Lettura d'Insieme
I Medici di Matteo Strukul
Cover italiane |
I Medici è una tetralogia storica con target adult,
scritta tra il 2016 e il 2018 da Matteo Strukul.
I quattro volumi ripropongono in chiave
romanzata le vite di altrettanti personaggi illustri della famiglia Medici:
Cosimo il Vecchio, Lorenzo il Magnifico, Caterina e Maria sovrane consorti e
reggenti di Francia.
Questa serie non mi è affatto piaciuta, e
sono qui per elencare i dieci motivi per i quali ne sconsiglio la lettura.
Attenzione: da qui in poi ci saranno SPOILER!
VALUTAZIONI SINGOLE
1. “UN GRANDE ROMANZO
STORICO”
Premettendo che ogni singolo romanzo storico
pubblicato dalla Newton Compton viene pubblicizzato in copertina con la scritta
“un grande romanzo storico” (così come ogni thriller diventa per loro “un
grande thriller”), in molte recensioni questa serie è stata definita come
storicamente inesatta e, pur non essendo affatto un'esperta, devo ammettere di
aver riscontrato anch'io alcune incongruenze.
Ad esempio in “Una regina al potere” viene
descritto il matrimonio tra Maria Stuarda e il futuro Francesco II dicendo che:
«-Ma se accadesse qualcosa al nostro
buon sovrano, egli [Francesco di Guisa] potrebbe con gran facilità controllare
un re imberbe e una regina straniera che ha appena diciott’anni.»
peccato che Maria
Stuarda avesse solo quindici anni all’epoca delle nozze, nel aprile 1558.
Un'altra situazione parecchio bizzarra è
quella della Reine Margot; non pago di aver riportato diverse dicerie infondate
su questo personaggio storico, in “Decadenza di una famiglia” Strukul le fa
dire questa battuta riferendosi a sua madre, Caterina de’ Medici:
«-[...] non si può dar loro sempre
torno, considerando quanto ha compiuto fino a pochi anni fa VOSTRA CUGINA.
Anche se, gliene va dato atto, CATERINA DE’ MEDICI ha retto il regno con il
pugno di ferro quando altri non ne sarebbero stati in grado. Ma come potete ben
capire, c’è un odio atavico nei confronti della REGINA MALEDETTA e dunque dei
suoi parenti e di tutti i fiorentini.»
Verrebbe da pensare
che l'autore sia all'oscuro della parentela tra le due donne, anche perché
nell'albero genealogico ad inizio volume non vengono indicati i figli di
Caterina tra i quali appunto Margot.
2. ROMANZO AD EPISODI
Tutti i romanzi della serie non presentano
una trama continuativa, bensì si focalizzano su un numero limitato di episodi,
spesso non collegati troppo bene tra loro. Questo è un problema, dal momento che
l'autore si prefigge di scrivere le biografie dei suoi protagonisti, dei quali
i lettori ottengono purtroppo solo un quadro parziale.
A volte ci sono anche dei salti temporali
molto lunghi, che oscurano perfino decenni interi, e ai quali Strukul mettere
una pezza come può,
«Gli anni erano passati.
[Polignac] Non se n’era nemmeno reso
conto, eppure era stato proprio così: un mese dopo l’altro, e si era ritrovato
più vecchio di un lustro.»
È una scelta che potrebbe anche piacere a chi
legge in maniera non continuativa, ma personalmente trovo renda soltanto la
lettura più confusa.
3. I MEDICI
Se c'è un obiettivo che Strukul ha centrato
in pieno è quello di elevare a divinità scese in terra i membri della famiglia
Medici. Costoro presentano un tasso di MarySuaggine altissimo: sono
personificazione di tutte le migliori qualità, e al contempo vengono tormentati
da una schiera di malvagi che li detestano per il solo fatto di essere dei
ricchi banchieri (o dei fiorenti, negli ultimi due volumi).
Per non smentire la perfezione dei Medici,
l'autore si ritrova a partorire delle assurdità come questa:
«[Lorenzo] Non aveva intenzione di
fare della Repubblica qualcosa di diverso, non l’avrebbe trasformata
apertamente in una Signoria, ma tutti dovevano sapere che uno solo era l’uomo
che poteva decidere.»
facendo così sembrare
i suoi personaggi affetti da disturbo bipolare, soprattutto nel caso di
Caterina che viene giustificata perfino per il massacro della Notte di San
Bartolomeo.
È anche curioso notare come, da un volume al
successivo, sia sempre presente una totale ammirazione del protagonista per i
suoi predecessori, dimenticando totalmente le azioni discutibili che hanno
commesso.
4. AMANTI E REGINE
Ho citato la raccolta di biografie scritta da
Benedetta Craveri (QUI la recensione) perché questi libri me ne hanno fatto
sentire davvero la mancanza.
In generale, le donne in questa serie
ricevono un pessimo trattamento, anche in aspetti marginali: ad esempio, nelle
scene ambientate in strada viene detto che sono SEMPRE presenti non delle
prostitute, che già sarebbe ridicolo (non si facevano altri mestieri?), ma
delle puttane.
