impaginazione spesso
migliorabile (pagine nuove solo per poche parole!), ma soprattutto una mappa
incompleta e stampata in modo da rendere i nomi delle città illeggibili.VALUTAZIONI SINGOLE
- “Il principe prigioniero” (“Captive Prince”): tre stelline
- “La mossa del principe” (“Prince's Gambit”): quattro stelline
- “L'ascesa dei re” (“Kings Rising”): due stelline e mezza
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