Come
promesso, ecco la seconda parte delle mie classifiche di inizio anno. Oggi
parleremo di tutte le serie concluse nel 2020, delle copertine maggiormente
degne di menzione (se in positivo o in negativo, lo vedremo tra qualche riga) e
di alcune statistiche conclusive, ossia una versione sintetica della rubrica
Top 5 e Recap.
Iniziamo
con le varie serie. Ne parlerò in ordine di gradimento, o meglio di media delle
valutazioni assegnate ad ogni volume.
Tetralogia
Bartimeus Sequence di Jonathan Stroud
Come
avevo già previsto un anno fa, la serie più celebre di Stroud si è dimostrata
la migliore tra quelle lette, nonostante io sia fuori target per i middle grade
ormai da un diversi lustri. E questo già dovrebbe dirla lunga sul valore di
questi libri.
(Co)protagonista
e brillante mattatore è il jinn Bartimeus che, nella trilogia originale, viene
convocato in una Londra ucronica dove i maghi non solo vivono alla luce del
sole ma sono i detentori del potere politico: attraverso una moltitudine di
ministeri controllano sia la società dei comuni, sia il mondo soprannaturale
degli spiriti. I compiti assegnati a Bartimeus dal giovane Nathaniel diventano
sempre più importanti ed arditi, coinvolgendo i due nelle lotte interne tra i
maghi, impegnati a contendersi il potere mentre le altre fazioni lottano per
ottenere la libertà.
I
punti a favore della serie? La caratterizzazione dei personaggi principali,
l'ambientazione inusitata ed un sistema magico per nulla scontato.
Trilogia
Il quarto elemento di Kat Ross
Al
secondo posto ci sarebbe un pari merito, ma ho voluto dare la precedenza a
questa serie perché ha ottenuto molto meno hype della prossima; e sinceramente
non ne capisco il motivo dal momento che è stata pubblicata interamente in
italiano in tempi accettabili ed ha un'ambientazione simile all'antico Medio
Oriente molto di moda negli ultimi anni.
La
trilogia segue la vita di Nazafareen, una ragazza appartenente ad un clan
nomade che -dopo aver assistito alla morte della sorella minore a causa di un
demone capace con poteri di possessione- sceglierà di unirsi ai Water Dogs per
proteggere gli umani proprio da simili minacce sovrannaturali. Con il proseguire
della storia si scopriranno sempre più dettagli riguardo i diversi tipi di
spiriti che popolano questo mondo, mentre un nemico proveniente dal nord
diventa sempre più potente.
Diamo
la giusta attenzione a questa serie! Ottimi personaggi e relazioni interpersonali,
un world building ricco e della rappresentazione fatta bene.
Trilogia
Das Silber Trilogie di Kerstin Gier
Terzo
posto (tecnicamente, secondo) per la serie meno popolare di questa autrice,
tedesca ma decisamente anglofilia viste le ambientazioni dei suoi libri. Tra
l'altro, pur avendone letto solo i primi due volumi e anche diversi anni fa,
credo che la cosiddetta Trilogia delle Gemme sia decisamente inferiore a questa,
nonostante la fama.
La
storia mescola thriller e paranormale, raccontandoci le avventure della liceale
Olivia "Liv" Silver che, dopo essersi trasferita a Londra nella casa
del nuovo compagno della madre, inizia a fare dei sogni a dir poco strani:
sembrano infatti molto vividi e strettamente collegati con la realtà. In breve,
Liv si troverà invischiata in un mistero che collega il fratellastro ed i suoi
amici, questo bizzarro mondo onirico e... un rituale satanico?
Nel
complesso la reputo un'ottima serie per ragazzi perché, a dispetto delle
premesse fantasy, tratta in modo consapevole molti problemi concreti legati
all'adolescenza, in particolare all'accettazione di una nuova famiglia.
Pentalogia
Magisterium di Holly Black e Cassandra Clare
Conquista
un insperato -e, in parte, immeritato- quarto posto questa serie che mi
trascinavo ormai dal lontano 2017. A discolpa delle mie illusioni bisogna tener
conto della premessa iniziale (tutt'ora la considero interessante) e delle
cover italiane che fanno pensare a dei libri molto più maturi.
Ambientata
in un mondo simile alla nostra contemporaneità, con l'aggiunta di maghi e altre
creature soprannaturali, la serie vede come protagonista il teenager Callum
"Call" Hunt che, pur dotato di poteri, non ambisce ad entrare nel
prestigioso Magisterium, tanto da cercare in ogni modo di fallire il test
d'ingresso. Ovviamente il ragazzo si troverà comunque iscritto nella scuola di
magia dove la sua vita sarà tutto fuorché tranquilla.