La faccenda si fa ben più problematica quando
le donne sono protagoniste e non comparse. Caterina è il caso più eclatante,
perché Strukul non perde occasione per sottolineare l'odio tra lei e Diana de
Poitiers,
«Diana aveva fatto del proprio corpo
un’arma: per sedurre il re e incarnare, attraverso la propria femminilità, la
magnificenza stessa del dominio. [...] Caterina le avrebbe cavato gli occhi se
avesse potuto.»
come se Enrico II non
avesse avuto altre amanti! Credo che al giorno d'oggi anche nei romanzi storici
non bisognerebbe sottolineare l'astio tra donne, specie se si va a sfociare
nello slut-shaming.
Cover tedesche |
Dall'altro lato abbiamo Maria, che per lo
meno non piagnucola per il suo aspetto come Caterina, anche perché ci pensa
l'autore a descriverla con uno dei più fastidiosi stereotipi (del romance!):
«E quanto intelligente era, Maria.
NON COME LE ALTRE DONNE: occhi grandi e zigomi alti, la pelle [...].»
E anche lei
ovviamente ci regala delle perle per quanto riguarda l'antagonismo tra donne:
«Maria avrebbe voluto prendere Anna
per quel faccino corrucciato e cavarle gli occhi. Si limitò a una spietata
risposta. -Vi ci abituerete. E se non lo farete, allora potreste pensare di DARGLI
UN FIGLIO, così, per ricordare a tutti di ESSERE UNA DONNA.»
Mi ripeto: nel 2017, certe frasi non
andrebbero neppure pensate! No, neanche in un romanzo storico.
5. LAURA RICCI E GLI
ALTRI OC
Laura Ricci, Reinhardt Schwartz, Raymond De
Polignac e Mathieu Laforge, chi sono costoro? si chiederebbe il manzoniano Don
Abbondio. E se lo sono sicuramente chiesto anche i lettori di Strukul, visto
che nella tetralogia vengono inseriti questi personaggi del tutto fittizi.
Premettendo che, essendo delle biografie, non
ci sarebbe bisogno di inventare dei personaggi, soprattutto perché questi OC
vanno a ricoprire dei ruoli molto importanti all'interno dei romanzi,
diventando praticamente dei coprotagonisti.
Ci sarebbe parecchio da scrivere su tutti
loro, ma in questo spazio mi voglio concentrare su Laura Ricci e sul suo ruolo
in “Una dinastia al potere”, accantonando con sollievo il disagiante rapporto incestuoso
tra lei e il figlio nel secondo libro.
Laura detesta la famiglia Medici perché, anni
addietro, è stata stuprata da un uomo che indossava una divisa con il loro
stemma. E già qui siamo all'assurdo: è come se una odiasse Berlusconi per
essere stata violentata da un cameraman di Mediaset! ma andiamo avanti.
Scopriamo poi che il suo aggressore era Schwartz (ovvio, anche i servi dei
Medici sono tutti santi!), ossia il suo partner-in-crime e non solo; dopo
questa rivelazione, lei non solo lo perdona per la violenza e gli anni di
menzogne, ma continua ostinatamente ad odiare i Medici senza motivo!
Allucinante è l'unica
parola che mi viene in mente.
6. DIALOGHI
Durante la lettura ho avuto spesso la
sensazione che l'autore tentasse in ogni modo di allungare il testo. Questo
dettaglio diventa molto evidente se ci si focalizza sui dialoghi, spesso del
tutto vuoti di contenuto, con i personaggi che ribadiscono gli stessi concetti
o pongono domande delle quali già conoscono le risposte.
Vi riporto di seguito alcuni esempi, tratti
da volumi diversi, che illustrano la problematica direttamente:
«-Parla con Giovanni de’ Diotisalvi
Neroni.
-L’arcivescovo di Firenze, mio
signore?
-Chi altri?
-Naturalmente. Ma, se posso [...].»
«-[...] il grande orafo pazzo decise
di rimanere a casa per via di una malattia.
-Ed era vero?
-Che cosa?
-Che era malato?»
«-Devo dunque dedurre che avete
dimenticato un prezioso dettaglio.
-Non capisco.
-Mi pare evidente.
-Vi chiedo dunque di spiegarvi.»
«-E, tuttavia, credo di conoscere
quel qualcuno: una persona che corrisponde alle vostre richieste, vostra
maestà.
-Davvero?
Leonora annuì.
-Vi ascolto-, la incoraggiò Maria.»
Dall'altro lato abbiamo dei dialoghi
estremamente prolissi ed artificiosi (spesso in situazioni del tutto irrealistiche)
oppure che inseriscono forzatamente degli infodub, facendo però sembrare i
personaggi dei completi mentecatti perché si scambiano informazioni delle quali
sono entrambi perfettamente al corrente.
