Wrap-Up - Letture di agosto 2019
Le letture di questo
mese non sono state moltissime ma la maggior parte mi ha davvero conquistata,
complice il motivo ricorrente dei misteri da risolvere in romanzi non solo
gialli.
Agosto è iniziato con
la lettura del mio classico mensile, in questo caso “Tess dei d’Urberville” di Thomas
Hardy. In questo romanzo si è riconfermata la mia prima impressione sullo
stile dell'autore e sulla sua bravura nel descrivere dei personaggi femminili
incredibilmente forti e determinati. Per una recensione completa vi rimando QUI,
mentre già vi segnalo che il mio voto è -ovviamente!- di cinque stelline.
Ho poi completato la
Trilogia dei fulmini di Mark Lawrence
con la lettura dell'ultimo capitolo, ossia “L'imperatore dei fulmini”. Per quanto riguarda la serie nel suo
complesso, ho pubblicato una Lettura d'Insieme che potete trovare QUI, con
l’avviso preventivo che essa contiene spoiler di tutti e tre i volumi.
Questo terzo romanzo
presenta tre storyline distinte, le quali seguono rispettivamente i viaggi di
Jorg quattordicenne tra gli Stati meridionali dell’Impero Spezzato, lo Jorg
ventenne del presente che si dirige verso Vyene per il Congresso dove potrebbe
essere nominato imperatore, e la storia della negromante Chella in vari momenti
dalla sua sconfitta ad opera dello stesso Jorg -come visto ne “Il re dei
fulmini” (ne parlo QUI)- fino alla missione affidatale dal Re dei Morti.
Questo misterioso
sovrano è in effetti il principale antagonista, la cui avanzata inarrestabile
nelle terre dei vivi porterà ad insperate alleanze e molti colpi di scena, ai
quali questa serie ci ha ormai abituati.
Dal momento che nella
recensione complessiva ho valutato positivamente l’opera di Lawrence,
approfitto di questo spazio per evidenziare quello che a mio avviso è invece il
problema principale dei romanzi: l’edizione italiana targata Newton Compton.
Partiamo da un
aspetto puramente estetico, ossia le atroci copertine che hanno soppiantato
senza alcun merito quelle originali; la cover americana del terzo libro è stata
adottata solamente per il volume unico. Altro aspetto irritante è dato dai
titoli: ancor oggi non riesco a spiegarmi per quale motivo la parola thorns
(spine o rovi, in inglese) sia stata tradotta con fulmini... davvero, ci ho
pensato parecchio ma non ne sono venuta a capo!
La scelta di cambiare
ben cinque traduttori in soli tre libri causa poi alcuni problemi con i nomi
dei luoghi, che ognuno ha voluto (giustamente?) adattare a proprio piacimento.
Ed infine -e questo vale in special modo per questo ultimo capitolo- ho
riscontrato decine e decine di refusi nel testo che mi fanno pensare non ci sia
stato alcun controllo o revisione prima della stampa.
In definitiva, se
avete un livello d’inglese tale da potervi destreggiare agevolmente con una
storia fantasy pensata per un pubblico adulto, il mio consiglio è sicuramente
di leggere questi libri in lingua.
Il mio voto è di quattro stelline e mezza.
Com’è ormai chiaro,
il mio livello d’inglese è invece decisamente più basso, tanto che continuo con
i romanzi della serie All the Wrong Questions di Lemony Snicket, il cui inglese è adeguato a dei middle grade. Ho
scelto di leggere a questo punto il volume companion “File Under: 13 Suspicious Incidents”, seguendo quanto consigliato
dall’onnisciente sito Goodreads che propone infatti questo libro tra il secondo
ed il terzo capitolo; da questo punto di vista posso confermare che la scelta è
stata azzeccata perché il volume contiene molti riferimenti agli eventi dei
primi due libri, e vede in scena la maggior parte del cast regolare.