Come
detto, la serie parte da uno spunto che porta a diverse riflessioni, come il
rifiuto della predestinazione o il valore delle seconde opportunità. Peccato
che le autrici si siano evidentemente stufate già a metà pentalogia; lo si nota
anche dal progressivo assottigliarsi dei volumi.
Trilogia
The Grisha Trilogy di Leigh Bardugo
Questa
è invece una serie che idealmente meritata una posizione più alta, specie
perché parte con un volume decisamente discutibile per poi migliorare in modo
sempre più netto con il proseguire della trilogia.
La
vicenda è ambientata nel fittizio regno di Ravka, molto simile per clima e
tradizioni alla Russia zarista, con l'aggiunta di maghi chiamati Grisha e di
creature fantastiche ispirate da leggende folkloristiche. La protagonista è
Alina Starkov, un'orfana che scopre molto tardi i suoi poteri di Grisha,
ottenendo la capacità di generare la luce e fronteggia così la Shadow Fold, una
landa di pura oscurità popolata da mostri che taglia a metà la nazione,
indebolendola dal punto di vista strategico militare.
La
serie ha molti personaggi ben scritti (in primis la mia preferita, Genya
Safin), con un buon spettro di rappresentazione. La Bardugo mi è anche
impegnata a scardinare alcuni cliché stantii e a creare un sistema magico ben studiato.
"Trilogia"
Chocolat di Joanne Harris
Di
recente diventata una tetralogia (e non siamo neppure certi che la Harris
intenda fermarsi), questa serie per me si può considerare conclusa con il terzo
capitolo. Anche perché nulla impedisce di leggere i volumi come degli
autoconclusivi per due ragioni: ognuno segue un'avventura diversa e la stessa
autrice ignora senza problemi gli avvenimenti precedenti.
Personaggi
e trame secondarie a parte, la serie segue principalmente Vianne Rocher e le
sue figlie, Anouk e Rosette, nelle loro peregrinazioni in una Francia
contemporanea sulla carta ma quasi magica in realtà, sia per i piccoli
incantesimi operati da Vianne sia per l'ambientazione spesso legata al passato
rurale. La storia vede la protagonista contrapporsi di volta in volta a diversi
personaggi caratterizzati da una mentalità molto ristretta, che lei dovrà
fermare o -più spesso- convertire ad una zuccherosa bontà; al tutto sono
inoltre mescolate delle tinte di mystery.
Nel
complesso, la trilogia può risultare interessante per alcuni dei personaggi e
per il messaggio di fondo (quindi, l'accettazione del diverso in ogni sua
forma), ma dovrete sospendere a lungo l'incredulità se non volete alzare gli
occhi al cielo esasperati ogni due righe.
Trilogia The Young Elites di Marie Lu
Questa
serie potrebbe essere considerata l'opposto di quella della Bardugo: mentre la
seconda mi ha convinto sempre più con il proseguire dei volumi, la prima ha
avuto un promettente inizio per poi peggiorare gradualmente, fino ad arrivare
ad una conclusione piena di incongruenze.
La
trilogia è ambientata in un mondo dove una terribile epidemia ha dimezzato la
popolazione, lasciando su alcuni individui deformati -detti malfetto- dei
poteri quasi magici. La protagonista è la giovane Adelina Amouteru, che prende
consapevolezza della sua abilità paranormale in modo improvviso e tragico; da
quel momento la ragazza cercherà di trovare il suo posto in una realtà dove le
persone come lei vengono fortemente discriminate, e si troverà coinvolta nelle
trame di potere alla corte del suo regno.
Riconosco
che ci siano diversi elementi positivi, come il focus su dei personaggi
moralmente ambigui e l'interessante descrizione dei poteri, ma sono rimasta
davvero insoddisfatta dal finale, tanto che consiglierei di fermarsi solo al
primo libro.
Trilogia
Dictator di Andrea Frediani
E
arriviamo alle serie (quasi) completamente bocciate. Tra l'altro Frediani è
l'unico autore italiano che ho letto quest'anno, e non credo sia un caso;
dovendo già concludere questa discutibilissima trilogia credo di aver evitato
inconsciamente di affrontare altri scrittori nostrani.