7. SCENE ESPLICITE
Per motivi del tutto oscuri (vi prego, non
ditemi che è puro fanservice!), Strukul ha farcito i suoi romanzi con un gran
numero di scene esplicite, specialmente nei primi volumi della serie.
Di per sé, non ci sarebbe nulla di
problematico, non fosse che si tratta di scene del tutto inutili nella gran
parte dei casi. Ad esempio, vediamo Laura Ricci (sì, di nuovo lei) intenta a
convincere con le sue doti amatorie Rinaldo degli Albizzi a muovere contro
Cosimo e Lorenzo... peccato che lui già li odi a morte, quindi non era
necessario persuaderlo con una fellatio descritta fin nei minimi dettagli.
Per gli affezionati follower del Signor
Distruggere abbiamo anche delle descrizioni che renderebbero davvero orgogliosa
la Vate Ornella,
«-Ora-, disse [Enrico]. -Il fatto
che aspettiamo un figlio non significa che dobbiamo rinunciare ai piaceri dell’alcova-,
e, senz’aggiungere altro, prese una mano della sua sposa e la condusse LÀ DOVE
IL SUO PIACERE SI STAVA FACENDO PIÙ INTENSO.»
o, in alternativa,
gli autori dei libri Harmony!
8. METAFORE
Questo è un aspetto che mi ha dato da pensare
specialmente in “Un uomo al potere”, ma che caratterizza in generale la prosa
di Strukul; infatti sono spesso presenti delle metafore del tutto sbagliate.
Vediamo qualche esempio.
«Lei [Lucrezia] non gli concesse più
di un istante ma in quel SOSPIRO infinito che fu il suo sguardo, Lorenzo ANNEGÒ
e capì.»
I protagonisti dei quattro volumi |
Descrivendo lo
sguardo di Lucrezia come un sospiro, dire poi che Lorenzo annega in esso è
illogico. Avrebbe dovuto definire lo sguardo come un mare o qualcosa di simile.
«Il pomeriggio invernale SCOLORAVA nelle
tinte D’INCHIOSTRO della sera.»
Avete mai visto
l'inchiostro scolorire qualcosa? In questo caso, il pomeriggio avrebbe dovuto
incupirsi, con l'arrivo della sera.
«Una luce pallida, malata filtrava
debole, una LAMA DI SOLE che AVVOLGEVA la scena come una febbre.»
Se la luce viene
descritta come una lama, poi non può certo avvolgere: una lama taglia, ferisce,
colpisce, ma di certo non avvolge!
9. RIPETIZIONI
Sempre con l'intenzione di allungare al più
possibile questi romanzi, troviamo delle ripetizioni continue di nomi, titoli
nobiliari e parentele dei vari personaggi. Ma non basta!
In alcuni casi vengono impiegati tre sinonimi
di fila per descrivere lo stesso personaggio, o ancora ci sono delle nette
ripetizioni di concetti già illustrati o di determinate scene,
«E così fece. NON SI SEDETTE
nemmeno. RIMASE IN PIEDI, sputando fuori le parole, [...].»
Eccovi un'altra piccola perla della
ripetizione compulsiva, che occupa impunemente ben tre righe:
«[...] Girolamo Riario non riusciva
più a farne a meno.
Ne voleva ancora, e ancora, e
ancora.
Non gli bastava mai.»
In alcuni casi i personaggi stessi sembrano
seccati da questa pratica, tanto che Lorenzo il Magrifico in persona arriva a
dire:
«-Questa parte della storia la
conosco. [...] Questo lo avevo capito. Dimmi qualcosa di nuovo, che ancora non
so, qualcosa per cui ha avuto senso andare laggiù.»
10. LA FIERA DELLE
BANALITÀ
Come avrete ormai capito, ci sono parecchie
cose che mi hanno irritata durante la lettura di questa tetralogia, ma un
aspetto davvero imperdonabile per uno scrittore è la banalità. In particolare
in un romanzo storico: bisogna renderlo interessante, oppure tanto vale che
compri un libro di testo o vada su Wikipedia!
Strukul non si cura di queste sottigliezze,
tanto da descrivere i personaggi con i più collaudati cliché:
«[...] l’aiutante storpio del
carnefice. Gobbo e zoppo da una gamba, lo sgorbio [...].»
Igor sei tu?
Non mancano poi moltissime frasi fatte che
condiscono il testo di sciapa banalità. Concludiamo quindi con una battuta del
caro Enrico IV, storicamente famoso per delle citazioni davvero brillanti
(controllate su Wikiquote!), che qui si esibisce invece in una vera e propria combo
di frasi fatte:
«-Invece voi continuate a SCHERZARE
CON IL FUOCO. Fate attenzione a non TIRARE TROPPO LA CORDA, Henriette. »
VALUTAZIONI SINGOLE
- “Una dinastia alpotere”: una stellina
- “Un uomo al potere”: una stellina e mezza
- “Una regina al potere”: una stellina
- “Decadenza di unafamiglia”: una stellina e mezza
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