Non si tratta però di
un romanzo, bensì di una raccolta composta da tredici piccoli misteri che il
lettore può divertirsi a risolvere assieme al giovane Lemony Snicket, anche in
questo caso testimone involontario di crimini assortiti e più o meno efferati. Invece,
chi come me è incapace di trovare perfino le proverbiali “pieris in grave” non
tema: nella seconda parte del volume sono presenti le risoluzioni di tutti i
gialli, ed anche delle soluzioni alternative parecchio criptiche.
A dispetto
dell’impressione generalmente positiva, devo ammettere che mi aspettavo qual
cosina in più da questo libro che, pur essendo godibile di per sé, non aggiunge
nulla alla serie in generale. Potrebbe essere invece un buon strumento per
valutare la tetralogia e scegliere se iniziarla o meno, essendo grosso modo
privo di spoiler; un altro aspetto positivo è la totale indipendenza delle
singole storie, che permette volendo una lettura inframmezzata ed è
apprezzabile se state vivendo un periodo molto impegnativo, con solo qualche
minuto al giorno da dedicare alla lettura.
La lettura
successiva, ossia “Nei luoghi oscuri”
di Gillian Flynn, è stata un altro
extra rispetto alla mia TBR ma dovete ammettere che un buon thriller trova
sempre il suo posto nel periodo estivo. La Flynn mi aveva già conquistata
qualche anno fa con “L’amore bugiardo” (QUI la recensione) e questo secondo
romanzo ha confermato le mie sensazioni; ne potete trovare una recensione
completa QUI, mentre il voto è stato di quattro
stelline.
Sono tornata alla TBR
del mese con “La maschera d’argento”,
quarto volume della pentalogia Magisterium scritta a quattro mani da Holly Black e Cassandra Clare. In questo nuovo capitolo delle sue avventure,
ritroviamo Callum nella prigione magica del Panopticon, in attesa che
l'Assemblea decida la sua sorte; purtroppo la sua presenza viene richiesta
altrove ed una mirabolante evasione è solo l'inizio di questa storia in cui ritroviamo
Tamara, Rufus e Jasper, ma anche gli ex alleati del Nemico della Morte decisi a
circuire l'anima di Call.
Devo ammettere che
ormai seguo questa serie un po' per la buona rappresentazione della diversità, un
po' perché manca un libro soltanto alla fine, un po' perché si tratta di volumi
brevi e leggeri che ogni tanto servono per rilassare la mente. Riconosco che ci
siano degli enormi buchi di trama, ma d'altro canto sono sempre in difficoltà
nel valutare dei middle grade perché penso che io, da bambina, forse non mi
sarei soffermata tanto su problemi di coerenza nei personaggi e di logica nella
serie in generale.
Per il resto la
storia scorre in modo fluido, con qualche occasionale colpo di scena a
spezzarne la prevedibilità ed un finale abbastanza toccante; purtroppo io
continuo ad avere l'impressione che le autrici non sappiano in che modo
allungare il brodo e trasformino ogni volta un raccontino in un romanzo, aggiungendo
ripetizioni inutili e personaggi superflui... sì, sto parlando di Jeffrey!
Il problema più
fastidioso però sono i tanti errori dati dalla mancata revisione, come le
parole tradotte in modo troppo artificioso ed i nomi sbagliati, che in un libro
così breve si notano ancora di più.
Il mio voto è di tre stelline.
La lettura successiva
mi ha impegnato parecchio, ma dato anche moltissimi spunti su cui riflettere,
tanto che ne ho scritto una recensione dettagliata che potete leggere QUI. Il
romanzo in questione è “American Gods”
di Neil Gaiman, autore che io reputo
ormai una garanzia per qualsiasi genere o target decida di scrivere. Nel
complesso, ho valutato questo volume quattro
stelline e mezza.
Oltre al volume
companion di cui ho già parlato, durante questo mese ho continuato anche con i
volumi “regolari” della tetralogia All the Wrong Questions di Lemony Snicket, in particolare con il
terzo capitolo intitolato “Shouldn’t You
Be in School?”.