La
serie segue la figura storica di Cesare -oltre ad un ben nutrito cast di
personaggi reali e fittizi- andando a coprire una finestra temporale molto
ampia: dalla giovinezza del condottiero fino alla celebre morte. I volumi di
questa serie si focalizzano però su alcuni eventi con maggior attenzione, in
particolare la conquista della Gallia e gli anni della guerra civile. I vari
comprimari fanno poi da contorno con le loro vicende personali, ma un ruolo
fondamentale è riservato a Tito Labieno, per il quale l'autore scrive una
storia nascosta parallela.
Pur
non avendola apprezzata, posso indubbiamente consigliare questa trilogia a chi
cerca un'ambientazione storica tratteggiata con cura e precisione, oppure delle
scene di battaglia chiare perfino per un neofita.
Trilogia
Gemma Doyle di Libba Bray
Si
va verso il fondo limaccioso di questa classifica con una serie alla quale non
pensavo neanche più dopo tanti mesi, ma farei bene a tenere a mente perché
sento quasi sempre pareri positivi sui libri della Bray e a volte rischio di
cadere in tentazione e comprare qualche nuovo titolo.
Ambientata
nell'Inghilterra di fine Ottocento, la serie vede come protagonista Gemma
Doyle, rampolla di buona famiglia che -a seguito dell'improvvisa morte della
madre- viene iscritta alla Spence Academy, un collegio per ragazze dell'alta
società. Nella sua nuova casa, Gemma instaurerà dei legami di amicizia e
scoprirà l'esistenza di un mondo parallelo abitato da creature incantate, dove
la magia permette di sovvertire ogni convenzione sociale.
Personalmente
non è una serie che consiglierei, ma devo ammettere abbia un paio di pregi,
come la scorrevolezza dello stile e alcuni personaggi ben descritti.Ma se
proprio volete tentare, evitate l'edizione italiana.
"Trilogia"
Prodigium di Rachel Hawkins
Nata
inizialmente come una trilogia, questa serie si è poi espansa con uno spin-off
che probabilmente voleva dare il via ad una nuova storia, ma una volta tanto la
stroncatura dei lettori deve aver compiuto il suo dovere. A saperlo prima,
forse la Hawkins non avrebbe puntato tutto su un finale apertissimo.
La
serie originale segue la mezza strega Sophie Mercer che, dopo aver usato per
l'ennesima volta i suoi poteri in modo avventato e in presenza di umani, si
ritrova alla Hecate "Hex" Hall, una sorta di riformatorio per
creature soprannaturali. All'interno della scuola avvengono però delle
aggressioni molto misteriose, sulle quali Sophie si troverà a indagare,
destreggiandosi nel mentre tra l'interessi amorosi assortiti, nuove amicizie e
le immancabili bitches.
Con
questa serie devo ammettere di essere stata un po' severa. È contraddittoria e
piena di buchi di trama? Sicuramente, ma la leggerezza è voluta, quindi se
l'obiettivo è trovare una lettura spegni-cervello Prodigium potrebbe fare al
caso vostro.
Duologia
Everless di Sara Holland
E
concludiamo questa parte con una serie così brutta, che a tratti dimentico pure
di averla letta. Ed è meglio così, perché l'alternativa è arrabbiarsi per come
è stata sprecata un'idea dall'enorme potenziale.
Ci
troviamo infatti in un mondo dove il sangue è la valuta corrente: chi deve
pagare un debito può farsi un salasso e trasformare il proprio sangue (quindi
il tempo da vivere) in monete; per contro, le persone abbienti sciolgono quelle
stesse monete nell'acqua calda per ottenere un tè in grado di prolungare la
durata delle loro vite. Protagonista della storia è Jules Ember, una ragazza in
pena per la salute del padre, tanto da accettare un lavoro come domestica nella
residenza nobiliare di Everless, dalla quale la sua famiglia era stata
scacciata anni prima; nel palazzo, Jules si troverà sempre più coinvolta negli
intrighi dei ricchi (e quasi immortali) aristocratici.
Come
ho sempre detto, l'autrice ha avuto un'ottima idea dalla quale poteva trarre un
distopico che riflettesse sul valore della vita e su chi abbia delle ragioni
per vivere più a lungo. Il risultato è invece un fantasy senza personalità, che
sguazza in un mare di cliché stantii.
Arriviamo
alle frivolezze che piacciono tanto a noi lettori! Perché qui non giudichiamo i
libri dalla copertina, al contrario: valutiamo se la copertina ha fatto onore
al libro che è chiamata in qualche modo a presentare ai potenziali acquirenti.

Agatha
Christie era finita tra le cover peggiori lo scorso anno, ma con "Il terrore viene per posta" è stata senza dubbio riabilitata: sia il pattern
simil-quotidiano sullo sfondo, sia il titolo ricreato con delle lettere diverse
e (sembra) strappate, danno perfettamente l'idea del contenuto del romanzo.
Anche la copertina di "The Boneless Mercies" di April Genevieve Tucholke
presenta in modo egregio la storia, mostrando in basso delle sagome stilizzate
delle protagoniste, mentre nella parte alta c'è una splendida sovrapposizione
tra il sentiero -da percorrere- e il lupo, rappresentazione dei pericoli da
affrontare. "Traitor's Blade" di Sebastien de Castell è invece una
scelta dettata dal gusto personale, perché trovo esteticamente belle e
suggestive le cover dell'intera serie.

Limitarmi
a sole tre copertine preferite è stato difficile, perciò credo mi si possano
concedere giusto un paio di menzioni d'onore. In particolare, "The Rest of Us Just Live Here" di Patrick Ness e "Stepsister" di Jennifer
Donnelly: nel primo le lettere del titolo risultano luminose al buio, mentre il
secondo ha un effetto-vetro incredibilmente realistico e tridimensionale.

Passiamo
all'altra faccia della medaglia, con le coperte meno fedeli alla storia o
semplicemente atroci a vedersi. Ad esempio, l'illustrazione scelta per
"Nessun dove" di Neil Gaiman rappresenta bene l'ambientazione
particolare del romanzo, ma è sprecata in un'impaginazione che la relega in un
angolino per dare spazio ad un ingombrante blurb. Nel caso di "Queen of Chaos" di Kat Ross abbiamo invece una composizione ben bilanciata e
abbastanza coerente con la trama, peccato per l'enorme corona scontornata con
Paint che campeggia al centro e fa pensare ad un romanzetto autopubblicato. E per
ultima una cover che ha ricevuto diverse critiche sull'attinenza, tanto da aver
portato ad un cambio talmente netto (si è passati a delle modelle dall'aspetto
combattivo, anziché vestite da sera) da ricevere ancor più critiche, per
tornare così alle illustrazioni di partenza; il mio problema con "The
Winner's Curse" di Marie Rutkoski è però tutt'altro: non riesco a guarda
il viso della ragazza in copertina senza pensare che sia terribilmente
costipata e stia correndo al bagno, preoccupata tra l'altro di come farà a
togliersi quell'ingombrate abito. Ho dei problemi, lo so.
E
concludiamo questa analisi delle letture fatte nel 2020 con gli aspetti più
tecnici, andando a valutare le statistiche generali.
Per
quanto riguarda gli autori -su un totale di 79 libri letti- abbiamo ben 64
scrittori diversi, 67 se contiamo separatamente gli autori che pubblicano in
coppia. Non sorprenderà nessuno scoprire che la maggioranza sono autrici donne
(38 contro 23 autori uomini, mentre in 3 casi abbiamo più scrittori) di
nazionalità statunitense (35 contro 17 britannici, 3 canadesi, 2 tedeschi, 2
ucraini e un solo autore da Italia, Francia, Russia, Moldavia e Olanda). Mi ha
invece stupito notare che la maggior parte (40 contro 24) sono autori che non
avevo mai letto negli anni scorsi; credo sia dovuto sia al mio desiderio di
provare penne nuove, sia alle letture in lingua inglese che diventano sempre
più rilevanti e mi portano a conoscere nomi diversi.

Ovviamente
la maggior parte delle letture si sono rivelate essere romanzi contemporanei:
43 pubblicati nell'ultimo decennio contro 17 di quello precedente, mentre gli
altri valori sono decisamente più bassi; da un lato mi piace dare spazio alle
uscite più recenti, ma intendo impegnarmi di più per non accantonare troppo i
titoli della seconda metà del Novecento. La valutazione dei target mi da molta
più soddisfazione perché la trovo ben bilanciata: 5 Middle Grade, 35 Young
Adult, 2 New Adult e 37 Adult. Per quanto riguarda i generi, il podio spetta a
fantasy, thriller e storico (rispettivamente 28, 12 e 10 libri); mi stupisce
che al quarto posto ci siano 8 romance, ma nel complesso credo di aver dato una
possibilità quasi a tutti i generi.