Arrivati a questo
punto, è diventato chiaro che i singoli misteri sono destinati ad essere
accantonati in favore dell'indagine principale, volta a fermale i complessi
piani del sempre mascherato Hangfire. Ma questo libro segna una svolta
soprattutto per coloro che hanno amato Una serie di sfortunati eventi, perché compaiono
-purtroppo- degli incendi dolosi che vanno a devastare ulteriormente la città
di Stain'd-by-the-Sea e, soprattutto, perché si parla finalmente in modo
esplicito del V.F.D. e si va a formare la squadra definitiva di ragazzi decisi
ad aiutare il nostro Lemony.
Devo ammettere che,
almeno per ora, questo volume è sicuramente il mio preferito: la storia inizia
a farsi davvero complessa e gli stessi lettori non vengono messi a parte dei
progetti del protagonista fino all'ultimo; ben inteso, che ormai sono molto
incuriosita anche dal piano segreto dell'antagonista, nonché dal destino dei
diversi personaggi che al termine del libro si ritrovano per vari motivi in
manette.
Su tutto regna la
malinconica ironia di Lemony, che lancia ai lettori più affezionati anche dei
riferimenti al destino futuro sia suo sia del V.F.D., non a caso viene citato
per la prima volta il Conte Olaf.
L'unica nota negativa
su questo romanzo è per i lettori italiani; infatti, questo è il primo capitolo
della tetralogia (escludendo la racconta di racconti) a non essere arrivato nel
nostro Paese. Il mio consiglio rimane quello di acquistare l'intera serie in
lingua!
E per concludere,
dopo parecchi anni sono ritornata dalla regina indiscussa dei romanzi gialli Agatha Christie con “Miss Marple nei Caraibi”, una delle
molte storie che vede come protagonista -o meglio, come detective dilettante-
l'arzilla vecchietta da me sempre associata con affetto alla sua sosia
televisiva, Jessica Fletcher.
In questo romanzo,
troviamo Miss Marple in un ambiente per lei insolito: per aiutarla a riprendersi
dopo una grave polmonite, suo nipote Raymond le regala una rilassante vacanza sull'isola
di St Honoré. Ma la nostra protagonista è incapace di rimanere inoperosa e
l'improvvisa scomparsa di un ospite del suo hotel la spinge ad avviare
un'indagine, certa che non possa essersi trattato di una morte per cause
naturali.
Riuscendo a catturare
l'interesse del lettore, il giallo si sviluppa in modo molto ritmato ed
alquanto originale, passando per diversi POV e quindi non soffermandosi
unicamente su Miss Marple, che anzi in parecchi capitoli non compare neanche.
Trattandosi di un
romanzo dei primi anni Sessanta è logico riscontrare molte differenze tra i
costumi dell'epoca e quelli attuali, ma la cara Christie si difende bene e non
dimostra alcun timore nel parlare di argomenti come l'adulterio,
l'omosessualità o i rapporti sessuali perché in fondo, citando la stessa Miss
Marple, «naturalmente la gente vi si dedicava con altrettanta frequenza pur
parlandone con parsimonia e riuscendo forse a provare un piacere maggiore di
quanto non avvenisse ora o così almeno le sembrava.»
La sola critica che
mi sento di muovere al romanzo è -come sempre!- per l'edizione italiana; ora,
io ho letto una vecchia copia edita negli anni Ottanta e so che nel frattempo
ne sono state pubblicate altre due, ma nel testo mancano moltissimi congiuntivi
e questo va ovviamente a rovinarne la lettura.
Il mio voto è di quattro stelline.
DOVE COMPRARE QUESTI LIBRI
- "L'imperatore dei fulmini" di Mark Lawrence
- "File Under: 13 Suspicious Incidents" di Lemony Snicket
- "La maschera d'argento" di Holly Black e Cassandra Clare
- "Shoudn't You Be in School?" di Lemony Snicket
- "Miss Marple nei Caraibi" di Agatha Christie